Nier Automata End of YorHA | Recensione - Com'è su Switch?
Compromessi accettabili o tagli troppo netti?
a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: PlatinumGames
- Produttore: Square Enix
- Distributore: Koch Media
- Piattaforme: PC , PS4 , SWITCH
- Generi: Gioco di Ruolo , Azione
- Data di uscita: 23 febbraio 2017 (JPN) - 7 marzo 2017 (USA) - 10 marzo 2017 (EU PS4) - 17 marzo 2017 (PC) - 26 giugno 2018 (Xbox One) - 6 ottobre 2022 (Switch)
Nier Automata, pubblicato nel 2017 su PS4 e PC, e di lì a poco anche su Xbox One, è diventato in pochissimo tempo un classico: vuoi per il combat system sopraffino, vuoi per la genialità malata di Yoko Taro, vuoi per una struttura di gioco per nulla banale ed aperta alle run multiple, l'action RPG di Square Enix si è ritagliato un posto nel cuore degli appassionati nonché nella storia recente del medium videoludico.
E, come tutti i classici che si rispettino, da Skyrim in giù, è giusto che raggiunga quante più piattaforme possibili, a patto di non storpiarne cosmesi e gameplay per adattarlo a nuove console ospiti.
Sarà riuscita Nintendo Switch a rendere giustizia alle avventure di 2B?
Glory to mankind
L'umanità è solo un ricordo in bianco e nero nel mondo di Nier Automata, spazzata via da una serie di conflitti e costretta a rifugiarsi, nelle persone dei pochissimi sopravvissuti, su altri pianeti per non estinguersi del tutto.
Su quello che una volta era il nostro pianeta natale infuria invece una battaglia senza quartiere tra gli automi, fidi luogotenenti del genere umano, e le macchine, costrutti assai più primitivi e assetati di sangue.
La commistione tra gameplay e storytelling è totale, e la sensazione di mandare avanti la storia mentre si procede naturalmente con delle attività di gameplay è palpabile, e restituisce un piacevole senso di compattezza tra quanto viene raccontato e quanto il giocatore decide di fare a schermo.
Le analogie con l'attualità, l'umanità instillata in personaggi che, in quanto di silicio, non dovrebbero averne, i continui capovolgimenti di prospettiva aiutano a rendere il plot estremamente godibile: se fosse possibile una cancellazione selettiva di alcuni ricordi, proprio come in Men in black ma meno invasiva, sceglieremmo sicuramente di rimuovere quelli legati a Nier Automata, così da riscoprirne i più grandi plot twist come la prima volta.
Pastiche saporito
Difficile descrivere il gameplay di Nier Automata senza sembrare in preda alla più completa confusione: hack'n'slash, stylish action, action rpg, sparatutto orizzontale e verticale, twin stick shooter, bullet hell e chi più ne ha più ne metta.
Solo un genio folle come Yoko Taro poteva pensare che una tale accozzaglia di generi videoludici potesse convivere pacificamente, e solo un genio folle come Yoko Taro poteva effettivamente, come poi è stato, tradurre in un gameplay coeso e variegato tale proposito.
Giocato oggi, dopo un lustro ricolmo di produzioni di valore, Nier Automata non ha perso il suo smalto, e si propone ancora come uno dei migliori esponenti della categoria cui sono iscritti prodotti come Bayonetta (non a caso firmata dal medesimo team) e Devil May Cry.
La dozzina abbondante di ore necessarie a raggiungere per la prima volta i fallaci (chi sa, taccia) titoli di coda è costellata di sotto-esperienze gratificanti e fresche, che mirano a variare la formula e ad arricchire meccaniche di gioco che, anche al netto di questi inserti, sarebbero comunque risultate straordinarie per intensità, ritmo e spettacolarità.
Ci sono elementi presi da i generi più disparati che, contro ogni logica, funzionano incredibilmente bene insieme, cucite attorno ad una narrativa mai banale e zeppa di colpi di scena piuttosto pregnanti, a formare un unicum raramente così solido ed emozionante.
Inutile approfondire oltre: su questo gioco è stato scritto di tutto e di più, e trovate almeno un paio di recensioni più che esaustive sulle nostre pagine, ma basti sapere che nulla è cambiato in termini di dinamiche e modalità di gioco, e che nessuno degli ingredienti del piatto cucinato da Taro e PlatinumGames sono andati a male nel frattempo, anzi.
L'aggiunta delle opzioni per i controlli via giroscopio non ci ha entusiasmato più di tanto, perché un titolo tecnico e rapido come questo necessita di precisione e reattività nei controlli che non sempre il motion control riesce a garantire.
Prima di addentrarci nello specifico nell'analisi del versante tecnico di questo port, che è poi il punto focale di questo pezzo, urge una premessa: nonostante non potremo esimerci dal cantare le lodi del lavoro svolto, è ovvio che quella per Switch sia la versione esteticamente meno riuscita tra quelle attualmente sul mercato, e che quindi tutti coloro che posseggano almeno un'altra console (la versione PC non venne granché bene, per usare un eufemismo...) dovrebbero giocare alle release su piattaforma Sony o Microsoft e godere di frame rate raddoppiato, risoluzione mediamente più elevata e una maggiore ricchezza di dettagli e particolari tanto nelle ambientazioni quanto nei modelli poligonali degli avversari che riempiranno lo schermo.
Cionondimeno, nel paragrafo successivo è giusto rendere onore all'ottimo lavoro di port e rassicurare tutti coloro che non possedessero che Nintendo Switch sulla qualità finale del prodotto e sulla sua appetibilità a cinque anni e mezzo dal lancio originario.
