Amy Hennig ha lasciato Naughty Dog
qualche tempo fa, ed è ora impegnata con Visceral Games
per conto di EA. Ciò detto, la celebre autrice ha voluto parlare della sua vecchia software house nel corso di un’intervista concessa a GamesBeat
, concentrandosi in particolare sull’inclusione delle uccisioni sia nella serie Uncharted che in The Last of Us. In merito a The Last of Us
, ha spiegato che tutto suona come una sfida tra la vita e la morte: “è questo che io intendo con genere. È intelligente prendere un genere che sposa bene la brutalità del gameplay. Si sono potuti accertare che non c’erano dissonanze cognitive tra quello che dovevi fare mentre giocavi e ciò che significa nel contesto della storia. È una cosa intelligente. Ma non tutti i giochi possono farlo.””La domanda, quindi, è: un gioco come Uncharted, che potrebbe avere questa dissonanza, non dovrebbe esserci? O si dovrebbe rimediare evitandola?” ha ragionato, ricordando poi che Drake ad un certo punto scherzava sulle sue vittime. “È per questo che abbiamo deciso di togliere alcune cose [che avevano questo tono]. […] Le cose però si fanno difficili. I film sono un medium passivo, tu sei lo spettatore privilegiato. Non devi per forza identificarti con il protagonista. Se ci sono dei difetti, tu devi solo osservarli. Se però il personaggio è quello che stai impersonando, allora sei parte delle sue azioni.”“Se volessimo estremizzare questa cosa, significherebbe che c’è un grosso limite al tipo di giochi che possiamo fare – se dovessimo provare ad evitare quella dissonanza. Il che sarebbe un peccato. È un problema complicato da risolvere. Non credo che alzeremo le mani dicendoci ‘è solo un gioco, prendetelo per come è’. Ma è comunque un problema di difficile risoluzione.”Cosa pensate delle parole della Hennig? Sentite che la narrativa del gioco è debole, quando le azioni che vi vengono fatte compiere non si legano bene alla sceneggiatura dell’opera?