I miracoli di Natale #6 – Demon’s Souls e la remaster
Nuovo appuntamento del pre-Natale dedicato a Demon’s Souls, il “nonno scorbutico” di Dark Souls che invoca la remaster e nessuno pare ascoltarlo.
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a cura di Adriano Di Medio
Redattore
Bentornati ai Miracoli di Natale, la rubrica quotidiana di “letterine” in vista sia del 25 dicembre che dell’incombente 2020. Dopo la trama ipotetica di God of War e l’ipotetico Bloodborne 2, rimaniamo se vogliamo “sul pezzo” per parlare di un suo illustre e scorbutico antenato: Demon’s Souls, il videogioco dark fantasy esclusiva PlayStation 3 su cui nessuno aveva fiducia. L’obiettivo della lettera: le possibilità di una remaster o di un rifacimento.
L’arrabbiatissimo nonno
Per semplicità, affermiamolo subito: Demon’s Souls è praticamente l’unico, tra i suoi contemporanei, a non aver avuto una remaster – e forse, tra tutti loro, è quello che più se la meriterebbe. Opera videoludica di rara fattura, nata dalle ceneri di King’s Field ma comunque con praticamente nessuna speranza dietro, si è poi caricata sulle spalle la responsabilità non da poco di aver fondato praticamente da sola un nuovo genere, i cosiddetti Soulslike. Un tipo di videogiochi complesso, difficile ma allo stesso tempo potente e ispirato, capace di raccontarsi anche senza dire una parola. Qualcosa che era troppo avanti persino per i suoi tempi (era il 2009, il 2010 per l’Europa), tanto che ai tempi si incassò la delusione tanto del pubblico quanto della dirigenza Sony. È rimasta infatti negli annali la magrissima performance del gioco al Tokyo Game Show del 2008, oltre che la sfiducia di Shuhei Yoshida. Yoshida si sarebbe poi pentito di quella considerazione troppo prematura: ciò avvenne quando grazie al passaparola degli utenti l’opera prima del neo-dark fantasy di FromSoftware raggiunse quasi il milione di copie in tutto il mondo.
Eppure, fu proprio quest’aura di “senza speranza” che contribuì a dare a Demon’s Souls quel tocco in più. Hidetaka Miyazaki avrebbe poi ammesso che, essendo un “fallimento annunciato”, non c’erano aspettative e pertanto se ne assunse la direzione, perché così avrebbe potuto creare letteralmente il videogioco dei suoi sogni. Contemporaneamente, però, la sua creatura ebbe la sua dose di fretta e di contenuti tagliati. Questi ultimi in particolare si sono dimostrati ben più sostanziosi del previsto, tanto che hanno continuato ad essere scoperti persino dieci anni dopo la pubblicazione. Tutto materiale che, per quanto inutilizzato, è rimasto su disco e che il data-mining dei fan ha lentamente riportato alla luce.
Una delle cose più grosse a essere emersa con questa ricerca è stata una vera e propria zona inedita, con tanto di nemici unici appositamente progettati e anche strutture apposite, tra cui una grossa costruzione gotica in rovina e una scialuppa – oltre che il modello di un cavaliere non utilizzato nel gioco ma con un’armatura a sua volta inedita, forse quindi un NPC.
Caro Babbo Natale, quale destino può attendere il primo Soulslike della storia dei videogiochi? Ancora non possiamo saperlo; anzi gli indizi, seppur numerosi e di varia natura (compreso l’ipotetico appoggio proprio di Miyazaki) non fanno ancora una prova. Certo è che, seppur ne sia riconosciuta l’importanza storica, dietro a Demon’s Souls ci sia fin troppo silenzio insistito, oltre che un’obsolescenza così insensata da essere sospetta, da “c’è qualcosa sotto, adesso arriva”. Ed ecco quindi che, seppur ancora non dichiarato né tantomeno esistente, il remake-remastered ampliato di Demon’s Souls potrebbe essere nient’altro che un classico ma divertente “segreto di Pulcinella”.
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