Un interessante servizio di CNBC ha investigato alle origini del “fallimento di Xbox“, come viene definito, in Giappone, muovendosi tra le diverse generazioni della console di Microsoft.
Vi abbiamo già raccontato di come soltanto lo 0,3% delle unità vendute da Xbox One sia stato piazzato nel paese asiatico, mentre in questo caso ci addentriamo nelle difficoltà della prima Xbox e di Xbox 360.
Con Xbox, apprendiamo, non c’è mai stata l’intenzione di “vincere” il Giappone: Microsoft voleva soltanto essere presa seriamente nell’area del gaming.
La nazione veniva infatti ritenuta importante non per l’hardware ma per il software, le cui vendite positive da quelle parti avrebbero potuto avere un’influenza positiva sulle altre regioni.
Quanto al design, l’OG Xbox e il controller venivano considerati troppo grandi per i giapponesi, al punto che neanche il team Xbox locale lo apprezzava.
Altri problemi furono dovuti al salto della stagione natalizia – visto che il lancio avvenne nel febbraio 2002 – e il timore degli sviluppatori che una collaborazione con Microsoft avrebbe incrinato i rapporti con i partner storici e più affidabili Sony e Nintendo.
Con Xbox 360 l’approccio fu radicalmente diverso, e non a caso questa rimane la console di maggior successo a marchio Microsoft in Giappone.
Numerosi sviluppatori del posto furono coinvolti fin dall’inizio (giusto per citarne uno, Mistwalker) con esclusive totali o a tempo, il design fu affidato ad un’azienda giapponese e il lancio fu anticipato rispetto a PS3.
Una strategia che si rivelò vincente, nel piccolo del business di Xbox nel paese, ma che per qualche ragione non è stata ripetuta con Xbox One.