Amy Hennig commenta la chiusura di Visceral Games e i problemi del single-player

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a cura di Paolo Sirio

In una recente intervista concessa a Polygon, in cui ha scambiato quattro chiacchiere con Sean Vanaman (Firewatch), Amy Hennig è tornata a parlare della chiusura di Visceral Games e dell’annosa questione del single-player.Secondo Hennig, che ha scritto e diretto i primi tre Uncharted, “ovviamente quello che è successo con il nostro progetto di Star Wars non è saltato fuori dal nulla… c’è un problema reale”.Il problema è costituito da “questa linea che abbiamo seguito per un sacco di anni, con un aumento del costo dello sviluppo, e dai desideri, o persino le richieste, dei giocatori in termini di ore di gameplay, qualità grafica, valori produttivi, modalità aggiuntive”.“Queste pressioni sono sentite davvero, internamente” ai team di sviluppo. “Se costa, diciamo, 100 milioni di dollari o più fare un gioco, come fai ad avere un ritorno, come fai a generare profitti? E il prezzo di 60 dollari non può cambiare, giusto?”.“La stampa è molto negativa sulla monetizzazione, sulle loot box, sui giochi come servizi, ecc., ma queste cose sono il trend ora nell’industria, specialmente tra i publisher più grandi, come risposta al problema dei costi di sviluppo sempre più alti. I budget continuano a crescere, l’asticella viene alzata continuamente, ed inizia ad avere sempre meno senso fare questi giochi”.Come se non bastasse, in molti al giorno d’oggi – è il pensiero dell’ex Naughty Dog e Visceral Games – preferiscono guardare dirette in rete dei titoli single-player che durano poche ore, anziché investire una certa somma per acquistarli.Diteci la vostra nei commenti su queste affermazioni sì interessanti, ma anche dure da una veterana tanto stimata del settore dei videogiochi. Via GameReactor.eu

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