Nemmeno gli sviluppatori sapevano nulla della chiusura di Google Stadia

Google non aveva avvertito nemmeno gli sviluppatori sulla chiusura di Stadia.

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a cura di Francesco Corica

Staff Writer

Durante la scorsa giornata, Google ha annunciato la dolorosa fine del progetto Stadia: un epilogo che, per molti appassionati, appariva purtroppo quasi scontato fin dai primi giorni, ma che ha comprensibilmente deluso chi ci aveva creduto fin dall'inizio.

Il servizio di giochi in streaming non è mai riuscito realmente a imporsi sul mercato, faticando ulteriormente dopo l'arrivo di competitor agguerriti come il Cloud Gaming offerto su Xbox Game Pass Ultimate (che trovate in sconto su Amazon).

La casa di Mountain View ha così annunciato che a partire dal 18 gennaio 2023 Stadia sarà chiuso per sempre, annunciando però l'intenzione di rimborsare tutti gli utenti che hanno acquistato giochi o componenti hardware.

Nelle ultime ore è però emerso un ulteriore dettaglio davvero sorprendente: sembra infatti che la decisione di Google sia stata così improvvisa da cogliere di sorpresa perfino gli stessi sviluppatori di videogiochi.

PCGamer ha infatti raccolto diversi commenti dagli sviluppatori sui social network, che hanno svelato in alcuni casi di aver appreso la notizia direttamente dai siti di informazione pochi istanti dopo l'annuncio ufficiale, senza essere stati informati da Google.

Alcuni di essi stavano perfino lavorando a titoli che sarebbero usciti a distanza di poche settimane, se non di giorni, come raccontano le seguenti testimonianze: la più clamorosa è sicuramente quella di Tom Vian, autore di Tangle Tower che doveva uscire su Stadia addirittura l'1 ottobre, ovvero domani.

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Una vicenda sicuramente spiacevole che ha colto di sorpresa molti sviluppatori, che adesso dovranno programmare nuove strategie e che, al momento, non sanno nemmeno se rivedranno i soldi spesi per la produzione dei loro titoli.

Si tratta dell'ennesima conferma che la visione della casa di Mountain View per questo ambizioso servizio di giochi in streaming non è mai stata realmente chiara, fin dal suo debutto: vedremo se la chiusura di Stadia porterà o meno ripercussioni o ripensamenti sugli investimenti nel cloud gaming da parte delle altre compagnie videoludiche.

Considerando che, fino a pochi mesi fa, Google aveva annunciato trionfalmente che Stadia non stava chiudendo, diventa davvero difficile non comprendere la rabbia non solo da parte della community, ma anche degli stessi sviluppatori.

Per l'azienda sembra dunque arrivato il momento di passare a un vero e proprio piano B: utilizzare la sua tecnologia non solo per migliorare i servizi già esistenti, ma plausibilmente per finalizzare accordi con compagnie di terze parti.

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