No, portare The Witcher 3 su Switch non è stato facile

Saber Interactive racconta le fatiche che ha dovuto affrontare per portare Wild Hunt su Nintendo Switch

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Rendere realtà un gioco come The Witcher 3: Wild Hunt su Nintendo Switch è stato tutt’altro che facile. Ad assicurarlo è Saber Interactive, software house che ha curato il porting del videogioco di casa CD Projekt RED, che nel corso di un’intervista al CEO Matthew Karch ha ricordato alcuni momenti particolarmente critici dello sviluppo. Uno su tutti? La fase in cui il gioco girava a 10 fps e pesava ben più di quanto una cartuccia per Switch potesse contenere.

Le difficoltà di The Witcher 3 su Switch

Possiamo dire, in estrema sintesi, che se non ci fosse stata la ferrea volontà di riuscire nell’intento, difficilmente Wild Hunt sarebbe diventato realtà su Switch. Come ricorda Karch:

Quando avevamo finito la fase iniziale del porting, il gioco girava a 10 frame per secondo e occupava più del 50% della memoria di Switch. Oltretutto, aveva un peso che superava di più o meno 20 GB quello massimo delle cartucce per la console.

Tutte queste difficoltà si sono originate soprattutto dal dover lavorare con l’engine di CD Projekt RED, che era già stato pesantemente ottimizzato per fare in modo che il gioco rendesse al meglio sulle altre piattaforme.

Il certosino lavoro di adattamento è così passato per la “riduzione” di alcuni aspetti: si è deciso, ad esempio, di ridurre gli effetti di luce, così come il numero degli NPC, ma la sensazione che se ne ricavò fu quello di un mondo troppo vuoto. Come spiegato dal CEO:

Più ci lavoravamo, più ci rendevamo conto che queste cose erano essenziali, per l’aspetto e il feeling del gioco. Ad esempio, dopo aver ridotto del 30% il numero degli NPC, abbiamo iniziato a ottenere lamentele sui livelli, soprattutto Novigrad e Toussaint, perché davano la sensazione di essere vuoti. Abbiamo dovuto reintrodurre molte di quelle feature e trovare dei modi più creativi di ottimizzare il frame rate.

A quel punto, ci si è concentrati su animazioni, rendering, intelligenza artificiale, simulazione dei tessuti e altri aspetti tecnici: «in queste istanze», ha raccontato Karch, «non si è trattato tanto di decidere cosa sacrificare, ma più di scegliere come tenere le cose di cui il gioco aveva davvero bisogno.»

Si è così arrivati a una mappa per le luci personalizzata per il gioco, che ha messo insieme delle ombre dinamiche restituendo una sensazione il più vicina possibile alla build originale del gioco sulle altre piattaforme. Si è poi deciso di lavorare sulla vegetazione, che richiedeva moltissime risorse da Switch, per cui «abbiamo deciso di riscrivere l’algoritmo che determinava come l’erba veniva generata e renderizzata. Abbiamo anche cambiato il livello di dettaglio degli alberi, quello delle ombre, per fare in modo che rimanesse il più vicino possibile all’originale.»

Non ci sono dubbi che, con tutti i limiti tecnici del caso – e il fatto che, console portatile alla mano, si notino ovviamente delle differenze estetiche tra il giocare in handheld su Switch e il giocare su PC – The Witcher 3 su Switch rappresenti un piccolo miracolo, come vi abbiamo raccontato nella nostra recensione dedicata.

Il gioco in questa edizione è completo anche di tutte le espansioni, quindi se vi siete persi il nostro GOTY 2015 e intendete recuperarlo, magari giocandoci anche fuori casa, questa potrebbe essere una buona soluzione.

Intanto, avete già visto i nuovi poster della serie TV dedicata a The Witcher?

Fonte: IGN USA

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