Si è parlato tantissimo di Stellar Blade soprattutto per la sensualità prorompente della sua protagonista, Eve, che ha generato molte discussioni sulla rappresentazione femminile nei videogiochi.
Ci sono stati subito degli schieramenti, ovviamente, tra chi difende Stellar Blade a spada tratta anche inneggiando alla lotta al politicamente corretto (...) e chi ha trovato discutibile il personaggio di Eve, per via di un aspetto dichiaramente sessualizzato senza grosse attinenze con il gioco stesso.
Ad infiammare ulteriormente i toni ci sono stati anche alcuni episodi di "censura", con alcuni enti di classificazione che hanno bloccato Stellar Blade giudicandolo eccessivo. Per non parlare dell'endorsement esplicito di Yoko Taro, creatore di Nier: Automata, che addirittura ha considerato il titolo coreano superiore al suo.
In questo contesto è quindi molto interessante ascoltare le dichiarazioni del director Kim Hyung-Tae che, ai microfoni del Washington Post, ha voluto spiegare la sua visione sul gioco e sul perché Eve sia esattamente com'è.
«Il gioco è una realtà virtuale e credo che dobbiamo avere l'opportunità di vedere cose non così realistiche nello spazio virtuale», ha detto Kim parlando proprio dell'aspetto della protagonista di Stellar Blade.
Kim Hyung-Tae spiega di aver seguito con attenzione i dibattiti intorno al gioco, e conferma di aver voluto un personaggio la cui bellezza fosse “con poche restrizioni e senza vincoli”.
Il director ha aggiunto:
«Conosciamo già la realtà, la viviamo. Quindi, quando giochi, voglio essere in grado di vedere qualcosa che sia diverso da ciò che provo. Ci sono molte cose più realistiche e anche queste dovrebbero essere rispettate. E penso che giochi come “Stellar Blade” dovrebbero esistere.»
Come vi abbiamo spiegato anche nella nostra recensione, «Stellar Blade può essere definito come il Nier Automata di questa generazione di console» perché deve molto all'opera di Yoko Taro.
Inutile dire quindi che l'esclusiva PS5 (la trovate su Amazon) abbia catalizzato molta attenzione soprattutto per la sua protagonista più che per il gameplay. Un aspetto, però, che è stato studiato con una certa idea in mente.
«Portando questo gioco ai giocatori, ho l'opportunità di presentare al mondo come la bellezza coreana e quella asiatica possano essere diverse, come gli asiatici differiscono l'uno dall'altro», ha detto il director, riferendosi a un'industria globale dei giochi dominata principalmente dal Giappone e dagli Stati Uniti.
Il cammino di Stellar Blade è appena iniziato e vedremo se, oltre alla bellezza, il gioco saprà fare breccia e mantenere alto l'interesse.