Da qualche ora gli utenti hanno avuto la possibilità di provare in anteprima la closed alpha di Marvel Rivals, nuovo free-to-play competitivo che ci vede interpretare alcuni dei supereroi più amati della casa delle idee con un approccio tipico di hero shooter come Overwatch.
Il pre-lancio è però già partito subito con il piede storto, causando inevitabili polemiche per via di una clausola presente nel contratto: come vi abbiamo segnalato sulle nostre pagine, la possibilità di provare questo titolo in anteprima obbligava gli utenti a non poterne parlare male in alcun modo.
E vale la pena di ricordare che non si tratta di un accordo promozionale tra la compagnia e dei content creator, ma di una condizione necessaria perché qualunque utente possa giocarci.
Una clausola di cui molti fan dei supereroi Marvel (trovate tanti prodotti a tema su Amazon) non si erano accorti e che, una volta diventata virale, ha ovviamente scatenato un polverone di polemiche, provocando l'altrettanto inevitabile dietrofront di NetEase.
Con un comunicato inviato alla redazione di PCGamesN, NetEase Games si è scusata per quelli che definisce «termini ingannevoli», ammettendo che il contratto era una bozza destinata per collaborazioni a lungo termine con i content creator e non al pubblico in generale.
In ogni caso, grazie ai feedback arrivati dalla community, gli sviluppatori adesso comprendono che non sono termini accettabili: il contratto sarà rivisitato e diventerà attivo solo dopo che sarà arrivato un ok sia dai content creator in questione che dallo stesso team di sviluppo.
Nel server Discord ufficiale è poi arrivato un ulteriore messaggio di scuse per la community, confermando che sono ben accette sia critiche che suggerimenti, ma anche che terranno aggiornati i diretti interessati sul come verranno aggiornati i termini del contratto in questione.
Difficile sapere con certezza se si sia trattato davvero di un fraintendimento o se, come sembrerebbe in base alle parole utilizzate, il dietrofront sia arrivato solo dopo le polemiche online, ma è un bene che questa pratica sia stata bloccata il prima possibile.
E speriamo soprattutto di non dover più parlare sulle nostre pagine di casi simili.