Jurassic World Evolution 2 | Recensione - I miei amici dinosauri
Jurassic World Evolution 2 riporta in vita dinosauri estinti milioni di anni fa, ma il gestionale di Frontier ricade vittima degli stessi errori compiuti dal suo predecessore
a cura di Daniele Spelta
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Frontier Developments
- Produttore: Frontier Developments
- Distributore: Frontier Developments
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
- Generi: Gestionale
- Data di uscita: 9 novembre 2021
Non appena sono partite in sottofondo le note composte da John Williams ci siamo subito sentiti a casa in Jurassic World Evolution 2. Gli enormi dinosauri, Isla Nublar, gli esperimenti genetici e la voglia di riportare alla luce un passato fossilizzato sotto milioni e milioni di anni. Nel gestionale creato da Frontier Developments tutto è esattamente al suo posto, una perfetta ricreazione di ciò che abbiamo ammirato - con qualità non sempre esaltante va ammesso - nelle cinque pellicole dedicate al mondo ideato da Michael Crichton.
Un attimo… Se il celebre romanzo di fantascienza ci ha insegnato qualcosa, e se i vari film ce lo hanno ricordato con forza, è che tutti gli esperimenti giurassici finiscono sempre con dei grandi e sonori disastri!
Ecco, Jurassic World Evolution 2 non si spinge così in là, ma nelle ore passate a gestire i nostri parchi tematici abbiamo imparato a convivere con i tanti fastidi causati da bestioni alti come palazzi di sei piani e con dei dipendenti che spesso non condividevano i nostri stessi pacifici ideali.
Arrivato nel 2018, il primo Jurassic World Evolution venne accolto in modo abbastanza tiepido, a causa di un’offerta di contenuti non troppo entusiasmante, dinosauri ben poco credibili e con un loop di gioco che finiva ben presto con il diventare tedioso e ripetitivo. DLC dopo DLC la situazione è migliorata sensibilmente e molti dei difetti iniziali sono stati assorbiti dagli svariati contenuti aggiuntivi.
Così, quando sul palco della Summer Game Fest di quest’anno è apparso Jeff Goldblum ad annunciare l’arrivo del sequel, in molti speravano che il punto di partenza tenesse conto degli aggiustamenti avvenuti in corso d’opera. Dopo molte ore trascorse ad esplorare le varie modalità di gioco, possiamo purtroppo constatare come al contrario questo gestionale finisca ancora vittima delle sue storiche criticità e come abbia imparato ben poco dagli altri due titoli creati da Frontier Developments, ossia Planet Coaster e Planet Zoo.
Benvenuti a Jurassic Park, di nuovo
Jurassic World Evolution 2 è un chiaro tributo al franchisee di cui porta il nome e pesca a piene mani da quell’immaginario. Ci sono le musiche originali, nelle schermate di caricamento si possono leggere alcune famose citazioni di personaggi come il dottor Ian Malcolm o di Henry Wu e anche le stesse modalità di gioco hanno lo scopo di ricreare ciò che abbiamo vissuto nelle sale cinematografiche dal 1993 ad oggi.
Il punto di partenza perfetto è la campagna, ambientata dopo gli avvenimenti di Jurassic World: Fallen Kingdom e utile soprattutto per imparare le varie meccaniche alla base della gestione e della conservazione dei dinosauri.
Suddivisa in vari capitoli, questa storia narra così della difficile convivenza fra gli umani e gli animali preistorici, che oramai vagano liberamente per gli Stati Uniti. A conti fatti si tratta però solo di un rapido tutorial, che tiene sì e no occupati per quattro o cinque ore a seconda della dimestichezza che il giocatore ha con i vari schemi di gioco.
Gli obiettivi sono spesso legati alla cattura in prima persona dei dinosauri, ma guidare jeep ed elicotteri in mezzo al nulla alla ricerca di triceratopi da fotografare e sedare è solo un vano tentativo di allungare l’esperienza, anche perché questi interventi da vicino difficilmente verranno usati quando ci si troverà a gestire un intero parco.
Inoltre, per quanto cerchi di approfondire i rapporti tra i protagonisti come Owen Grady e Claire Dearing, la campagna scorre via senza lasciar traccia, con pochi scambi di battute e con un finale che pare messo lì apposta per sponsorizzare il prossimo arrivo di Jurassic World: Dominion, terzo capitolo della seconda trilogia cinematografica.
