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The Lord of the Rings: Gollum | Recensione - Ma perché?

The Lord of the Rings: Gollum arriva dopo una sequela di rinvii che avevano notevolmente affievolito le speranze per il progetto. Scopriamo com'è andata.

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

In sintesi

  • Un progetto incomprensibile, che dimenticherete un minuto dopo averlo finito
  • Meccaniche di gameplay troppo datate e prive di guizzi
  • Interessante l'idea del conflitto interiore, ma in termini di effetti tangibili non porta nulla

Informazioni sul prodotto

Immagine di The Lord of the Rings: Gollum
The Lord of the Rings: Gollum
  • Sviluppatore: Daedalic Entertainment
  • Produttore: Daedalic Entertainment
  • Distributore: Nacon
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , SWITCH , PS5
  • Generi: Azione , Avventura
  • Data di uscita: 25 maggio 2023 - TBA 2023 (Switch)

Ci sono delle idee che, sulla carta, appaiono decisamente bislacche e strampalate ma che poi, pad alla mano, funzionano e divertono, facendoci cambiare opinione rispetto a quella che era stata la prima impressione.

Ecco, ci sono questi casi, e poi c’è The Lord of the Rings: Gollum. Il titolo, sviluppato da Daedalic, è un action/stealth che ci mette nei panni della tragica figura nata dalla penna di Tolkien, ed è attualmente disponibile su PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One e PC, con una versione Nintendo Switch in arrivo nel corso dell’anno.

Se siete appassionati dei lavori di Tolkien o degli adattamenti cinematografici di Jackson, potreste trovare bizzarra l’idea di basare un gioco interamente sulla figura di Gollum. Dopo la nostra run, possiamo confermarvi che no, il gioco non vi farà cambiare idea.

Scopriamo insieme perché.

Erano così preoccupati da poterlo fare che non hanno pensato se lo dovevano fare

Partiamo dalla storia de Il Signore degli Anelli: Gollum (che chiamaremo ISDA: Gollum per brevità). La storia è un prequel rispetto alle vicende narrate ne La Compagnia dell’Anello e, nello specifico, prende piede durante degli eventi narrati nel prologo, cioè quando Gollum viene rapito dagli sgherri di Sauron per fargli rivelare chi sia in possesso dell’Unico Anello.

Vedremo quindi i giorni della prigionia di Gollum, che incontrerà anche volti noti per gli appassionati – come Gandalf, preoccupato dalla possibilità che il fu hobbit possa avere rivelato all’Oscuro Signore la posizione dell’Anello, mettendo a rischio non solo la Contea, ma l’intera Terra di Mezzo.

Gollum non riesce minimamente a tenersi sulle spalle il peso di una storia fiacca e priva di spunti.
Ora, non vogliamo rovinarvi la storia (per quanto poco ci sia da rovinare), dunque non vi faremo spoiler, ma potrete capire già dalla premessa narrativa che qualcosa non va. Innanzitutto, perché fare un prequel proprio su Gollum? Una creatura di cui già conosciamo tutto, il suo passato, la sua caduta, il suo incontro con Bilbo prima e con Frodo poi, fino al suo ultimo giorno nel Monte Fato.

Il gioco non riesce a rispondere a questa domanda, proponendo una storia fiacca, priva di spunti interessanti, che non giustifica la scelta di un protagonista così particolare.

L’altro problema di Gollum, proprio come personaggio stavolta, è che in questo momento della sua vita è ormai privo di un raziocinio che possa definirsi tale; la sua vita ruota intorno ai suoi bisogni animaleschi e alla bramosia di riottenere l’Anello, unico vero tarlo della sua mente ormai spezzata.

Capirete che un personaggio di questo tipo non è in grado di reggere un’avventura da protagonista sulle sue spalle, ed infatti non ci riesce. Per la maggior parte del tempo si sente la mancanza di un protagonista carismatico, che offra al giocatore quantomeno delle motivazioni con cui immedesimarsi.

