Lost in Random | Recensione – Divertimento stiloso
Molto di più di una tenebrosa fiaba interattiva?
a cura di Marino Puntorieri
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Zoink!
- Produttore: Electronic Arts
- Distributore: Electronic Arts
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , SWITCH , PS5
- Generi: Gioco di Ruolo , Action Adventure , Gioco di carte
- Data di uscita: 10 settembre 2021
Poco più di una settimana addietro avevamo testato le prime ore di Lost in Random, rimanendo incuriositi da quei contorni da fiaba così oscura e grottesca per i quali non riuscivamo proprio a staccare gli occhi dal monitor, e con una storia dall’enorme potenziale tutta da scoprire.
Consci di aver scalfito solo la superficie di un progetto che prometteva un’avventura tanto affascinante dal punto di vista estetico quando gratificante sul piano prettamente ludico, siamo tornati a vestire i panni della minuta Even e il suo amico Dicey per approfondire – questa volta definitivamente – il lavoro dei ragazzi di Zoink Studios, con la sincera volontà di far luce sugli oscuri segreti che si annidano in ogni angolo del variopinto Regno di Alea.
Senza girarci troppo intorno, vi anticipiamo come Lost in Random rappresenti l’ennesima chicca targata EA Originals volta a ricordarci, sempre che ce ne fosse bisogno, che anche le produzioni più piccole possono destreggiarsi in quel mare di squali che è il mercato videoludico moderno con personalità, ottenendo, al netto di qualche compromesso, i giusti e meritati riconoscimenti.
Il bello del caos è che è equo
Nel Regno di Alea una dispotica regina comanda con il pugno di ferro gli abitanti, seminando il terrore mediante l’uso della forza bruta e di un oscuro dado che rappresenta l'unica (apparente) fonte di un antico e misterioso potere.
Tutti si piegano alla volontà del dado nero della Regina e ogni suo lancio sancisce con ineluttabilità il destino di tutti i cittadini. Raggiunti i dodici anni, infatti, ogni giovane ha l’opportunità di lanciare quel magico cubetto per cambiare il proprio destino e passare il resto della vita in uno dei sei reami che riflettono le varie facce del dado stesso.
La storia di Lost in Random inizia proprio nella città natale di Even, situata nei bassifondi del reame di Primagora, dove assistiamo al rapimento, da parte degli scagnozzi della Regina, dell’amata sorella Odd, dopo che aveva ottenuto un sei pieno dal lancio del magico dado. Un risultato che la obbliga a passare il resto dell’esistenza al fianco del tiranno in quella che possiamo considerare l’upper class del Regno di Alea, ovvero il reame di Sest’Incanto da tutti considerato – almeno sulla carta – come vero e proprio paradiso al quale aspirare per una vita ricca di privilegi.
Passato un anno da quel tragico avvenimento, Even intraprende un viaggio attraverso i sei tenebrosi reami per salvare Odd dalle grinfie della Regina, facendo amicizia (tra mille peripezie) con un piccolo dado senziente: quest'ultimo è capace di sprigionare un antico potere in grado di destabilizzare i vari e contorti inganni tramati con astuzia dal despota per tenere sotto scacco l’intera popolazione di Alea.
La trama che man mano si dipana giocando Lost in Random segue per certi versi i canovacci tipici della fiaba tradizionale, attraverso una piccola evoluzione caratteriale della giovane protagonista enfatizzata dal rapporto con il sempre più amico e fidato compagno Dicey; dalla testardaggine e caparbietà delle prime ore, passando allo sconforto e alla rabbia, fino alla consapevolezza e accettazione dei propri limiti, Even mette in gioco tutta se stessa per superare i vari ostacoli che la separano dal ricongiungimento con l’amata sorella.
Parliamo di tanti piccoli dettagli che impreziosiscono l’intera esperienza di un’interessante, e per certi versi criptica, valenza introspettiva, con numerosi dialoghi tra svariati NPC pronti ad arricchire il background della storia, magari con qualche dilemma morale e punti vista mai banali. Parliamo di dialoghi e comportamenti figli di una cieca obbedienza o di un pensiero tanto contorto quanto estremamente razionale, a seconda del reame che andiamo ad esplorare, ricco di storie e vicende a sé stanti sulle quali far luce.
Even in questo contesto rappresenta una vera e propria mina vagante per i piani della Regina e, durante le dodici ore necessarie per raggiungere l’epilogo, siamo rimasti colpiti dal continuo susseguirsi degli eventi, che propone una trama che schiva con abilità tutte quelle soluzioni che sarebbero risultate più banali e che invece – grazie anche al peculiare comparto stilistico – viene sconquassata dalle variopinte interazioni con altri personaggi chiave o semplice con le comparse.
Rimane comunque una certa linearità di fondo ed è evidente la scelta di mantenere alcuni paletti di riferimento, oltre ai quali il team di sviluppo non ha voluto proprio spingersi. Sotto quest’aspetto rimane solo un po’ di rammarico per non aver osato di più in alcuni punti della seconda metà dell’avventura, così come nel suo epilogo che comunque ci ha lasciati soddisfatti e speranzosi per un ipotetico seguito.
Chi di spada ferisce di dado perisce
Pad alla mano, per quanto riguarda il combat system di Lost in Random non possiamo che confermare le buone sensazioni riscontrate durante il primo test, con i ragazzi di Zoink Studios che propongono numerosi combattimenti in arene circoscritte contro schiere sempre più variegate di nemici.
