Il 2023 è stato un anno intenso per il mondo dei videogiochi, segnato da titoli che hanno ridefinito standard e ambizioni, e da discussioni che si sono fatte più animate, soprattutto intorno alla nomination di Black Myth: Wukong ai The Game Awards.
La notizia ha destato sorpresa: per la prima volta nella storia dell’evento, un gioco si presenta nella lista dei candidati al prestigioso titolo di Game of the Year con un punteggio su Metacritic di "appena" 81. Un numero basso, storicamente parlando.
Per dare un'idea: A Plague Tale: Requiem e Control (che trovate su Amazon) avevano raggiunto la nomination con un misero 82, già un punteggio che in qualche modo aveva fatto storcere il naso agli “accademici” del settore.
Ma Black Myth: Wukong, scendendo ulteriormente nella scala delle valutazioni, ha fatto di più: ha riacceso un dibattito che in molti probabilmente preferirebbero lasciare sopito, come reso noto anche da Gamereactor.
Perché dunque questo gioco è arrivato a tanto? La risposta, a detta di molti, risiede nella sua capacità di andare oltre l’arido metro del “voto”.
Black Myth: Wukong ha travolto il mercato come un ciclone, registrando numeri record di giocatori su Steam nelle prime ore dal lancio.
Ciò che Black Myth: Wukong è riuscito a fare, al di là del punteggio, è costruire una connessione con il suo pubblico.
Non è un caso che su Steam abbia raccolto più di 730.000 recensioni “estremamente positive,” un traguardo che lo pone persino al di sopra di un gigante come Elden Ring.
Questo è il dato che molti detrattori delle nomination tendono a ignorare: i The Game Awards, con la loro metodologia di selezione basata su aggregati come Metacritic, potrebbero non riflettere in pieno il gradimento popolare.
Sorge quindi una domanda più ampia: è giusto che i The Game Awards si affidino ancora a indicatori come Metacritic, quando il cuore pulsante del videogioco – i giocatori – parla così chiaramente?
In un anno dove i grandi nomi abbondano, questo titolo è riuscito a emergere non solo come candidato, ma come simbolo di una discussione che forse andava affrontata già da tempo.
Nella mia recensione di alcuni mesi fa vi ho spiegato che «Black Myth: Wukong è un titolo che cattura l'attenzione per la sua grafica impressionante e il fascino della mitologia cinese, ma nonostante l'esperienza visiva e un combat system promettente, soffre di diversi problemi che gli impediscono di eccellere. Il mondo di gioco, seppur bellissimo, risulta vuoto e privo di profondità, con un level design lineare che limita l'esplorazione.»