Gollum tace la maggior parte del tempo, sputa fuori solo poche frasi, che talvolta suonano incredibilmente fuori dal personaggio quando gli sviluppatori hanno cercato di renderlo più complesso di quanto potrebbe essere, cercando anche di farlo empatizzare con le vicissitudini di altri prigionieri, cosa assolutamente inconcepibile per Gollum nel suo stato attuale.

In un universo narrativo immenso come quello creato da Tolkien è assolutamente incomprensibile la scelta di Gollum come protagonista. L’unico modo in cui forse sarebbe stato possibile rendere interessante una storia del genere sarebbe stato ambientarla subito dopo il ritrovamento dell’Anello da parte di Sméagol, vedendolo quindi cedere lentamente a Gollum. Ci sarebbero state comunque cento storie migliori da raccontare con altri personaggi, ma almeno avremmo potuto approfondire il dissidio interiore vissuto dal personaggio.

E invece no: il gioco non sembra neanche provare a raccontare una storia interessante, limitandosi a scorrere placido verso i titoli di coda, pronto ad essere dimenticato il giorno dopo, come se nulla fosse mai successo.

Purtroppo la musica non cambia neanche guardando al comparto estetico. Innanzitutto, Gollum sembra uscito dagli inizi della scorsa generazione, ed è comunque fargli un complimento, perché in certi frangenti sembra più un titolo da Xbox 360 o PlayStation 3 (soprattutto nei terrificanti modelli dei personaggi); un risultato difficilmente accettabile considerando l’importanza della licenza e del budget allocato.

La formula proposta dal gameplay sarebbe risultata stantia già nel 2007.
A questo si aggiungono innumerevoli problemi, che affliggono anche la versione PlayStation 5 da noi testata (trovate l'ammiraglia di casa Sony su Amazon). Mettendo il gioco in modalità qualità abbiamo notato cali di frame rate anche al solo movimento della telecamera, cosa che inevitabilmente costringe a selezionare la modalità performance.

E purtroppo non finisce qui: ci sono tanti, piccoli elementi che sommati danno l’idea di un gioco realizzato in fretta e furia, nonostante la sequela di rinvii. Prendiamo, ad esempio, il doppiaggio che si sincronizza ai movimenti della bocca solamente durante alcune coincidenze astrali.

Abbiamo poi gli immancabili glitch, dai dialoghi che non si interrompono durante il menù di pausa agli improvvisi cambi di lingua. Una delle brutturie più evidenti, però, è probabilmente la mancanza di animazioni per il game over: ogni qualvolta Gollum muore compare improvvisamente una schermata di game over, in modo così repentino da far sembrare che gli sviluppatori abbiano voluto consapevolmente tagliare queste scene in modo da consegnare il lavoro per tempo.

Insomma, nonostante i molteplici rinvii, ISDA: Gollum lascia purtroppo l’idea di un gioco tirato via, sviluppato solo perché c’era una licenza da utilizzare ed uscito solo perché ormai un altro rinvio sarebbe costato troppo.

A questo punto diventa sparare sulla croce rossa, ma vogliamo spendere due parole anche sulla direzione artistica. In un mondo vasto come Arda, gli sviluppatori hanno deciso di rinchiudere la maggior parte dell’avventura nella prigione di Gollum, andando così a perdere quasi completamente anche il fascino dell’ambientazione, che avrebbe potuto quantomento contribuire a salvare la loro creatura dal baratro.

Dal 2007 con furore (ma neanche tanto)

Va bene, ISDA: Gollum è un colabrodo dal punto di vista della storia e della presentazione estetica (ma se siete coraggiosi, lo trovate comunque su Amazon). Ogni speranza è quindi riposta nel gameplay, che potrebbe quantomeno riuscire a risollevare il progetto, rendendolo un modo interessante di passare qualche giornata.

