Il Tribunale dei Minori di Brescia ha decretato l’allontanamento di un ragazzo di 14 anni dalla propria madre a causa di una “dipendenza da videogiochi”.La sentenza risale ai primi di ottobre ma non ha ancora trovato applicazione a causa dell’opposizione della madre, cui ha fatto seguito un’accorata lettera del ragazzo stesso affinché potesse rimanere a casa col genitore e nella quale si impegnava a consegnare la (generica) ‘PlayStation‘.La storia arriva dalle pagine del sito web de Il Giorno, che parla di un ragazzino “così debole da cadere nella trappola dei videogiochi” e di una madre “abbandonata da tempo dal marito con i due figli (una ragazza oggi maggiorenne e il ragazzino in questione)” che “ha chiesto aiuto ai servizi sociali cittadini per meglio gestire il figlio”.Dopo un anno passato tra neuropsichiatri e insegnanti di sostegno, il giovane ha iniziato a saltare la scuola con una frequenza allarmante, “sempre più risucchiato dalla sua PlayStation”.A questo punto, la madre si è vista costretta a ricorrere nuovamente ai servizi sociali, che però hanno incolpato la donna di negligenza e hanno chiamato in causa il giudice dei minori, che “ha emesso il provvedimento di allontanamento dalla casa familiare e di sistemazione del ragazzo presso una comunità”.«Prima di emettere il provvedimento – ha spiegato il procuratore capo presso Tribunale dei Minori di Brescia, Emma Avezzù – sono state percorse tutte le strade, senza ottenere alcunchè di positivo. Di lì la decisione. Il ragazzo sarà tolto alla famiglia, che però potrà regolarmente visitarlo. Se il percorso indicato sarà eseguito con regolarità, il giovane potrà far rientro a casa».Non potendo entrare in contatto con i servizi sociali, la madre si è appellata al Ccdu (Comitato dei cittadini per i diritti umani onlus), raccontando tutta la vicenda. «In questa vicenda – è stato il commento di Paolo Roat, rappresentante del Comitato – non si tiene conto della volontà del minore, come prescrive la convenzione di New York, ratificata anche dall’Italia e noi siamo determinati ad andare anche dal magistrato per far valere le ragioni del ragazzo il quale, è bene ribadirlo, vuole restare in famiglia».Di certo, un fatto che accade in un momento di particolare turbolenza nel mondo dei videogiochi, che, in un percorso di transizione che sta portando dai season pass alle loot box, si interroga sulla propria relazione con il gioco d’azzardo.Il vostro pensiero sulla faccenda?