Nintendo, come tante altre aziende, hanno reagito in maniera molto netta al comportamento della Russia nei confronti dell'Ucraina.
Se il caso più dirompente è stato quello degli sviluppatori di Stalker 2 (che potete supportare su Amazon) per via delle vicinanza tematica e geografica, non è di certo l'unica azienda che ha reagito allo scoppio del conflitto.
Alcuni sviluppatori indie hanno addirittura incoraggiati i giocatori a piratare un proprio titolo, per aggirare il blocco economico imposto dalla NATO.
E proprio Nintendo è stata tra le aziende più grandi che ha bloccato le vendite nel continente russo, sia per i contenuti digitali che quelli fisici.
Bloccare le vendite significa, ovviamente, fermare il flusso economico in una zona del mondo molto grande.
Proprio di questo ha parlato Nintendo, spiegando quali sono state ad oggi le cause di questo blocco nei confronti della Russia.
Come riporta Nintendo Everything, il presidente Shuntaro Furukawa e Satoru Shibata hanno discusso l'attuale situazione commerciale con la Russia durante l'ultima assemblea degli azionisti.
Furukawa ha confermato che, dal 4 marzo, la casa di Kyoto non spedisce alcun prodotto, inclusi quelli fisici, in Russia.
Nonostante ciò, sembra che questo non abbia provocato danni eccessivi a Nintendo, secondo Furukawa:
«Non discuteremo la quantità specifica dell'impatto, ma questo problema ha un effetto trascurabile sui nostri risultati finanziari complessivi, poiché le vendite in Russia sono solo una piccola parte delle vendite complessive del gruppo Nintendo.»
Gli fa eco Satoru Shibata che, tuttavia, riflette sul fatto che Nintendo dovrà sicuramente "riflettere seriamente" su come verranno gestiti in futuro gli affari in Russia, alla luce del cambiamento della situazione mondiale.
La quale speriamo possa essere brevemente solo un ricordo del passato, visto che ci sono casi come gli sviluppatori di Stalker 2 che devono imbracciare il fucile.
E che tutti i titoli in uscita, compresi degli attesissimi indie, possano finalmente vedere la luce in un mondo senza il conflitto in Ucraina.