Si tratta di combattimenti che alternano un minimo di studio e tattica, a seconda delle carte a disposizione in una specifica mano, alla frenesia scaturita dall'effettivo utilizzo di uno o più attacchi volti a sconfiggere i nemici nel modo più spettacolare e ingegnoso possibile.
La piccola Even è in tutto e per tutto una minuta ragazzina che può esclusivamente sfruttare la propria agilità, per schivare gli attacchi avversari, e una fionda, per colpire alcuni cristalli utili a ricaricare il potere del fido compagno. In questo caso, parliamo di un potere che ci permette di pescare fino a cinque carte da un mazzo di quindici estremamente personalizzabile, facendoci andare a sfruttare il risultato ottenuto dal lancio del dado per evocare uno o più (ulteriori) poteri a seconda del counter ottenuto.
L’imprevedibilità di questa meccanica rappresenta uno degli aspetti più riusciti e caratteristici di Lost in Random; come ogni gioco di carte che sfrutta i dadi e il loro casuale risultato, ci saranno delle mani dove non riusciremo ad ottenere un numero abbastanza alto per evocare le carte ottenute, altre dove potremo utilizzarle tutte e cinque in combinazione senza problemi, e altre dove dovremo per forza scegliere come comportarci a seconda delle risorse a disposizione.
Considerando la presenza di 34 carte ben differenziate per attacco, difesa o trappole, le possibilità non mancano di certo e possono andare incontro alle peculiarità di ogni videogiocatore – tra chi preferisce uno stile completamento offensivo o chi uno più cauto, attivando barriere ed evocazioni di supporto.
Attivando il potere di Dicey il tempo si ferma e potremo ragionare con calma sul come utilizzare le carte pescate prima di tornare a schivare e riaccumulare energia dai cristalli, amalgamando tattica e azione in un connubio che non potevamo proprio non apprezzare.
Complice di tutto questo è una discreta varietà di nemici – pronto a coglierci alla sprovvista in superiorità numerica – che rende la risoluzione di ogni combattimento decisamente appagante, al netto di una difficoltà generale abbastanza permissiva.
Qualcosina in più per le boss-fight presenti, utili per ingranare ulteriormente la marcia, si sarebbe potuto fare, mentre apprezziamo senza riserve i giochi da tavolo introdotti: ci sono, infatti, alcune parti in cui il lancio del dado ci consentirà letteralmente di far avanzare una pedina in un percorso, eliminando man mano i nemici e alcuni ostacoli che si frapporranno fra noi e l'ultima casella di gioco.
Racconto di buio e crepuscoli
Se consideriamo narrazione e gameplay di Lost in Random come due facce della stessa medaglia non possiamo che attribuire al comparto stilistico il ruolo di collante perfetto per ciò che viene proposto su schermo.
Fin dal primo annuncio eravamo rimasti colpiti dai toni a metà tra il drammatico e il grottesco, per una fiaba che alterna con discreta maestria momenti più cupi e ragionati ad altri dai toni decisamente più leggeri. L’esplorazione dei vari reami che compongono il Regno di Alea ci permette di approfondire, senza allontanarci troppo dal filone principale, storie di quotidiana follia attraverso il racconto di creature dalle forme più oscure e bizzarre con le quali fermarsi per due semplici chiacchiere o qualche breve missione secondaria.
Parliamo di situazioni che ci permettono di ottenere risorse extra utili per acquistare carte più potenti dal venditore Max Mazzieri – letteralmente un armadio vivente con gambe e braccia pronto a seguirci ovunque per i suoi affari – oppure ottenere alcune pagine misteriose che se collezionate ci permettono di far maggior chiarezza sugli avvenimenti passati al regno della crudele Regina e al potere dei dadi.
I momenti, insomma, per trattenersi due minuiti in più tra i vicoli delle varie location non mancano di certo, ma non rendono mai l’esperienza in sé dispersiva come sarebbe potuta risultare se il team si fosse concentrato su un approccio più open world. Per il coinvolgimento, poi, non si può non dar merito al risultato ottenuto grazie alla direzione artistica e soprattutto attraverso la scelta della palette cromatica — così sporca e volutamente ricca di sbavature, sui colori freddi per enfatizzare i toni tenebrosi più volte menzionati.
Piccola menzione speciale anche per il comparto sonoro, ricco di arrangiamenti calzanti e puntuali nell'enfatizzare le mille peripezie vissute dai due impavidi protagonisti.
Tecnicamente parlando, infine, Lost in Random si difende egregiamente e la nostra prova su PC di ultima generazione ci ha permesso di giocare in modo continuo senza problemi o bug di sorta, se non per qualche sporadico calo di frame durante i combattimenti più concitati negli spazi ristretti.
Il lavoro della software house sotto l’aspetto dell’ottimizzazione è ottimo, con il gioco disponibile attraverso requisiti accessibilissimi anche per le configurazioni meno performanti, senza così il rischio di perdersi il buon livello raggiunto dai disegni realizzati sia per i personaggi sia per le ambientazioni.
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Voto Recensione di Lost in Random - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Storia coinvolgente che si basa sul rapporto tra Even e Dicey…
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Stilisticamente ha carattere da vendere
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Il combat system amalgama azione e tattica con astuzia
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Numerose carte tra le quali scegliere per la personalizzazione del mazzo
Contro
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… Ma arrivati sul finale si perde un po’ la magia costruita nella prima metà di gioco
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Sulle boss fight si poteva fare uno sforzo ulteriore