Arrivano buone notizie dall'Europa in merito alle spese di più piccoli su contenuti in-game all'interno dei videogiochi. Secondo un recente sondaggio condotto da Ipsos per Video Games Europe, infatti (thanks, GamesIndustry), la spesa media dei più piccoli nei giochi è scesa, passando dai 39 euro mensili precedentemente rilevati all'attuale spesa mensile di 31 euro.
Il 21% dei genitori e tutori intervistati dichiara che i minori sotto la loro custodia spendono effettivamente denaro per l'acquisto di loot box nei videogiochi – e lo studio ha coinvolto 2.772 adulti responsabili di bambini e ragazzi videogiocatori in Europa.
Il 73% dei genitori afferma che i propri figli spendono tra €1 e €20 al mese, principalmente per oggetti che influenzano il gameplay. Solo il 30% acquista invece oggetti puramente cosmetici e che non hanno un impatto sull'esperienza del gioco, limitandosi a modificare magari l'aspetto del vostro personaggio con personalizzazioni uniche.
Tra i genitori di minori che spendono per extra, il 61% ha un accordo sulla gestione delle spese: il 49% richiede il permesso, mentre il 27% impone limiti di spesa. Nel complesso, solo l'11% dei giocatori tra 11 e 64 anni ha speso denaro reale per valute di gioco, e appena il 4% ha acquistato loot box, sottolinea lo studio.
Sappiamo quanto sia importante che soprattutto i più piccoli non si ritrovino da soli con una carta di credito e uno store in-game, quindi è un ben che i genitori seguano i giovani videogiocatori il più possibile, ponendo anche dei tetti di spesa laddove necessario.
Anche perché il dibattito sugli acquisti in-game, le microtransazioni e in particolare le loot box è sempre aperto, tra chi ritiene queste ultime assimilabili al gioco d'azzardo e chi sancisce l'opposto.