No, non ci sono collegamenti tra violenza e videogiochi, ribadisce la American Psychological Association

Quante conferme serviranno per smettere di essere un capro espiatorio?

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a cura di Stefania Sperandio

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Qualche tempo fa, tornò di moda il sempreverde dito puntato contro i videogiochi, quando l’amministrazione statunitense concentrò i suoi riflettori sul fatto che i videogame violenti sarebbero causa di comportamenti violenti nel mondo reale. Un’accusa alla quale non mancarono le repliche degli studiosi, come quella che equiparò questa correlazione allo «stesso rapporto che c’è tra i suicidi e il numero delle banane.»

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Ora, arriva una nuova conferma che sottolinea ulteriormente il fatto che “esporsi” a videogiochi con contenuti violenti non sia causa di comportamenti violenti nella vita reale. A spiegarlo è la American Psychological Association (APA), che analizzando tutti i dati a sua disposizione, dopo un primo report del 2015, non ha cambiato idea. Nelle parole della dottoressa e presidente Sandra L. Shullman:

La violenza è un problema sociale complesso che, presumibilmente, si origina da diversi fattori che necessitano di attenzione da parte di ricercatori, legislatori e pubblico. Attribuire la violenza ai videogiochi non ha risonanza scientifica e sposta l’attenzione da altri fattori, come trascorsi di violenza – che sappiamo, dai nostri studi, essere la causa primaria per predire futuri episodi violenti.

Non ci sono, quindi, evidenze scientifiche sufficienti a sostenere che sia l’utilizzo di videogiochi violenti, a innescare l’uso di violenza che è tutt’altro che digitale.

Fonte: PCGamesInsider

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