Final Fantasy XVI arriva in un momento molto particolare per quanto riguarda la saga JRPG più famosa del mondo.
Da un lato il quindicesimo capitolo, che esordì su PS4 in questa versione, che ha creato una scissione insanabile nella fanbase di Final Fantasy.
Dall'altro Final Fantasy VII Remake che ha fatto ancora più discutere se possibile, visto come è stato rimaneggiato uno dei capitoli più amati (anche se non da tutti) della saga.
Una serie che sembra essere addirittura in difficoltà, come ha svelato di recente Naoki Yoshida in una recente intervista.
Tra gli elementi che, da sempre, hanno fatto discutere i fan di Final Fantasy c'è il sistema di combattimento, e il sedicesimo capitolo non sarà di nuovo a turni come i fan richiedono.
Una volontà dei fan di cui Yoshida è convinto e, proprio per questo motivo, è convinto che il gioco non piacerà a tutti.
Come riporta VGC, il producer di Final Fantasy XVI ha parlato proprio di come i giocatori reagiranno al nuovo combat system che verrà inserito nel gameplay.
«Vogliamo che il mondo, in particolare le generazioni più giovani, giochino», ha detto Yoshida. Il producer ha infatti affermato che molti giocatori tra la tarda adolescenza e la fine dei vent'anni hanno sentito parlare della serie Final Fantasy, ma non ci hanno mai giocato.
L'idea è quindi quella di andare incontro alle tendenze dei giocatori più giovani, adattando l'approccio al combattimento:
«I giochi tradizionali al giorno d'oggi sono giochi intuitivi in cui si preme un pulsante e il personaggio spara con una pistola o brandisce una spada. Il tradizionale stile di gioco di ruolo con un combattimento a turni non gli è più familiare. [...] Ecco perché le battaglie in Final Fantasy XVI sono molto basate sull'azione. Vogliamo che le persone di tutto il mondo pensino che Final Fantasy sia un grande gioco.»
Consapevole di questo, Yoshida ha aggiunto che l'obiettivo è fare qualcosa che prima di tutto soddisfi i membri del team di sviluppo, anche a costo di trovare il mancato gradimento di alcuni fan.
Si riconferma quindi la volontà precisa di piacere alle generazioni più giovani, già emersa qualche tempo fa.