La verità è che Red Dead Redemption 2 vi rimarrà dentro per sempre
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Rockstar Games
- Produttore: Take Two
- Distributore: Cidiverte
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE
- Generi: Azione
- Data di uscita: 26 ottobre 2018 - 5 novembre 2019 (PC)
È stata una settimana di scoperte, di meraviglie, di strenue lotte per la sopravvivenza e di legami indissolubili con una natura bastarda che ci ha saputo cullare, ma anche torturare e uccidere. La (nostra) parabola di Arthur Morgan non si è ancora conclusa, e anzi sta tracciando il suo arco con grande calma e pigrizia, abbandonandosi totalmente ai tempi di Rockstar Games, rispettandone la solida e decisa volontà autoriale. “No rush“, si potrebbe dire, e d’altra parte non sarebbe neanche possibile correre in fretta e furia, se consideriamo che i tempi convulsi della modernità, in Red Dead Redemption 2, semplicemente non esistono.
E allora potremmo dire che “non è un gioco per tutti”, e invece no, perché sarebbe una panzana gigantesca: Red Dead Redemption 2 lo è. È per tutti perché ci insegna a vivere lontano dal nostro tempo. E come si suol dire, chi non si adatta è destinato a soccombere. E dunque soccombete: da soli se vi rendete conto di non meritare un’opera che è già parte della storia dei videogiochi, o assieme ad Arthur, che sa bene quale sarà il suo destino, quello dei suoi compari e quello di un’epoca e un secolo pronti a tramontare.
Natura selvaggia, vita dissoluta
Red Dead Redemption 2 è il capolavoro di questa generazione. Non perché viene vergato a chiare lettere in questo editoriale, ma perché è giusto ribadire un dato di fatto lapalissiano, incontestabile e oggettivo. Cadono nel nulla le blande lamentele su presunte problematiche che sono in realtà quisquilie, che sono i rimbrotti di chi vorrebbe opporre una futile resistenza. Red Dead Redemption 2 è uno tsunami che vi travolge: dapprima con la sua impressionante mole di missioni, attività, spostamenti da un punto all’altro, sessioni di caccia, momenti di vita selvaggia, e successivamente con la sua struggente bellezza.
Già, solo successivamente. Il motivo lo sapete bene: quando all’inizio, grossomodo durante le prime dieci ore, sarete indaffarati a “prendere le misure” al gioco, non baderete più di tanto a tutto ciò che Red Dead Redemption 2 ha effettivamente preparato per voi. Né tanto meno potreste capirne la grandezza o valutarne la portata. Potrete solo sviluppare un pensiero che è frutto di una visione parziale, non chiara, non definitiva.
Eppure sarete ancora lì a cavalcare sotto la luna velata dalle nuvole, immersi in un rosso tramonto che è preludio di sangue versato e dolore, tra le nebbie basse del Bayou circondato dalle fronde caduche degli alberi, nelle minuscole cittadine popolate da bifolchi, fattori e fuorilegge impuniti, in mezzo agli acquitrini dove gli alligatori attendono una preda di passaggio. E attenderete anche voi, perché proprio non ce la farete a non arrendervi alla sua magnificenza, al fascino di un’altra scoperta proibita, al richiamo di un disperato bisognoso d’aiuto, alla ricerca di qualcos’altro da fare in un mondo così sfaccettato, credibile, reale, vivo anche quando sonnecchia, vigile anche quando le anatre accanto ai ruscelli non starnazzano.
Grano Rosso Sangue
Sapete qual è la vera virtù di Red Dead Redemption 2, al di là di ciò che è palese a tutti? È la sua capacità di non correre dietro ai compromessi.
Rockstar sapeva bene cosa stava sviluppando, aveva bene in mente cosa avrebbe proposto al pubblico, e proprio poiché consapevole della propria forza, non aveva alcun bisogno di essere affabile coi giocatori, nessun bisogno di tendere loro la mano.
Certo, la perfezione non è di questo mondo ed è chiaro che alcune meccaniche di gioco siano un po’ più farraginose di altre, così come è evidente che la dilatazione dei tempi di gioco possa venire a noia a chi ha poca pazienza. Ma se oggi siamo giocoforza costretti a tessere le lodi di Red Dead Redemption 2, è anche grazie a tutto questo. È grazie al suo essere così reale e realistico, al suo modo di proporre un modello simulato di vita che Red Dead Redemption 2 non ha eguali nel mercato, né probabilmente ne avrà fino alla prossima epopea western o romanzo criminale.
Sellate il vostro cavallo, strigliatelo, dategli da mangiare; prendete l’arco, accovacciatevi tra l’erba alta e seguite le tracce della vostra preda, eseguite un’uccisione perfetta per non rovinare la pelle dell’animale che avete sotto mira, fatelo fuori subito o dopo dei tentativi andati a male; caricatelo sul vostro fido destriero, portatelo all’accampamento e vendetelo o mangiatene le carni. Iniziate una missione, perdete anche due ore a fare tutt’altro, a vivere da brigante, a sgominare le bande di fuorilegge, ad agire secondo la natura che sentite davvero vostra… E solo quando avrete finito di rilassarvi e vi sentirete satolli, andate avanti con la storia. Fino al prossimo pasto succulento, fino alle prossime dieci ore, fino ad acquisire man mano la consapevolezza che sì, Red Dead Redemption 2 vi rimarrà dentro per sempre.
Passare dieci ore o ottanta in compagnia di Red Dead Redemption 2 è una differenza legata solo alla consapevolezza che si ha dell’opera. Basterebbe anche solo testimoniare a un decimo di gioco per comprendere quanto Rockstar si sia ancora una volta superata, ma è solo dopo averlo assimilato completamente che vi renderete conto di quanto il viaggio che avrete intrapreso sia stato irripetibile.