Introducing Xbox Series X, pt. 2: specifiche e controller - Speciale
Xbox Series X romperà gli schemi non soltanto sotto il profilo del nome e del design
a cura di Paolo Sirio
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Microsoft
- Produttore: Microsoft
- Distributore: Microsoft
- Piattaforme: XSX
- Data di uscita: 10/11/2020
Nella prima parte del nostro speciale su Xbox Series X abbiamo parlato di nome e design, i due aspetti che sono saltati subito all’occhio dopo il reveal della console next-gen di Microsoft a The Game Awards 2019.
Del resto, la presentazione della console è stata incentrata proprio su quello; delle specifiche ci era stato già anticipato qualcosa all’E3 di giugno, ad esempio, mentre il nome era ancora stretto nella morsa di un nome in codice immaginifico quanto l’ormai celeberrimo Project Scorpio ma tutt’altro che definito e definitivo, così come il design era stato tenuto sotto il massimo riserbo.
Tutto questo ci è piovuto addosso a sorpresa in una notte di metà dicembre, una finestra a dir poco inusuale per l’annuncio di una nuova console; ci si sarebbe aspettati un febbraio 2020, sulla scia del debutto di Xbox One e PS4, ma evidentemente qualcuno a Redmond sta provando a giocare d’anticipo e chissà che alla fine non decida di farlo anche quando si parlerà d’uscita vera e propria.
Ciò non toglie, però, che qualcosa di nuovo sotto il profilo delle prestazioni lo abbiamo in effetti scoperto a ridosso di The Game Awards; non direttamente nella cornice del gala di Geoff Keighley, nel quale i freddi numeri sarebbero andati in antitesi con i lustrini dell’evento, ma tramite l’intervista di Phil Spencer a GameSpot mandata online contestualmente al lancio del debut trailer, attraverso una sua lettera aperta alla community su Xbox Wire e qualche immancabile rumor o speculazione.
Ed è di questo – e del nuovo controller! – che parleremo nella seconda parte di Introducing Xbox Series X.
Sotto il cofano
Microsoft ha già rivelato un listino di specifiche che non includono particolari come frequenze di clock o dimensioni dello storage, ma è qualcosa che ci permette comunque di tirare le prime somme ed intuire che, a tutti gli effetti, Xbox Series X rappresenterà un salto generazionale autentico oltre che una macchina dal potenziale mostruoso.
Mettiamocelo davanti agli occhi così possiamo parlarne con cognizione di causa:
- CPU: AMD Ryzen Zen 2 CPU
- GPU: AMD Navi-based GPU
- RAM: GDDR6 SDRAM
- Storage: NVMe SSD
- Risoluzione massima in output: 8K
- Refresh rate massimo: 120Hz
Come potete vedere, mancano alcuni dei numeri che aiuterebbero notevolmente a proporvi un giudizio completo sulle specifiche, ma coadiuvati dalle dichiarazioni preliminari del boss del gaming di Microsoft possiamo anticiparne qualcuno in modo da avere un’idea della ‘quantificazione’ del salto generazionale di cui sopra.
Sul lato della GPU, “volevamo avere un upgrade sostanziale dalla Xbox One base”, ha spiegato Spencer a GameSpot. “Quindi quando abbiamo fatto i conti, siamo arrivati oltre otto volte la potenza della GPU di Xbox One, e due volte quella di Xbox One X”. Xbox One X è nota per il suo claim dei 6 teraflop di potenza di calcolo, per cui sembra sicuro affermare che Xbox Series X si aggirerà intorno ai 12 teraflop.
Per quanto riguarda la CPU, invece, “abbiamo quattro volte la potenza computazionale sulla CPU di Project Scarlett”. Non è stato chiarito se il paragone fosse con la prima Xbox One (1.75GHz) o con Xbox One X (2.3GHz), ma a rigor di logica dovrebbe essere quest’ultima alternativa; sarà questo il campo su cui si giocherà buona parte della possibile innovazione delle prossime console, infatti, e sia Microsoft che Sony lo sanno bene.
Il gigante di Redmond sta battendo molto sul tasto del ‘collo di bottiglia’ rappresentato dai processori nelle passate (e specialmente nella passata) generazioni, veicolando l’idea di andare oltre il concetto di console dai numeri elevatissimi in termini di teraflop e deboli sulla CPU; riuscirci significherebbe davvero puntare a frame rate sbloccati, non solo fino a 60fps ma anche oltre, sino ai 120fps che a livello teorico “massimo” sono già garantiti come una possibilità.
