Life is Strange 2 Episodio 5: con Wolves finisce il viaggio di Sean e Daniel – Recensione
Il viaggio di Sean e Daniel giunge al suo epilogo: scopriamo cos'ha da offrire l'ultimo episodio di Life is Strange 2
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a cura di Valentino Cinefra
Staff Writer
Dopo aver ripercorso Life is Strange 2 la scorsa settimana, tentando di prevederne gli sviluppi finali (acchiappando la previsione in parte, tra l’altro…), è tempo di salutare i nostri lupacchiotti preferiti ai quali Dontnod ci ha fatto affezionare nell’ultimo anno. Con Wolves si chiude il viaggio di Sean e Daniel, si tirano le somme su quanto detto, visto e fatto nei precedenti quattro episodi, fino da arrivare ad un finale che, ve lo anticipiamo ora, è già notevolmente più sfaccettato rispetto a quello della serie originale.
Parleremo successivamente di Life is Strange 2 nel complesso, dei suoi finali, con degli articoli dedicati in cui potremo fare un’analisi più approfondita anche nel dettaglio e gettandoci negli spoiler. Per adesso possiamo solo dire che arrivare alla fine dei titoli di coda ci ha lasciato perfettamente soddisfatti.
Nonostante il racconto di questa stagione sia molto diverso dai precedente, più umano e dedicato ai dialoghi (alcuni strepitosi), alla crescita dei personaggi, lasciando da parte quindi il mistero e l’elemento thriller dell’originale, riesce perfettamente nell’intento prefissato all’inizio della serie, quando anche noi vi parlavamo di toni più maturi, e della volontà di Dontnod di far riflettere in modo interessante su argomenti di una diversa risma.
Perché se ci si arriva a commuovere di fronte ad una fotografia, per altro nemmeno reale ma disegnata, significa che tutto è andato per il verso giusto.
Diaz Brothers, always
Sono passate sette settimane dagli eventi di Wastelands, il quarto episodio. Daniel e Sean continuano la loro fuga ma, in questo periodo di tempo, si sono stanziati presso una comune in Arizona, in compagnia di Karen, la madre ritrovata proprio durante le vicende di Heaven Point. Quello che è successo in queste settimane lo possiamo apprendere dal diario di Sean, che ci racconta come i rapporti con Karen siano difficili perché, pur essendo la persona che li ha messi al mondo, è ancora difficile riuscire a fidarsi completamente di lei, a perdonarla per ciò che ha fatto.
Il dubbio viene dal fatto che Daniel si trova bene con lei, ed è proprio questo legame a fare da sfondo al primo atto della puntata, che ci porta proprio ad Away, il luogo in cui Karen ha vissuto negli ultimi anni. Ci sono altri personaggi che fanno da sfondo alle vicende, con i quali è possibile parlare ed interagire, anche se purtroppo saranno meno che dei comprimari in questo caso, visto che nessuna svolta di trama è legata a loro. È normale, visto che siamo nel finale ed è il momento di chiudere le parentesi, non aprirle. Tra questi personaggi ce n’è uno che i più attenti di voi riconosceranno immediatamente, ed i più distratti potranno approfondire se avranno la pazienza di curiosare nella roulotte dello stesso, che ci collega direttamente al primo Life is Strange.
Questo momento è importante per gettare alcune fondamenta che torneranno verso il finale, perché ci sono importanti riflessioni sulla consapevolezza di sé, sull’accettarsi, e capire qual è il proprio ruolo nel mondo. C’è la storia dei lupi da raccontare che inizia qui e finirà dopo, in occasione dell’ultima scelta che porterà all’epilogo. Oltre a delle azioni contestuali da compiere che, in un modo o nell’altro, in maniera più o meno palese, plasmeranno alcune sfaccettature nel finale. “Ognuno fa qualcosa nel mondo”, dirà uno dei personaggi, ed è esattamente questo pensiero che vi accompagnerà ai titoli di coda.
Ci sono alcune possibilità ludiche all’interno di questa sezione del capitolo, con una caccia al tesoro da fare e alcuni collezionabili da trovare. Ma l’idillio, sostenuto da una regia e una messa in scena che, lo continuiamo a dire, è sempre più strepitosa e competente, durerà molto poco perché la verità colpirà in faccia i due ragazzi in maniera spietata. Quella ad Away non è vita, ma solo un palliativo, un rifugio momentaneo dalle realtà che vede Sean e Daniel costretti alla fuga verso il Messico, che dovranno fare da soli.
“Siamo dei criminali?”
Dal viaggio verso il muro con il Messico, che rievoca una realtà purtroppo difficile da mandare giù nel mondo reale, Wolves inizia la corsa verso il finale. Ciò che colpisce di questo episodio, e in generale di tutta la serie, è come Dontnod sia riuscita a costruire un racconto incredibilmente reale. Nonostante ci si aspetti un lieto fine immediato è ovvio che non sarà così, perché non è possibile che due ragazzi si lascino dietro una scia di crimini e disavventure del genere senza pagarla.
