NBA 2K19, la recensione del nuovo capitolo della serie cestistica
Advertisement
a cura di Francesco Ursino
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Visual Concepts
- Produttore: 2K Sports
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
- Generi: Sportivo
- Data di uscita: 7 settembre 2018 (Anniversary) - 11 settembre 2018 (Standard)
Mai come quest’anno il mercato dei videogiochi di basket pare essere a un bivio. Dopo anni di dominio incontrastato, la serie NBA 2K sembra iniziare a perdere quello slancio che la rendeva la scelta assoluta (e in alcuni casi unica) per gli appassionati della palla a spicchi. Il competitor del titolo Visual Concepts, ovvero NBA Live, ha saputo ritagliarsi un suo spazio nel cuore dei giocatori facendo leva su tutto quello che NBA 2K non è, o non è più. Se NBA 2K è il grande titolo sportivo curato nel dettaglio, ricco di modalità ma falcidiato dalle microtransazioni, NBA Live è l’antagonista magari più grezzo ma immediato.
Considera il cestista
Cleveland, this is for you! Anche noMyTeam, l’equivalente cestistico di Fifa Ultimate Team, torna con il torneo Unlimited, che consiste in sfide online finalizzate al raggiungimento della fase finale della competizione. In MyTeam, in ogni caso, quest’anno è possibile affrontare modalità in single player e multiplayer, tra le quali rientrano le sfide 3 vs 3. Superando le prove settimanali e le sfide periodiche, inoltre, è possibile accumulare valuta necessaria a sbloccare ricompense di varia rarità; a tutto ciò si affiancano i tradizionali pacchetti, comprendenti giocatori, schemi, arene, divise e quant’altro. Passando alla modalità MyGM, dobbiamo segnalare la possibilità di riprendere la storia dello scorso anno, che evolverà nella nascita di una nuova squadra di espansione. Nella lunghissima (troppo lunga) fase di introduzione, basata su dialoghi testuali, il giocatore è chiamato a ingaggiare lo staff e a scegliere i giocatori che faranno parte della squadra, attingendo dai free agent e dalla classe del draft 2018. Chi vuole un’esperienza più snella può optare per la sempre valida modalità MyLeague, completamente personalizzabile, e presente anche nella controparte Online. Vale la pena sottolineare, in questo ambito, alcune novità nella gestione della squadra, come l’introduzione dei mentori. Il funzionamento è simile a quello visto in Football Manager: affiancando un veterano a un giovane, possibilmente dello stesso ruolo, sarà possibile migliorarne alcune caratteristiche, corrispondenti fino a tre badge del cestista più giovane.
Le novità del gameplay
Kenny e Shaq ci sono, Charles noGraficamente, NBA 2K19 è un gioco molto, molto bello da vedere. Il grande merito del titolo Visual Concepts rimane quello di saper proporre un’atmosfera realmente simile a quella delle partite della NBA. Tutto è curato nei dettagli, dai giocatori che effettuano il riscaldamento con la tuta hoodie all’intera presentazione televisiva. Ci sono ancora aree in cui migliorare, comunque: alcuni giocatori, come PJ Tucker e Raymond Felton, sono ancora troppo snelli. Al consueto show che precede e segue la partita, in cui però segnaliamo ancora una volta l’assenza del vulcanico Charles Barkley, si affianca poi la solita, eccellente telecronaca in inglese. In questa edizione si segnala il ritorno di alcune “guest star”, come Kobe Bryant e “The Big Ticket”, Kevin Garnett, così come l’arrivo di Bill Simmons. A tutto questo, ovviamente, vanno a sommarsi gli interventi da bordo campo di David Aldridge, i commenti tecnici di Doris Burke, Brent Barry e altri. Il risultato, sebbene inizino a notarsi frasi ripetute da un anno all’altro, è semplicemente inarrivabile per qualsiasi altro titolo sportivo in circolazione. La cura per l’audio è talmente elevata che, durante il Preludio, è possibile giocare le partite del campionato cinese di A.I. con la telecronaca affidata a due famosi commentatori locali, Su Qun and Yang Yi. Sono anche questi i particolari che fanno della serie NBA 2K un prodotto che ormai è un vero fenomeno culturale riconosciuto e accolto dagli stessi giocatori della lega, come è possibile vedere negli episodi della 2KTV, condotti dalla sempre ottima Rachel DeMita.
Miglioramenti vari in gameplay, animazioni e gestione difensiva
Il Preludio con la storia migliore di tutta la serie
Consueta presentazione ai massimi livelli
Tantissimi contenuti e modalità offline e online
Le microtransazioni tolgono equilibrio e senso di progressione ad alcune modalità online
9.0
Lo scorso febbraio, nel corso della sua quattordicesima stagione da professionista, LeBron James si è regalato un mese da tripla doppia di media. Ha fatto notizia, certo, ma per uno dei giocatori migliori di sempre è sembrata quasi una cosa scontata. Se, come dicevamo in sede introduttiva, la serie NBA 2K è il LeBron James dei giochi di basket, allora anche NBA 2K19 è considerabile l’ennesima tripla doppia di Visual Concepts. Ed è forse per questo che la mole enciclopedica di contenuti e modalità del gioco viene considerata un qualcosa di atteso e prevedibile. Ragionare così, però, equivale a sminuire il grande lavoro svolto quest’anno in sede di gameplay, che appare migliorato in alcuni aspetti, ma anche con il Preludio, che propone la migliore storia di tutta la serie. Così come la stagione di LeBron ha avuto alcune macchie, anche il gioco 2K porta con sé il grave fardello delle microtransazioni, che tolgono equilibrio e competizione soprattutto alla modalità MyPlayer. Preferire Embiid a James, così come NBA Live 19 a NBA 2K19, è un’idea valida anche per questo, ma ancora non del tutto condivisibile.
Voto Recensione di NBA 2K19 - Recensione
Advertisement