Il Calendario dell'Avvento 2018 | Giorno 3

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a cura di Matteo Bussani

Il 2018
 è stato un grande anno per videogiochi e videogiocatori, ma come tutti gli altri sta giungendo al termine. Dicembre è oramai iniziato e i giorni che mancano alle agognate feste, a meno che non siate dei macabri Scrooge e l’unica festa che riconoscete è il 7 gennaio, sono proprio una manciata. Dopo l’esperimento molto riuscito dell’anno scorso con il  Calendario dell’Avvento, abbiamo deciso di riproporlo anche quest’anno. Nei 24 giorni che ci separano dal Natale cercheremo di ripercorrere in maniera semplice e veloce un percorso fatto di giochi o momenti che hanno caratterizzato il 2018. L’ordine non sarà cronologico, ma prevederà un minimo di fattore sorpresa così come quando aprivamo, o continuiamo a farlo con i figli, le caselline del calendario dell’Avvento per scoprire cosa ci fosse stato dentro.

Oggi spostiamo l’attenzione dalla caccia di Monster Hunter World, che da gennaio è tornata nei salotti dei videogiocatori, a un evento che si svolse in concomitanza della Gamescom, ovvero l’annuncio da parte di Nvidia della nuova serie di schede grafiche. Ero lì tra la platea e ricordo il pubblico fremente, più che di ascoltare le spiegazioni tecniche, di ricevere comunicazioni relative ai prezzi che, si sa, è ciò che alla fine fa la notizia. Questo anche perché i giocatori arrivavano da mesi di prigionia, ingabbiati dai prezzi di mercato delle schede video che per colpa delle monete virtuali e della scarsa reperibilità erano schizzati alle stelle.

GeForce RTX 2080

Tornando a noi, si passava dalle GTX serie 10 alle RTX 20: un passaggio che ci abbiamo tenuto a inserire in questa rubrica perché di sicuro è frutto di un’evoluzione di quelle di come non ne vedevamo da anni. In realtà il pubblico, noi compresi, non fu da subito convinto della bontà della triade di schede annunciate, prima di tutto per il prezzo, ovviamente, e poi perché le prospettive di miglioramento dell’esperienza di gioco erano troppo lontane. Si parlava di tecnologie ancora inapplicate, Ray Tracing, Machine Learning, quando in realtà tutti si aspettavano termini come FPS e risoluzione. 

E ad oggi, a qualche tempo dall’uscita delle schede, ci ritroviamo tutti concordi nel dire che allo stato attuale il rapporto tra benefici e spesa è ancora limitatissimo, considerata la diffusione del software compatibile. L’aver dettato un ulteriore passo dell’evoluzione tecnologica, però, è qualcosa che non sarebbe giusto negare a Nvidia.

Il Ray Tracing è una tecnologia che consente il calcolo dell’impatto luminoso su un punto dello spazio a seconda dell’intensità dei raggi che lo colpiscono, e l’ombra che ne deriva. Rispetto ad altre tecniche più approssimative, ma anche semplici da calcolare, è quella che si avvicina di più alla realtà, ma dal canto suo richiede una grande potenza di fuoco alle spalle. Non solo, perché la sola potenza non sarebbe bastata per semplificare il processo di sviluppo dell’immagine che avrebbe comunque dovuto aggiungere alla pipeline classica, un ulteriore step di calcolo per cui il processore grafico della serie 10 non era ottimizzato. Per questo motivo finora il Ray Tracing non era quasi mai stato utilizzato in campo gaming, o più in generale in tutte le applicazioni video che richiedono più di 10 fps.

Con le nuove RTX il processo di calcolo del Ray Tracing viene parallelizzato in un’intera area del chip, la più grande tra l’altro, interamente destinata a questo compito. L’architettura Turing nasce dunque per ottimizzare il processo per poterlo integrare proprio in apposite applicazioni Real Time, tra cui i giochi. Dai classici Teraflops per la valutazione delle capacità di calcolo, si passa per la valutazione della potenza (anche per la questione commerciale dei numeroni) agli RTX – Ops, ovvero nuovi cicli di calcolo comprensivi della parte di Ray Tracing. 

Con le RTX sono state poi gettate le basi per il supporto all’IA. Le schede sono dotate di un chip dedicato a gestire gli algoritmi ricavati dal Machine Learning, trasformando la scheda grafica in un acceleratore che se ben ottimizzato può sfruttare la potenza che si cela dietro ai super computer NVIDIA per migliorare la resa grafica degli ambienti o ottenere risultati simili a quelli che genererebbe il potente hardware dedicato, senza il bisogno di averlo in casa. 

Entrambe le strade futuribili intraprese dalle schede video RTX sono indubbiamente un passo avanti per il gaming e per la tecnologia grafica dei prossimi anni. Anche se ad oggi scommettere su RTX per queste funzionalità non è detto che possa dare le soddisfazioni sperate nell’arco della stessa vita del prodotto. Pensate che solamente da poche settimane sono stati rilasciati i driver per rendere compatibili i primi giochi alle nuove tecnologie, con risultati sì tangibili ma non rivoluzionari.

Possiamo dire quindi che il 2018 è l’anno della ripartenza tecnologica, ma i prossimi ci diranno quanto e quando potremo vederne l’impatto reale, magari con il 2019 che aprirà questa stessa embrionale strategia anche alle console di nuova generazione. Chi lo sa?

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