Alex Hutchinson ha parlato della cadenza annuale della serie Assassin’s Creed
, definendo il brand un franchise consolidato come Mario o Resident Evil.“Da quand’è che una cosa è meno bella se ne arriva una nuova ogni anno?”
ha esordito. “Se Breaking Bad venisse trasmesso due volte alla settimana, lo guarderei due volte. Se i Radiohead producessero un album ogni sei mesi, sarei ben felice di comprarne uno ogni sei mesi.”Se la gente vuole questi blockbuster imponenti da tripla-A, dovranno anche accettare che dobbiamo intascare di nuovo i soldi che abbiamo investito, in qualche modo. Ed è difficile che ci si riesca con solo un gioco. La gente pensa sia il lato oscuro del capitalismo, ma è più simile al comunismo: abbiamo grossi progetti il cui successo ripaga anche per i piccoli progetti.”Secondo Hutchinson, inoltre, la saga non è più concepita come una trilogia – come quando nacque – ma è un vero e proprio franchise di punta per Ubisoft e – in quanto tale – ha i suoi alti e bassi.“Stavamo leggendo delle recensioni su Assassin’s Creed Revelations e alcune persone ci chiedevano se quella fosse o meno la fine del franchise, e noi ci siamo detti ‘ehi, datevi una calmata’. Voglio dire, non sono un grande fan di Metacritic, ma là il gioco ha un complessivo di 80/100. Non direi che sia poi così male.”Il modo in cui vediamo Assassin’s Creed 3, ora, è come un franchise, come Mario e Resient Evil, che avrà i suoi alti e bassi. Non era nei piani originari, creare una serie così lunga, ma poi lo è diventato. La maledizione del successo, per meglio dire. Ma se riesci a tenere una serie interessante e fresca, non vedo perché non dovremmo andare avanti. Nintendo è stata grandiosa nel rinnovare i suoi franchise, così come hanno fatto altre compagnie giapponesi, quindi penso che potremo farcela anche noi” ha chiuso Hutchinson
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