Gli ultimi rumor raccolti da Windows Central parlano di una frequenza di clock da 3.6GHz su 8 core, un incremento notevole non soltanto per ciò che concerne la velocità ma pure per il numero dei ‘nuclei’ coinvolti nella loro elaborazione. Dalla stessa fonte arriva una puntualizzazione interessante sulla RAM: sappiamo che sarà ufficialmente GDDR6 (contro lo standard predecessore GDDR5 della gen corrente) ma le indiscrezioni parlano di 16GB, di cui 13GB per gli sviluppatori e i loro giochi, e 3GB per la gestione del sistema operativo (su Xbox One X sono 12GB divisi in 9GB e 3GB).
In veste ufficiale si è invece parlato di SSD, una tecnologia su cui è il competitor giapponese a stare puntando con particolare veemenza. Spencer ha confermato che “abbiamo investito in drive a stato solido NVMe e stiamo dando agli sviluppatori un sacco di nuove possibilità, e oltre a questo provando ad eliminare virtualmente i tempi di caricamento”.
Windows Central afferma che l’SSD scelto da Microsoft dovrebbe avere una velocità di lettura intorno ai 2GB/s, e ricordiamo di avervi parlato di Samsung come candidata serissima alla fornitura di questi drive per la prossima generazione di console; il Samsung 970 EVO 1TB ha una velocità di lettura fino a 3.5GB/s (2.5GB/s in scrittura) e costa di base 300 euro, ora è reperibile a 200 euro circa: potrebbe essere la base per una soluzione custom o comunque l’indicazione di una soluzione più economica per permettere l’implementazione degli SSD per la prima volta su console.
Le parole di Phil Spencer al riguardo sembrerebbero portare alla seconda ipotesi, dal momento che Microsoft ha approntato un lavoro di tipo ingegneristico notevole per ridurre i tempi di “I/O”, ovvero input/output, riducendoli notevolmente e permettendo agli sviluppatori di “muovere cose all’interno della console” 40 volte più velocemente che sulla famiglia di Xbox One.
Un simile lavoro appianerebbe le carenze relative registrate rispetto ad uno stato solido di fascia alta, e il system architect di PlayStation 5 Mark Cerny aveva ugualmente fatto riferimento alla problematica dell’input/output, il che ci suggerisce la possibilità che entrambe le console next-gen siano allineate in termini di SSD che verranno selezionati per il lancio del 2020.
Sempre a proposito di lavoro ingegneristico, su Xbox Wire è stato puntualizzato che il gigante di Redmond ha preparato tecnologie proprietarie che saranno sì poggiate su quelle di AMZ (Zen 2, architettura RDNA) ma prenderanno strade autonome rispetto a quelle che potrà prendere PS5. Il tutto servito dal ray tracing gestito (“accelerated”) direttamente dall’hardware e non semplicemente simulato via software.
La tecnologia brevettata VRS, Variable Rate Shading, è un esempio di ciò e potrà essere uno degli ingredienti di quella che in gergo viene definita ‘secret sauce’, ovvero quella componente che permette ad un hardware di esprimere più di quanto non potrebbe fare in teoria. Sarà guerra aperta anche alla latenza, con la ALLM, Auto Low Latency Mode, e la DLI, Dynamic Latency Input, in un processo che renderà la console maggiormente reattiva sia fuori che dentro i giochi.
La next-gen nelle mani
Potrà essere passato in secondo piano, ma l’annuncio di Xbox Series X è stato accompagnato anche da quello della prossima generazione di controller Xbox. Per una precisa scelta di Microsoft non si tratterà di un salto vero e proprio rispetto alla versione corrente, ma di una revisione basata sul feedback raccolto nel corso della gen di Xbox One.
“Pensiamo di avere un buon controller sul mercato oggi, quindi non sentivamo l’esigenza di tornare al punto d’inizio per svilupparne” uno nuovo, ha riconosciuto Spencer. “Ma ci sono state certe cose che abbiamo imparato facendo l’Elite Controller e semplicemente ascoltando i fan. Una di queste è la croce direzionale. Abbiamo un nuovo D-pad ibrido su cui abbiamo lavorato e che pensiamo sarà importante”.
