Humankind | Provato - Un nuovo corso per la storia dell'uomo
Il nuovo 4X sviluppato da Amplitude Studios vuole esser molto di più rispetto ad un semplice clone di Civilization.
Advertisement
a cura di Daniele Spelta
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Ampitude Studios
- Produttore: SEGA
- Distributore: Koch Media
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
- Generi: Strategico
- Data di uscita: 17 agosto 2021 - 22 agosto 2023 (console)
Vorremmo che tutti i giochi venissero sviluppati come Humankind. In un mercato sempre più frenetico e pronto a sacrificare la qualità per soddisfare le richieste esasperanti di finanziatori e azionisti, Amplitude Studios rappresenta al contrario un esempio positivo. Allo scorso E3 digitale, senza troppi problemi e senza scuse poco credibili, lo sviluppatore francese ha annunciato lo slittamento del suo 4X, previsto inizialmente per quest’anno e che invece vedrà la luce in un non ben precisato mese del 2021. Questo lasso di tempo aggiuntivo non sarà però un periodo di silenzio servirà alla software house per raccogliere i pareri e l’opinione della community, coinvolta attraverso un programma chiamato OpenDev.
Si tratta di un approccio peculiare e più ampio rispetto alle solite beta, un percorso in cui i giocatori forniranno costanti feedback sulle numerose sfaccettature del gioco, pareri che verranno ascoltati e – ovviamente non tutti – integrati nell’opera finale. Proprio in queste calde giornate estive ha preso il via il lungo viaggio e noi siamo stati ben lieti di provare le novità proposte da Humankind e di scoprire più da vicino questo nuovo modo di sviluppare.
L'opera magna di Amplitude Studios
Dal fantasy allo storico, sono numerosi i tentativi di imitazione e i vari Civilization-wannabe, tutti accomunati da un unico destino: il fallimento. In questa schiera solo un paio di nomi sono riusciti a farsi spazio: Endless Legend e Endless Legend. Sviluppati da Amplitude Studios, questi strategici non hanno vissuto all’ombra del loro padre spirituale e hanno finalmente provato a dare una lettura nuova ad un genere oramai avvizzito su sé stesso. Humankind poggia dunque su basi molto solide e già da questo primo faccia a faccia è possibile rintracciare alcuni punti in comune con i suoi predecessori, ma anche un’ambizione decisamente maggiore e la voglia di confrontarsi alla pari con il mostro sacro nato dalla mente di Sid Meier.
Vi chiediamo dunque scusa in anticipo se saranno numerosi i riferimenti e i paragoni rispetto a Civilization, ma è davvero difficile evitare questa comparazione, già a partire dalla scelta della fazione. Rispetto all’approccio personalistico di Civilization, con tanto di leader unico alla guida di una civiltà che attraverserà le varie epoche storiche, Humankind propone al contrario un’idea più comunitaria e fluida.
Le lancette sono infatti poste agli albori del genere umano, un democratico neolitico abitato da esseri tutti uguali tra loro, circondati soprattutto da insidie naturali e alla scoperta delle prime tecnologie. Le differenze nascono solo attraversando le varie età, come quella del bronzo o quella classica, fino ad arrivare ai giorni nostri, appuntamenti con la storia in cui il giocatore dovrà scegliere una fra le dieci civiltà messe a sua disposizione. Attualmente non si hanno ancora sotto mano tutti i nomi delle culture inserite da Amplitude nel suo titolo, ma questo variazione sul tema andrà di certo a creare delle profonde spaccature tra le varie partite, con percorsi sempre differenti e spesso anche imprevisti, dato che le civiltà saranno esclusive fra le varie epoche e non ci potranno essere doppioni sulla mappa di gioco.
Alla scoperta di un mondo nuovo
Parlando proprio della mappa, in queste ricche ambientazioni convivono tradizioni e novità. Il terreno, modellato attorno a pianure, deserti e montagne, è suddiviso nei canonici esagoni attraverso cui spostare le proprie pedine, ma è allo stesso tempo frazionato in regioni predefinite. Questa limitazione ha un forte impatto sulla crescita e sull’espansione delle fazioni, visto che ogni area ospita al massimo una città.
Rispetto a Civilization, dove nelle fasi finali si arriva ad una urbanizzazione esasperata, in Humankind si avranno al contrario poche metropoli ma decisamente più espanse e attorno alle quali si inseriranno i vari quartieri e le migliorie. Questa struttura riprende da vicino quella utilizzata in Endless Legend e, già da questo test preliminare, ci è parsa decisamente valida e in grado di aggiungere spessore anche alla semplice esplorazione.
