Ha sollevato un polverone inimmaginabile il ban di un anno, poi ridotto a sei mesi, di un pro player di Hearthstone da parte di Blizzard perché si era espresso pubblicamente a favore della causa indipendentista di Hong Kong.
Della questione si sono interessati in tanti, spingendo evidentemente la casa di Irvine ad una parziale retromarcia sebbene fosse ‘coperta’ dal regolamento che vieta (proprio come nel calcio) di esprimere posizioni politiche durante il gioco.
Tuttavia, come evidenziato dal giornalista di Kotaku Jason Schreier potrebbe esserci qualcosa di più dietro alla mossa inizialmente così dura di Blizzard, letta come un’indulgenza eccessiva nei confronti della Cina per ragioni di affari.
Schreier fa notare che “Activision sta attualmente aspettando che la Cina approvi l’uscita di Call of Duty Mobile”, e questo potrebbe aver spinto i creatori di Diablo e Warcraft al pugno duro per non inimicarsi i cinesi in una fase tanto delicata.
It's worth noting that Activision is currently waiting on China to approve the release of Call of Duty Mobile. I don't know what impact Acti had on Blizzard this week, but as I've been reporting for a while now, they have more influence than ever before: https://t.co/H8lDRqzCIl pic.twitter.com/ly52s3uBSM
— Jason Schreier (@jasonschreier) October 12, 2019
Fare altrimenti potrebbe aver bloccato l’uscita di Call of Duty Mobile, che già sta registrando numeri da capogiro in tutto il resto del mondo, proprio in quella Cina che gli conferirà la consacrazione definitiva e lo renderà redditizio a livelli estremi per Activision.
Un ulteriore segnale, questo, dell’influenza sempre crescente che Activision starebbe esercitando su Blizzard da circa un anno, a detta dei fan cambiando radicalmente lo studio che amavano.