Il D-pad ibrido è una soluzione a metà tra la croce direzionale standard che abbiamo avuto equipaggita sul controller originale per Xbox One e quella sfaccettata disponibile come alternativa sull’Elite Controller Serie 2; di fatto, anziché avere l’una o l’altra, il sistema adottato sarà come averle una sopra l’altra per una maggiore fluidità del movimento e consistenza al tatto.
Il controller sarà di per sé leggermente più piccolo e smussato; i dati di Microsoft parlano di un 95% di persone che si trovano bene col pad di Xbox One, e l’obiettivo con questi ritocchi era raggiungere una percentuale del 98%. Un ritocco molto lieve, insomma, ma che si noterà non solo dalle immagini promozionale diffuse finora ma soprattutto una volta impugnato il dispositivo.
La parte superiore del pad è stata levigata e ha visto la rientranza che prima ospitava il tasto Xbox rimossa del tutto, così da garantire una superficie unica per tutta la scocca. I dorsali, uno degli aspetti più critici nel passaggio dal controller di Xbox 360 a quello di One, sono stati anch’essi levigati e sono più morbidi dall’esterno verso l’interno, con la speranza che non sia richiesto un movimento di allineamento di troppo nella prossima generazione.
Dalle prime immagini apprendiamo dell’applicazione di texture a diamante sui grilletti posteriori, simili a quelle viste sulle impugnature delle versioni Elite e limitate per Xbox One, che dovrebbero garantire un grip maggiore e un’aderenza superiore grazie alla quale mantenere meglio, e con più facilità, il controller tra le proprie mani. Confermata sempre nei trigger la vibrazione che ha fatto il suo debutto nel 2013.
L’aggiunta che salta subito all’occhio, all’infuori dell’aspetto puramente estetico, è l’introduzione del tasto Share, una delle intuizioni più brillanti di Sony nella gen di PS4 e qualcosa che Microsoft ha provato ad emulare via software (funzionale, ma tutto fuorché pratico) una volta capito che anche i suoi fan l’avrebbero voluta su Xbox One.
“Abbiamo ascoltato il feedback. Non siamo i primi a fare un tasto share, quindi non diremo che l’abbiamo inventato, ma abbiamo ascoltato il feedback relativo al fatto che condividere è una parte così importante dell’esperienza di gioco per molti dei nostri giocatori e volevo avere un tasto hardware dedicato alla condivisione, quindi lo vedrete”, ha spiegato Spencer. Questo suggerisce un adattamento nativo della dashboard di Xbox Series X per far accomodare il tasto Share tra i capisaldi della prossima console.
Una notizia che potrebbe esservi sfuggita è quella relativa alla retrocompatibilità del controller. Già sapevamo che i pad di Xbox One avrebbero funzionato regolarmente sulla nuova console, non invalidando dunque i costosi acquisti degli ultimi tempi (pensiamo ad esempio alla revisione dell’Elite Controller uscita solo a novembre), ma Microsoft ha confermato che anche il nuovo controller di Xbox Series X continuerà a funzionare su PC Windows e sulla famiglia di console Xbox One.
Se al concetto di retrocompatibilità ci abbiamo fatto ormai l’abitudine, sia per l’esperienza su PC che per il lavoro svolto da Xbox nella seconda metà della gen, non possiamo che sottolineare che si tratta di una prima volta in cui potremo utilizzare i pad di una nuova console su quella della generazione precedente; un impegno, quello di Microsoft, che si tradurrà pure nella possibilità di usare su un singolo hardware, quello di Series X, ben quattro generazioni di videogiochi a livello software.
Infine, il controller sarà basato su uno standard radio proprietario per la gestione della compatibilità wireless e non sul Bluetooth (pure supportato su alcuni modelli successivi per Xbox One), e questo consentirà di sfruttare tecnologie originali come il “dynamic latency input” che permette al pad di sincronizzarsi direttamente con il percorso di rendering di un gioco e non soltanto sulla sua resa su schermo.
Ora che abbiamo parlato di specifiche e controller, possiamo ritenere esaurito questo lungo excursus tecnico su Xbox Series X, la console che “mangia i mostri a colazione” per citare il team Xbox. Queste informazioni dovrebbero rimanere valide perlomeno fino a quando non ci sarà un reveal ancora più corposo, che vada a scavare nel dettaglio nell’aspetto prestazionale della piattaforma; per conto nostro, presto discuteremo del prezzo della next-gen, sia lato Microsoft che su PS5, ma prima di affrontare quella che potrebbe essere una dura realtà vi lasciamo sognare un altro po’.