La preferenza per il formato fisico o digitale tiene banco da tempo, e i giocatori affezionati al supporto "classico" sono ancora molti, soprattutto quelli di vecchia data.
D'altra parte, i servizi che fanno della distribuzione di prodotti digitali il fulcro della loro ragion d'essere, come Xbox Game Pass, sono attualmente molto popolari e ampiamente utilizzati.
Malgrado questo testa a testa, il formato fisico continua a essere venduto, e soprattutto acquistato: il titolo più venduto in questa categoria in Europa nei primi sei mesi dell'anno potrebbe addirittura sorprendervi.
Per quanto riguarda il drammatico (da molteplici punti di vista) 2020, il 91% degli incassi relativi al settore gaming ha decretato la netta superiorità del digitale, complice anche l'effetto della pandemia e le relative restrizioni.
Nei giorni scorsi, a dire la sua sul delicato argomento era stato Hideo Kojima, grande appassionato del formato fisico e ancora poco avvezzo a quello digitale.
Per chi segue i profili social del game designer nipponico non si tratta di una novità: Kojima pubblica spesso immagini di copie fisiche di CD, DVD, Blu-ray e altri supporti.
Collezionare album musicali, film e videogiochi rientra pienamente tra le attività preferite del papà di Metal Gear Solid, ancora molto affezionato al supporto che per anni ha necessariamente accompagnato la diffusione di specifici contenuti multimediali.
Adesso, Kojima ha espresso ancora una volta la sua opinione sull'argomento, affidando le sue riflessioni a due post sul suo profilo Twitter ufficiale:
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«Alla fine, anche i dati digitali potrebbero non essere più di proprietà degli individui per loro stessa iniziativa.Ogni volta che si verificherà un cambiamento rilevante o un incidente nel mondo, in un paese, in un governo, in un'idea o in una tendenza, l'accesso a questi dati potrebbe essere immediatamente interrotto.
Potremmo non avere più la possibilità di accedere a film, libri, musica e contenuti che abbiamo amato. Diventerei un nullatenente.
È questo che mi preoccupa davvero. Non si tratta di avidità».
È probabile che le preoccupazioni mostrate da Kojima siano condivise da gran parte della community, tormentata dall'eventualità che una serie di problemi del genere possa rendere impossibile l'accesso ai loro contenuti preferiti.
Lo stesso game designer nipponico aveva parlato pochi giorni fa, ancora una volta su Twitter, delle sue opinioni in merito, descrivendo nel dettaglio cosa lo lega al formato fisico, questioni anagrafiche incluse.
Le preoccupazioni del creatore di Death Stranding continuano a concretizzarsi gradualmente: sono gli stessi dati a suggerire la prossima scomparsa del formato fisico.
Non può non tornare alla mente quanto avvenuto con la chiusura del PlayStation Store di PS3, PS Vita e PSP che, dopo il parziale dietrofront di Sony, aveva destato una comprensibile ondata di panico.
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