Well done, guys
Il team Virtuos, di stanza a Singapore, non aveva nulla da dimostrare quando si parla di port eccellenti per la piccola console ibrida di casa Nintendo – dopo gli ottimi lavori svolti con le collection dedicate a Bioshock ed XCOM 2, Dark Souls Remastered e Dying Light, giusto per citarne alcuni.
Eppure, non paghi della nomea fin qui guadagnata sul campo, ci hanno regalato un altro port con i fiocchi, che rende giustizia al prodotto originale e, nei limiti delle minori capacità tecniche dell'hardware ospite, riesce a stupire per pulizia del codice e prestazioni, al netto di qualche inevitabile compromesso nel comparto illuminazioni e nella qualità generale delle texture.
Il character design, l'eccellente comparto animazioni, la direzione artistica che sopperisce, in qualche modo, ad un budget tutt'altro che stratosferico: tutto ciò che ha fatto di Nier Automata un titolo di culto ha passato indenne non solo la prova del tempo ma anche il processo di conversione ad una macchina meno performante come Switch.
In termini di risoluzione, non è peregrino gridare al miracolo, se si pensa che al lancio, cinque anni or sono, la versione PS4 girava a 900p: su Switch la modalità docked è equiparabile a quella per PS4 Pro, che girava in full HD, mentre in modalità portatile si attesta sui 720p come da consuetudine.
Dov'è il trucco, vi starete chiedendo: beh, come già avvenuto con tutti i port cosiddetti "impossibili" che hanno graziato Switch negli ultimi anni, c'è all'opera la risoluzione dinamica, che riduce quando opportuno la qualità dell'immagine per garantire un frame rate sempre solido, sebbene non del tutto ineccepibile.
Complici la velocità dell'azione e la frenesia dei combattimenti con nemici multipli, anche l'occhio più attento faticherà a riconoscere i momenti in cui la risoluzione adattiva si mette all'opera, sfocando un po' i fondali ed impastando certe costruzioni poligonali.
Siamo nell'ambito dei 30 fps stabili, contro i 60 fps (non sempre ineccepibili, però) delle altre edizioni sul mercato, con qualche calo sporadico (il luna park è sempre stata una zona complessa per il motore di gioco) solo nelle situazioni più concitate o nelle aree più vaste da esplorare, ma nessuno dei (rari) balbettii del frame rate ha mai impattato sulla godibilità del titolo durante le nostre ore di prova.
Nota di merito per la presenza dell'antialiasing, che non era presente né sulle versione PS4 e nemmeno sulla più potente Xbox One X, che pure upscalava la risoluzione fino al 4K: ulteriore testimonianza dell'impegno profuso da Virtuos nella realizzazione di questo port, che in taluni, piccoli aspetti riesce persino a sopravanzare le versioni lanciate sul mercato oltre cinque anni fa.
Avrebbe forse aiutato l'impiego del motion blur, che invece è assente, perché avrebbe mascherato alcuni degli artefatti grafici legati alla risoluzione dinamica, ma non è detto che questa feature non sia aggiunta dal team di sviluppo in un secondo momento.
Abbiamo poi trovato accettabili i tempi di caricamento, meno il fatto che in alcune sezioni il gioco denunci ritardi legati allo streaming degli asset di superficie, con qualche texture che prende forma con uno o due secondi di ritardo rispetto al resto dell'ambientazione.
C'è poi poco da lamentarsi in quanto ad offerta contenutistica: dopo nove run distribuite tra PS4, Xbox One X e Switch, siamo riusciti a visionare solamente cinque degli oltre venti finali complessivi che quel pazzo di Yoko Taro ha infilato nella sua opera.
Questa versione per Nintendo Switch include una miriade di elementi estetici precedentemente usciti post-lancio come dlc, alcune missioni secondarie aggiuntive e tre arene di combattimento (da sbloccare, non immediatamente disponibili) che consentono di affinare i propri riflessi con l'eccezionale sistema di combattimento.
Ma, per essere totalmente chiari, non sono queste misere aggiunte contenutistiche il motivo per cui chi possiede solamente Nintendo Switch dovrebbe correre ad acquistare una copia del gioco (meglio se fisica come quella presente su Amazon, visti gli splendidi artwork inclusi): Nier Automata è uno di quei titoli che vanno giocati a prescindere, che dovrebbero far parte del bagaglio videoludico di ogni giocatore che voglia chiamarsi tale, perché rappresenta come pochi l'apice della congiunzione perfetta tra narrativa e gameplay in un videogioco.
L'unica raccomandazione che ci sentiamo di fare riguarda i controlli, e l'obbligo morale nei confronti del team di sviluppo e del raffinato combat system messo in piedi, è di dotarsi di un Pro Controller: se questa scelta è invero consigliata per tantissime categorie di prodotti su Switch, in questo caso rappresenta una soluzione quasi obbligata per non dover combattere, oltre che contro le macchine assassine, anche contro la scarsa corsa degli analogici dei joy-con e le ridotte dimensioni della loro impugnatura.
Chiosa finale per il prezzo, che troviamo allettante tanto in rapporto alla qualità del prodotto offerto quanto alla sostanziale assenza di contenuti davvero inediti: quaranta euro, considerato il plus di poterci giocare ovunque, ci sembra una cifra ragionevole ed un ostacolo in meno sulla strada dell'acquisto (o del download).
Voto Finale
Conclusioni Finali di SpazioGames
Pro
-
Unione unica tra narrativa e gameplay
-
Eccezionale combat system
-
Un riuscitissimo mix di generi
-
Port di ottima fattura
Contro
-
Non la migliore versione del gioco in assoluto
-
Nessun contenuto inedito a parte qualche costume