Nuova nuova ondata di critiche verso l'intelligenza artificiale, con Activision al centro della bufera.
Il colosso dei videogiochi, dopo aver già sollevato polemiche per l'uso di IA nella serie Call of Duty, ha scatenato l'indignazione dei fan annunciando un nuovo titolo della leggendaria serie Guitar Hero per dispositivi mobili con un'immagine palesemente generata da intelligenza artificiale.
L'annuncio di Guitar Hero Mobile su Instagram ha immediatamente attirato l'attenzione degli utenti, ma non per i motivi che Activision avrebbe sperato.
L'immagine promozionale mostra quattro sagome inquietantemente simili che impugnano chitarre rosse in pose identiche, circondate da torri di amplificatori che ricordano più lavatrici che strumenti musicali. Un'estetica che tradisce chiaramente l'origine artificiale della grafica.
Un episodio che evidenzia il crescente divario tra le scelte economiche delle aziende e le aspettative di qualità da parte della community.
La scelta appare particolarmente discutibile considerando il prestigio e la storia della serie Guitar Hero, franchise che ha rivoluzionato il genere dei rhythm game nei primi anni 2000 (e che trovate ancora su Amazon).
Per un brand di tale importanza, investire in artwork originali creati da artisti professionisti sembrerebbe una decisione ovvia, eppure Activision ha preferito la via dell'IA generativa.
Come prevedibile, la risposta dei fan all'annuncio di Guitar Hero Mobile è stata predominantemente negativa. «AI Hero sembra fantastico» ha commentato sarcasticamente un utente, mentre un altro ha scritto: «Ero davvero entusiasta, ma poi ho visto che la copertina è fatta con l'IA, quindi non lo toccherò, mi dispiace».
Le critiche non si sono limitate al singolo titolo, ma hanno investito l'azienda nel suo complesso. «Rovinano il mio gioco preferito con schifezze generate dall'IA», ha commentato un fan.
La controversia si inserisce in un contesto più ampio di diffusione degli strumenti di IA nel settore videoludico. Microsoft, che ha recentemente acquisito
Activision Blizzard, ha presentato all'inizio del mese il suo nuovo strumento Muse AI, progettato per supportare "l'ideazione del gameplay" e la preservazione di videogiochi più datati, che a quanto pare non è piaciuto un granché.
Il dibattito sull'utilizzo dell'intelligenza artificiale nella creazione di contenuti videoludici continua ad intensificarsi, con consumatori sempre più attenti e critici verso scelte che privilegiano il risparmio economico a scapito della qualità e dell'originalità artistica.