Quella che stiamo vivendo è la prima estate senza E3 da quando l’E3 esiste. A causa del COVID-19, come sappiamo, la fiera di videogiochi più famosa del mondo è stata cancellata e sostituita da tanti eventi digitali indipendenti, spesso radunati sotto l’etichetta della Summer Game Fest coordinata da Geoff Keighley. A prescindere dal virus, tuttavia, sappiamo che la salute della kermesse già prima fosse tutt’altro che rosea, al punto che nel 2019 PlayStation decise di saltarla a pie’ pari.
La domanda, allora, si pone da sé: si può fare a meno dell’E3? Secondo i dati analizzati dagli analisti di SuperData, assolutamente sì. Sicuramente, può farlo Sony: il suo evento dedicato a PlayStation 5 – magari complice anche l’orario, che non ha tagliato fuori tutta Europa come solitamente accadeva per il keynote all’E3 – ha messo insieme su Twitch 1,51 milioni di stream. Per confronto, la conferenza E3 2019 di Xbox ha messo insieme 940.000 stream, quella Nintendo 560.000.
La cosa, però, si direbbe convenire anche a Ubisoft: la compagnia francese, uno degli zoccoli duri delle conferenze all’E3, ha avuto un impatto più forte con il suo Ubisoft Forward del 2020 che con la conferenza all’E3 2019. Si parla, infatti, di 1,02 milioni di spettatori medi su Twitch, contro i 750.000 dell’evento all’E3 del 2019.
Emerge, insomma, che distanziare gli annunci eviti accavallamenti e “oscuramenti” tra le diverse compagnie, e che trovare anche orari più consoni a grosse fette di pubblico (come nel caso di Sony) sia molto favorevole per consentire di fare presa sul grande pubblico. Se nel 2021 dovesse tornare l’E3, com ESA ha già anticipato, quindi, sarà necessario rinnovarsi e cambiare le carte in tavola, per convincere i grandi publisher a calcarne il palcoscenico anziché organizzarsi da sé come fatto quest’estate.
Fonte: SuperData | VIA: ResetEra
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