Altri sindacati denunciano Ubisoft per il return to office forzato

Il sindacato che protegge i lavoratori di Ubisoft Barcellona denuncia l'azienda per mancanza di trasparenza nell'azienda.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Continuano le lotte tra aziende e sindacati, e stavolta tocca a Ubisoft Barcellona contro il sindacato dei lavoratori della sede iberica della multinazionale.

La filiale specializzata nei giochi mobile, come l'equivalente di Rainbow Six Siege (lo trovate su Amazon) in versione mobile, è al centro della nuova storia legata ai diritti dei lavoratori in particolare per lo smart working.

Come riporta Games Industry, i sindacati degli studi Ubisoft AAA e mobile di Barcellona hanno avviato un'azione legale contro l'azienda, in opposizione alle modifiche introdotte alla politica sul lavoro da remoto.

La causa è stata presentata in collaborazione con la CGT (Confederación General del Trabajo), uno dei principali sindacati spagnoli.

Secondo i sindacati, Ubisoft intende introdurre un obbligo di presenza in ufficio per almeno tre giorni alla settimana, rimpiazzando le attuali linee guida che consentono ai dipendenti di lavorare da remoto per il 60% dei giorni mensili. Anche coloro che lavorano esclusivamente da casa dovranno conformarsi alla nuova politica.

Barcellona si unisce quindi alle azioni promosse dai lavoratori della sede di Montreal ma anche della sede di Milano, che negli ultimi mesi avevano fatto sentire la loro voce per gli stessi motivi.

I sindacati sostengono che la decisione sia stata presa in modo improvviso e senza trasparenza, creando potenziali problemi logistici. Gli uffici, infatti, non sarebbero attrezzati per accogliere contemporaneamente tutti i lavoratori remoti.

Le rappresentanze sindacali hanno affermato che, nonostante le parti fossero aperte a negoziare, la dirigenza di Ubisoft non ha ancora presentato alcuna proposta concreta da quando la causa è stata depositata il 14 ottobre.

Anche in questo caso, il publisher francofono si è difeso specificando che lavorare in ufficio favorisce la «creatività di squadra» e una «migliore comunicazione», mantenendo quindi la stessa linea utilizzata nei casi citati poco sopra.

Ma i sindacati mettono in dubbio queste affermazioni, visto che non ci sono prove tangibili a sostegno di questi benefici di cui Ubisoft si fa forza. Di conseguenza, le rappresentanze chiedono l'annullamento dell'obbligo di ritorno in ufficio e che si proteggano gli accordi per lo smart working.

Vedremo come andrà avanti questa storia, insieme alle altre cause legali che Ubisoft sta affrontando, il tutto mentre è in cerca di nuovi giocatori.

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