Riscrivere la storia
Il vero cuore pulsante di Jurassic World Evolution 2 è invece la modalità chiamata Teoria del Caos, tramite la quale esplorare delle versioni alternative - e teoricamente meno sfortunate - dei vari film, con l’intento di salvare il sogno di John Hammond e di contenere i deliri di onnipotenza della InGen.
Al contrario della campagna, i cinque capitoli messi disposizione richiedono maggiori sforzi per essere portati a termine, hanno una longevità decisamente più estesa ed è qui che appaiono le principali differenze con il primo capitolo, al pari dei pregi e dei difetti, che si distribuiscono in modo equo sulla bilancia.
Partiamo dalle novità e soprattutto dai volti inediti, perché alla fine i veri protagonisti sono loro: i dinosauri. L’elenco delle specie è stato allungato in modo sensibile e finalmente c’è spazio anche per rettili volatili e marini, come i pteranodonti per i primi e i plesiosauri per i secondi. Jurassic World Evolution 2 è un netto passo in avanti per quel che riguarda quegli esseri a sangue freddo provenienti dal passato, non solo in termini di semplice quantità.
Ora i vari triceratopi, i velociraptor e tutti i vari erbivori e carnivori hanno comportamenti più complessi, esplorano in modo intelligente i recinti ad essi riservati alla ricerca dell’habitat a loro più adatto e sono animati in modo credibile fin nel minimo dettaglio. Vedere un possente T-rex gettare in aria una capra e farne un sol boccone è una scena affascinante, soprattutto se il faccia a faccia avviene a bordo di una jeep guidata in prima persona o mentre si sta al sicuro dentro un punto d’osservazione posizionato ai bordi delle recinzioni.
Ciascun dinosauro ha poi le sue necessità, alcuni preferiscono i terreni sabbiosi e altri hanno bisogno di ampie pozze d’acqua, per i piccoli erbivori è sufficiente uno spazio contenuto, mentre vi sfidiamo a rinchiudere un possente Indomitus Rex dentro una gabbia minuscola senza che questo ibrido si lanci a testa bassa contro i recinti per poi pranzare con i visitatori del parco.
Gestire al meglio i dinosauri richiede quindi parecchia attenzione, fra possibili malattie, maschi alfa che poco gradiscono la compagnia, genomi da modificare e differenti capacità di adattarsi ai biomi, un’altra delle principali novità di questo secondo capitolo.
A differenza del passato, Jurassic World Evolution 2 non è più ambientato in un solo arcipelago, ma esplora diverse location sparse nei quattro angoli degli Stati Uniti e dell’Europa, fra deserti, coste, foreste e montagne, con pesanti ripercussioni sulla conformazione delle mappe e soprattutto sui differenti disastri che si abbatteranno sulle attrazioni. Per quanto vi sforziate di avere un parco sicuro e funzionante, gli uragani e le tempesta di sabbia saranno sempre dei fattori con cui fare i conti, senza dimenticare i sabotaggi, altrimenti non sarebbe un vero Jurassic Park.
Non impariamo mai dai nostri errori
Jurassic World Evolution 2 è dunque come il suo predecessore un simulatore di catastrofi, elementi del caos imprevedibili dietro cui si cela però una evidente pochezza gestionale, tanto da farci chiedere a chi sia davvero indirizzato il titolo creato da Frontier Developments. Sicuramente non agli amanti dei diorami, a quei giocatori che hanno passato centinaia di ore a modellare ogni bullone delle loro montagne russe in Planet Coaster o a creare habitat pianta dopo pianta in Planet Zoo.
Rispetto al primo Jurassic World Evolution gli edifici possono esser modificati esteticamente, ma ci si muove sempre dentro pochi preset e non ci sono singoli elementi di abbellimento con cui impreziosire aiuole o piazze, per non parlare poi del path system, con strade mai armoniose e che fanno a zig zag per connettere tutte le strutture.
L’armonia estetica non è quindi il punto forte di Jurassic World Evolution 2, che si difende solo all’apparenza meglio per quel che riguarda gli aspetti economici e gestionali. Al primo impatto si viene colpiti dalla mole di richieste e dalle attività da svolgere per creare un parco funzionale. Bisogna aver una centro scientifico, una base da cui inviare le spedizioni per recuperare i fossili, una struttura per estrarre il DNA, numerosi edifici medici e strutture dedicate ai guardiani e al riposo dei ricercatori.