Ed è esattamente così che va l’episodio. Ci tocca fare un piccolo spoiler ma è necessario, perché una volta che vedrete gli eventi a schermo capirete che era tutto chiaro, che Dontnod vi ha lasciato tutte le bricioline necessarie, gli indizi per capire quale sarebbe stato il tenore del terzo atto. Ed è esattamente questo che contraddistingue una buona sceneggiatura, da sempre.
Anche in questo caso ciò che si fa nel secondo atto fino alla fine, le scelte saranno fondamentali. Non in maniera palese, non ci sono indicatori o modi per poter giocare con Life is Strange 2 e pilotare quella che sarà la sequenza finale. Il fulcro rimane Daniel, come lo abbiamo cresciuto in questi mesi, cosa gli abbiamo insegnato sul mondo, sul come reagire alle avversità. La moralità del fratellino arrivati alla fine della storia risulterà fondamentale, perché sarà la discriminante per arrivare ad uno dei quattro finali, con tanto di tre varianti che portano di fatto a sette sequenze conclusive possibili.
Nel secondo e terzo atto ci sono una serie di discorsi e scelte da fare che saranno fondanti per costruire quello che sarà il finale del “vostro” Life is Strange 2. Ma non è il solo quinto episodio che conta e quando ve ne accorgerete (perché ad un certo punto lo farete), quella sarà la consacrazione della bravura dei Dontnod in fase di scrittura. Integrazione, luci e ombre del Messico, sovranismo, terrorismo. Wolves chiude il cerchio perfettamente su tutto ciò di cui Dontnod ha voluto parlare in questo anno attraverso le avventure di Daniel e Sean.
“Vorrei poter tornare indietro”
Prima di chiudere con la valutazione di questo episodio, vorremo spendere due parole per l’intero Life is Strange 2. E iniziamo con questa citazione, che Sean si lascia sfuggire nel momento di pathos finale dell’episodio. Una frase messa lì non a caso, e che rappresenta inevitabilmente un richiamo alla serie originale. Chissà, se ci fosse stata Maxine? Magari avrebbe potuto aiutare i ragazzi.
Ci sono collegamenti palesi tra Life is Strange e Life is Strange 2? No. A parte il personaggio citato prima, sono due storie diametralmente opposte. Se Life is Strange era Twin Peaks, un teen drama con un mistero da scoprire ed un destino più grande di Max e Chloe, un thriller con l’assassino, Life is Strange 2 è un viaggio umano di due ragazzi disperati in fuga da un destino beffardo che li mette continuamente alla prova.
Di fatto anche gli stessi poteri del piccolo Daniel non sono il fulcro della storia. Sono importanti, e continueranno ad esserlo fino alla fine, ma non è questo ciò che volevano raccontare i Dontnod. Life is Strange 2 è una storia più personale, fatta di dialoghi importantissimi, corposi e ben scritti, una regia che ha fatto un grandissimo salto di qualità e delle interpretazioni attoriali (in fase di doppiaggio, ovviamente) che chiudono il cerchio su una produzione che risulta in tutto e per tutto un’evoluzione. Lo dimostra il voto che abbiamo assegnato, che rappresenta in parte la valutazione dell’episodio e della serie nel suo complesso.
Se non avete giocato ancora Life is Strange 2 sappiate che, probabilmente, non vi troverete di fronte un’avventura avvincente nel senso accademico del termine. Anzi, in alcuni momenti il ritmo sarà molto lento, ma mai noioso. Perché ci sono personaggi da scoprire, caratteri da amare e un fratello che ha bisogno di capire da voi come funziona il mondo. Un mondo che è sempre più difficile da capire, fatto di odio, asperità, scale di grigi e persone da capire, interpretare, amare ed odiare. Perché la vita è così: strana.
+ Tutto ciò che è stato fatto prima viene preso in considerazione
+ Regia eclettica e sceneggiatura solida
- Colonna sonora quasi assente
9.0
Life is Strange 2 si è chiuso nel migliore dei modi possibili: in primis, per quanto riguarda i tanto amati ed odiati finali che stavolta sono migliori della serie originale, con più sfumature. Ma, soprattutto, tengono conto di ciò che è stato fatto finora, di come il vostro Sean avrà vissuto con il vostro Daniel, e di come i due avranno vissuto la loro vita piena di disavventure. In generale è una serie che rappresenta un palese salto in avanti qualitativo in termini di sceneggiatura e regia. Non c’è il thriller, il mistero da scoprire e l’assassino da trovare, ma se vi abbandonerete completamente a ciò che i Dontnod costruiscono dal primo episodio fino all’ultimo ne uscirete soddisfatti, consapevoli di aver vissuto un’avventura straordinaria. Non era facile parlare di ciò che il team francofono ha voluto fin dal primo episodio, ma dopo i titoli di coda possiamo dire che l’obiettivo è stato centrato in pieno.
E chissà se, un giorno, avremo un vero e proprio “Strangeverse”.
Voto Recensione di Life is Strange 2 Episodio 5: con Wolves finisce il viaggio di Sean e Daniel – Recensione - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Quattro finali, con tre varianti, che portano a sette epiloghi diversi
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Tutto ciò che è stato fatto prima viene preso in considerazione
-
Regia eclettica e sceneggiatura solida
Contro
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Prima parte dell'episodio palliativa
-
Colonna sonora quasi assente
Commento
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