Il giorno di Call of Duty: Black Ops 6 è arrivato e, come spesso accade, alcuni Paesi del mondo non accolgono con favore questo tipo di produzioni e tra questi c'è il Kuwait.
Il nuovo Call of Duty: Black Ops 6 è stato ufficialmente bloccato dalla vendita nel Paese, probabilmente a causa del modo in cui vengono rappresentati Saddam Hussein e la Guerra del Golfo degli anni '90.
A differenza di altre parti del mondo dove, in vari orari e momenti, è possibile acquistare e scaricare tranquillamente il titolo.
Anche se non ci sono stati commenti pubblici da parte delle autorità kuwaitiane, Activision ha confermato a Polygon che il gioco «non è stato approvato per la pubblicazione in Kuwait». Tutte le prenotazioni del gioco verranno annullate e rimborsate, e l’azienda spera che le autorità locali possano riconsiderare la decisione.
Tra le missioni di Black Ops 6 ce ne sono alcune ambientate durante la Guerra del Golfo, quando Hussein invase il Kuwait in una drammatica occupazione di 42 giorni.
I trailer del gioco alternano filmati d'archivio dei presidenti George W. Bush e Bill Clinton con scene in-game, inclusa una rappresentazione visiva degli incendi di 700 pozzi petroliferi in Kuwait, appiccati dall'esercito iracheno come distruzione strategica, un evento che provocò disastri ecologici ed economici per il paese.
Per questo motivo, probabilmente, è stata bloccata la vendita del gioco nel Paese. Un analista kuwaitiano ha dichiarato a The New Arab che il blocco potrebbe sembrare assurdo, poiché «chiunque lo voglia veramente troverà il modo di acquistarlo», magari tramite VPN e un acquisto su altri mercati Amazon, mercato nero, o la classica pirateria.
Un vero problema, in ogni caso, perché quest'ultimo Call of Duty insieme ad altri episodi del franchise è stato anche lanciato gratis su Game Pass all'interno del servizio di Cloud Gaming. E non sono nemmeno gli unici, come svelato poco tempo fa.