Malagò, presidente del CONI, alla Rai: eSport alle Olimpiadi nelle barzellette

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Di recente, ha fatto molto parlare di sé il fatto che gli esport siano ormai considerati come vere e proprie discipline olimpiche competitive. Ecco perché qualche ora fa, nel corso della trasmissione “Che tempo che fa”, Fabio Fazio ha deciso di proporre l’argomento a Giovanni Malagò, presidente del CONI. Senza entrare nel merito della questione olimpica, il quadro che emerge fa il paio con l’articolo di cui vi abbiamo parlato nel weekend sul giovane «malato di PlayStation» per fornirci un quadro abbastanza chiaro di quanto i media italiani sappiano effettivamente di un’industria mastodontica, e del modo in cui si rapportano con essa.«Complimenti, in quanto presidente del CONI ora lei erediterà anche i videogiochi» esordisce Fazio, ridacchiando e ottenendo in risposta una risata da Malagò. «Ne è contento? Come se la cava con gli Space Invaders?» aggiunge il conduttore, dimostrando di non avere la più pallida idea di cosa sia un esport. Fabio Fazio«Domani il direttore generale del CIO verrà da me a parlare di questo» ha rivelato Malagò, mentre Fazio borbotta il nome di un altro videogioco che non ha niente a che vedere con il discorso: «Super Mario.»Malagò approfondisce quindi la sua disamina sulla questione videoludica, che viene sempre inevitabilmente vista nell’accezione negativa della dipendenza e delle sedentarietà, a quanto pare: «con questi videogiochi ci giocano milioni di persone, soprattutto ragazzi. È tutto sbagliato, mi permetto di dire: visto che ci sono delle competizioni a tema e visto che purtroppo ci sono sopra dei denari, allora bisogna regolamentarli, dobbiamo regolarli.»Quando Malagò tira fuori la necessità di assicurare misure anti-doping, Fazio rincara la dose chiedendo «doping per giocare a Super Mario?». A questo punto, il presidente del CONI ammette che «guardi, io non ho mai giocato quindi nemmeno so come funziona, ma non per Super Mario. Se lei però fa una competizione e mi sta sveglio tutta la notte perché magari la fanno in Australia o in Florida, ho il sospetto che ci sia qualcosa che non va, quindi bisogna mettere delle norme.» Infine, Malagò sentenzia che «ciò detto, è una barzelletta che questi videogiochi, scusi se glielo dico, entrino alle Olimpiadi. Stia tranquillo, questo problema non c’è Giovanni Malagò, presidente del CONIDal momento che le immagini valgono più di un milione di parole, potete vedere voi stessi l’intervento di Malagò nel video qui sotto, a partire da 21:10 minuti circa.

In mezzo a tutto questi, noi vogliamo ricordare che alcuni dati abbastanza recenti, come quelli del 2016, parlano di un mercato da oltre 1 miliardo di euro per i videogiochi in Italia (fonte AESVI). Nel medesimo report, si parlava di oltre 25 milioni di videogiocatori in Italia: “sul fronte dei consumatori invece è emerso che sono oltre 25 milioni i videogiocatori sopra i 14 anni (50,2% della popolazione italiana). Un pubblico di appassionati sempre più adulto: 6 videogiocatori su 10 hanno infatti tra i 25 e i 55 anni.” Se il lato consumatori non è sufficiente, parliamo anche dell’industria come prospettiva di lavoro: nel giro di due anni, dal 2014 al 2016. il giro d’affari nel Belpaese è aumentato da 20 milioni di euro ai 40 milioni di euro nel 2016, con aziende che coinvolgono sempre più giovani (età media di 33 anni) e sempre più persone che si sono specializzate studiando nel campo. Speriamo, prima o poi, che sulla TV Nazionale si parli anche di questo, anziché scambiare Space Invader e Super Mario per esport.

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