E invece no, perché anche qui il gioco sembra tranquillamente uscito dal 2007, per essere generosi. Si tratta di un action/stealth che avrebbe molto da imparare dalla trilogia delle sabbie del tempo di Prince of Persia, o anche dal primo Uncharted.
ISDA: Gollum è un gioco che avrebbe avuto poco da dire quindici anni fa, figuriamoci nel 2023, quando il genere prescelto dagli sviluppatori ha fatto enormi passi in avanti.

Nel titolo controlleremo Gollum, che non è ovviamente un grande combattente ma ha sviluppato un’invidiabile agilità che gli permette di arrampicarsi ovunque e di sgattaiolare senza essere visto.

Il gioco è strutturato a livelli, alcuni dei quali sono molto chiusi e lineari, mentre altri permettono un certo grado di esplorazione, offrendo quantomeno due opzioni per decidere come affrontare le sfide che ci attendono. Gli obiettivi sono piuttosto semplici: ci verrà chiesto di raggiungere un determinato punto o di raccogliere certi oggetti, nella maggior parte dei casi.

Le sezioni di gameplay possono essere sostanzialmente divise in due. Ci sono delle fasi platform, dove il gioco sembra una versione molto rudimentale di Uncharted: dovremo muoverci tra gli ostacoli senza cadere, sperando che il gioco risponda efficacemente ad ogni comando, cosa che non sempre ama fare, soprattutto con la corsa sulle pareti.

E ci sono poi le fasi stealth, anch'esse molto semplicistiche. Potremo acquattarci per muoverci nell’ombra e lanciare degli oggetti per distrarre i nemici, ma tutto si limita a questo. Complici un level design poco complesso ed una IA ben poco sviluppata, anche queste fasi sembrano costruire seguendo proprio le basi del genere stealth, senza alcuna inventiva.

Ed il gioco è tutto qui: nei suoi dieci capitoli di durata, ISDA: Gollum non introduce novità degne di nota, limitandosi a proporre una formula che sarebbe risultata stantia già nel 2007.

L’unico elemento potenzialmente interessante sono i momenti di scontro interiore tra Sméagol e Gollum; in queste situazioni dovremo scegliere con chi schierarci e convincere l’altra personalità della ragionevolezza della nostra scelta.

Peccato che, per quanto abbiamo potuto vedere, le scelte hanno un impatto praticamente inesistente, cosa che elimina qualsiasi possibile fattore rigiocabilità per l’avventura. E anche qui non aiuta il fatto che i collezionabili presenti, anziché approfondire la lore di Arda o almeno la vita di Gollum, sono semplicemente degli oggetti a caso, che non hanno alcuna importanza ai fini della storia o del mondo di gioco.

Ci sarebbe altro da dire, ma diventerebbe solamente un infierire su un gioco che, lo avrete capito, ha davvero poco da offrire. Una storia che non aveva bisogno di essere raccontata ed un gameplay stantio e semplicistico sono solamente la punta dell’iceberg di un progetto che sembra proprio essere nato sotto una cattiva stella.

A salvarlo da un’insufficienza più grave c’è il fatto che il gioco non sia propriamente “brutto” o ingiocabile: è solo tremendamente anonimo e indietro con i tempi. Che non è poco, soprattutto considerando il nome che porta.

Voto Recensione di Il Signore degli Anelli: Gollum | Recensione


5

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • È giocabile

Contro

  • Storia indegna di questo universo narrativo

  • L'esperienza di gioco sarebbe stata vecchia già nel 2007

  • Tecnicamente indietro di generazioni

Commento

Il Signore degli Anelli: Gollum è un titolo completamente inspiegabile. Da una parte abbiamo una storia noiosa, vuota, che rende ancora più incomprensibile la scelta, da parte degli sviluppatori, di concentrare il loro progetto proprio su Gollum. Dall'altra abbiamo un gameplay che sarebbe stato vecchio già nel 2007, e che non riesce a proporre un'idea interessante od originale in tutta la durata del gioco. Uno spreco per una licenza così preziosa: il mondo di Arda (ed anche il povero Gollum) meritavano decisamente di meglio.
***

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