Ci sono poi le richieste provenienti dai visitatori che, se soddisfatte, significano incassi consistenti e maggiori fondi per accedere a nuove ricerche e specie più rare. Non tutti gli ospiti hanno però le stesse esigenze, gli avventurieri sono alla ricerca del brivido e preferiscono osservare da vicino le creature preistoriche, mentre gli amanti della scienza prediligono quei ristoranti dove sono esposti anche fossili da studiare. Infine, affinché tutte le attrazioni del parco siano funzionanti, occorre sempre alimentare le strutture con l’energia elettrica.
Un lavoro senza sosta
Questo elenco di mansioni potrebbe spaventare al primo impatto, ma in realtà bastano poche ore per comprendere i sistemi che regolano gli afflussi di cassa e un paio di mappe di calore sono più che sufficienti per capire quali settori potenziare e dove procedere con gli investimenti per ottenere una valutazione migliore.
Jurassic World Evolution 2 non fa della profondità uno dei suoi cavalli di battaglia, una leggerezza che potrebbe avvicinare sì qualche neofita, ma che di certo scontenta chi è abituato a divincolarsi fra statistiche e modificare fino all'ultimo centesimo i biglietti d'ingresso e dei piatti dei ristoranti.
A questo punto ci si può godere con calma lo spettacolo offerto da uno scontro fra due mastodontici spinosauri? Niente affatto, perché Jurassic World Evolution 2 inizierà a riempire lo schermo con avvisi e notifiche riguardanti le necessità sempre crescenti dei sauri, i ricercatori si stancheranno dopo un paio di lavori eseguiti e, per quanto vi siate sforzati di automatizzare i compiti dei custodi, ci sarà sempre un generatore da sostituire o una malattia da contenere prima che falcidi tutti gli ospiti di un recinto.
Il micro-management è un ospite sgradevole, con un continuo dentro e fuori dai menù per guidare spedizioni, jeep da rifornire di carburante e mangiatoie da sterilizzare per evitare che i dinosauri si intossichino con carne avariate. Il fascino di riportare in vita esseri estinti qualche era geologica fa sparisce dunque al cospetto di routine difficili da spezzare.
La ripetitività è poi accentuata da compiti che valorizzano poco i diversi scenari presenti nella Teoria del Caos o nella modalità sfida, dove gli unici ostacoli sono le calamità naturali, imprevisti che alzano in modo artificioso e senza troppe spiegazioni l’asticella della difficoltà, con bancarotte che si susseguono a causa dei continui guasti.
Costruire un parco da zero
Ci sarebbero sempre le partite sandbox, dove costruire da zero il proprio parco senza restrizioni e, volendo, senza nemmeno dover tener conto dei fabbisogni degli scienziati o dei visitatori. Il condizionale è però d’obbligo, visto che tutti gli edifici, le ricerche, i genomi e anche i dinosauri vanno prima sbloccati, azione possibile solo attraverso ore passate in precedenza nelle altre modalità di gioco.
Francamente fatichiamo a comprendere tale scelta, che penalizza senza una reale giustificazione quella fetta di giocatori che vorrebbe avvicinarsi a Jurassic World Evolution 2 solo per il gusto di modellare gli habitat in ogni singolo particolare e osservare i loro abitanti a scaglie mentre si azzannano amorevolmente.
In conclusione, nonostante qualche modifica e qualche piacevole introduzione in termini di dinosauri, Jurassic World Evolution 2 ripresenta gli stessi difetti evidenziati ai tempi del primo capitolo, soprattutto in termini di micro-gestione e con una difficoltà creata in modo artificioso e solo parzialmente giustificabile dal leitmotiv catastrofistico del romanzo e dei film.
Versione recensita: PC
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Voto Recensione di Jurassic World Evolution 2 - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Tantissimi dinosauri...
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... E tutti ottimamente realizzati
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Si respira la stessa aria delle pellicole cinematografiche
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Un gestionale semplice e senza troppi schemi nascosti
Contro
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La microgestione è davvero troppa
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La modalità sandbox ha dei limiti che non comprendiamo
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Le difficoltà sono introdotte in modo forzato e contrastano con la gestione studiata dei parchi
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Alto rischio ripetitività