Con l'ultimo Dragon Age volevano tornare alla «Età dell'Oro di BioWare»

Il team di Dragon Age puntava a ricreare la magia dei classici BioWare con The Veilguard, riportando la serie alle sue radici.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Dragon Age: The Veilguard, l'ultimo capitolo della serie BioWare, è stato lanciato dopo 10 anni di attesa.

Il gioco (che trovate su Amazon) rappresenta secondo gli sviluppatori un ritorno alle radici del franchise e alla "Età dell'oro" dello studio di sviluppo, abbandonando gli elementi multiplayer inizialmente previsti.

Questo, nonostante il gioco sia stato a suo modo criticato per i suoi elementi "woke", sia prima che dopo il lancio.

La decisione di ristrutturare completamente il gioco è stata supportata da EA e sembra essersi rivelata vincente.

I director Corinne Busche e John Epler hanno spiegato le motivazioni dietro questa scelta durante il podcast My Perfect Console (via GameSpot).

«Mi sono sentita molto supportata da BioWare ed EA in questa decisione», ha dichiarato Busche. «È intimidatorio andare controcorrente in un'epoca in cui sembra che quasi ogni gioco debba essere open world.»

Epler, veterano di BioWare da 17 anni, ha sottolineato come la spinta a tornare alle origini fosse deliberata.

«Abbiamo voluto capire cosa cercano davvero le persone nei nostri giochi - vogliono creare il proprio eroe e vivere grandi storie, con un focus sui personaggi e sull'esperienza di vivere in un mondo diverso.»

La decisione di abbandonare elementi multiplayer e open world è stata presa per concentrarsi sui punti di forza dello studio: lo storytelling e gli RPG single player epici.

«Per The Veilguard volevamo tornare a ciò che ha reso lo studio ciò che è, contribuendo a quella che definirei l'Età dell'Oro di BioWare, quando venivano prodotti successi uno dopo l'altro», ha aggiunto Epler.

Questa scelta sembra aver ripagato solo in parte, con i fan che non hanno apprezzato davvero questo ritorno alle origini della serie (e neanche noi del tutto, come potete leggere nella recensione di Gianluca).

La scommessa di BioWare di andare controcorrente rispetto ai trend attuali dell'industria sembra quindi aver dato i suoi frutti solo a metà, complice anche il fatto che il gioco è stato letteralmente snobbato ai prossimi The Game Awards.

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