Un territorio deve esser innanzitutto reclamato tramite la costruzione di un avamposto, che può in seguito venir sviluppato in una città vera e propria, unito alla capitale oppure sfruttato solo per le sue sue ricchezze economiche. Il passaggio da avamposto a città richiede però turni e denaro e questa dilatazione dei tempi va a creare una sorta di zona di frontiera costantemente contesa fra le potenze.
L'appuntamento fisso con la guerra
Il secondo scenario attivo in questo OpenDev ci ha permesso di analizzare da vicino un’altra delle novità principali di Humankind: le battaglie. In una mappa dai confini ristretti è stata ricreata la celebre battaglia di Kadesh, uno dei primi scontri di cui abbiamo notizia in forma scritta e che ha visto contrapporsi due delle principali potenze mediorientali dell’Età del Bronzo: gli Ittiti guidati dall’imperatore Muwatalli II e le truppe del faraone Ramses II.
La scelta di questo contesto mette ben in evidenza l’attenzione per la Storia e soprattutto ha dimostrato come anche in un 4X tradizionale ci possa essere spazio per della tattica. I duelli come sempre prendono il via quando due unità avversarie incrociano i loro passi ma, al posto di una rapida schermaglia dove conta esclusivamente la fredda matematica, le battaglie di Humankind sono suddivise in tre turni, momenti in cui è possibili pianificare spostamenti, attacchi, attendere i rinforzi e giocare d’astuzia per guadagnare una postazione sopraelevata o per costringere il nemico ad attraversare un fiume.
Insomma, a contare non saranno più esclusivamente i “muscoli” e la qualità delle truppe, ma anche il loro impiego e le loro sinergie – e questi momenti rappresentano una piacevole digressione rispetto agli standard a cui siamo abituati. L’unico dubbio potrebbe sorgere sul lungo periodo, quando verosimilmente la mappa sarà invasa da eserciti, con il conseguente rischio di un avanzamento a singhiozzo dei turni, una progressione rallentata dalle innumerevoli battaglie che, a questo punto, verranno decise in modo del tutto automatico.
Si respira un’aria fresca in Humankind e, al di là delle innovazioni introdotte, siamo rimasti immediatamente colpiti dalla qualità complessiva dell’opera e dalla cura maniacale dei dettagli, figli dell’esperienza maturata da Amplitude Studios nel corso degli anni. In uno strategico a turni sono spesso le finezze a fare la differenza e già la UI è un biglietto da visita fondamentale. Ecco, quella di Humankind, anche in corso d’opera, è semplicemente perfetta.
Ad esempio, la classica catena di produzione delle città si differenzia a seconda degli elementi che si vogliono generare, con icone chiare e forme specifiche per i quartieri, per le migliorie e per le unità. Un discorso analogo può esser fatto per l’albero delle tecnologie e la rappresentazione delle risorse sulla mappa. Il primo è un pilastro indispensabile per ogni 4X che si rispetti ed è disegnato con eleganza e immediatezza in Humankind, capace di contenere per ciascuna delle sei ere innumerevoli vie di sviluppo. I materiali ricordano invece da vicino invece quelle presenti nei precedenti titoli creati da Amplitude Studios e sono ben segnalati sui terreni, comprese le modifiche derivanti dalla costruzione dei nuovi edifici sulle varie caselle.
La strada per Humankind è ancora lunga, non c’è una data precisa di pubblicazione, abbiamo visto solo degli scorci del suo potenziale e in alcuni frangenti – uno su tutti la realizzazione tecnica delle unità – si vedono ancora ampi margini di miglioramento. Eppure, nonostante questo work in progress, si scorgono già alcune minuzie degne di nota, una su tutti la qualità del comparto audio, soprattutto nel sound design dinamico e che varia a seconda della zona di mondo esplorata.
Ritornando all'apertura di questa anteprima, ciascuno degli elementi qua descritti è stato inoltre sottoposto alla nostra valutazione. Tramite un semplice questionario Amplitude Studios sta raccogliendo infiniti feedback indispensabili per impostare la rotta dello sviluppo e noi siamo curiosi di proseguire questo viaggio al fianco della software house francese.
Se volete scoprire le opere di Amplitude in attesa di Humankind, potete mettere le mani su Endless Space 2 e su Endless Legend.
Le Migliori Offerte per Humankind
Voto Finale
Conclusioni Finali di SpazioGames
Pro
-
Molto più di un semplice copia e incolla
-
Si vede l'esperienza di Amplitude Studios
-
Interfacce e menù sono già un marchio di garanzia
Contro
-
Ancora non sappiamo con precisione quando verrà pubblicato
-
Tecnicamente c'è ancora del lavoro da fare
Commento
Advertisement