Molestie online in aumento anno su anno: sondaggio elenca le più diffuse

I numeri parlano chiaro (e il panorama è desolante)

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a cura di Francesco Bellacicco

Redattore

Giocare online può comportare l'esposizione a una lunga serie di episodi sgradevoli, perpetrati da altrettanti videogiocatori inclini a comportamenti tossici e profondamente offensivi.

Ne sanno qualcosa gli utenti alle prese con prodotti molto popolari come quelli della serie Call of Duty e numerosi altri che condividono la medesima affluenza di ampie porzioni di pubblico.

Gli atteggiamenti deleteri, che possono rapidamente sfociare in molestie, non si limitano al rapporto tra videogiocatori e hanno più volte invaso l'industria, come nel recente caso Activision Blizzard.

Discorso analogo per quanto riguarda Ubisoft: dopo le segnalazioni arrivate nei mesi scorsi è stata avviata un'altra indagine in uno studio di Singapore per fare luce su un'accusa analoga.

Ulteriori brutte notizie arrivano da un sondaggio condotto su iniziativa dell'Anti-Defamation League, che di certo non lascia ben sperare su un'immediata riduzione del femoneno.

Il 2021 è il terzo anno in cui l'ADL si occupa di uno studio del genere, e stavolta non sono stati inclusi solo gli adulti, ma anche i giocatori più giovani, dai 13 ai 17 anni.

Il risultato dimostra che cinque adulti su sei (di età compresa tra i 18 e i 45 anni, circa l'83%) hanno confessato di essere stati vittima di molestie durante le loro partite online.

Il fenomeno sembra ridursi se ci si focalizza sul pubblico più giovane, con tre utenti su quattro (60%) vittime dello stesso fenomeno.

In merito alla natura delle molestie, si passa dal suprematismo bianco, riscontrato dall'80% degli utenti adulti e dal 10% dei giocatori più giovani, alla negazione dell'Olocausto. Un risultato a dir poco desolante.

Come riportato da TheGamer, rispetto allo scorso anno sono aumentati dell'8% i casi legati all'identità di genere indirizzati contro gli adulti che si identificano nel sesso femminile, dell'11% quelli diretti contro gli afroamericani e del 12% quelli associati agli asioamericani.

Che alcuni giochi facciano perdere completamente il controllo agli utenti può anche essere comprensibile, ma cercare di risolvere una disputa videoludica in un modo del genere è qualcosa di oggettivamente deplorevole.

Un altro sondaggio interessante (e molto meno preoccupante) condotto in tempi recenti riguarda la preferenza tra protagonisti maschili o femminili, in merito alla quale è stato chiesto ai giocatori di esprimere il loro parere.

Al di là di questi episodi, c'è chi ritiene che gli adulti non dovrebbero sprecare la vita giocando, ma stroncare una passione alla radice non ridurrebbe di certo la drammatica incidenza dei fenomeni di molestie.

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