Hitman 3 | Video Provato - L'Hitman definitivo?
L'Agente 47 torna con la stagione finale della sua trilogia: abbiamo provato Hitman 3 e ve lo mostriamo in azione.
a cura di Stefania Sperandio
Editor-in-chief
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: IO Interactive
- Produttore: IO Interactive
- Distributore: Koch Media
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , SWITCH , STADIA , PS5
- Generi: Avventura , Stealth game
- Data di uscita: 20 gennaio 2021
Quando trovò i suoi natali Hitman Absolution, l'esperimento si rivelò essere riuscito solo in parte: il tentativo di trasformare le vicende dell'Agente 47 in un'avventura dalla forte vocazione cinematografica, sacrificando qualcosa nella sua anima da sandbox per strizzare l'occhio all'azione, scoraggiò alcuni dei fan di vecchia data, che temevano che la serie si sarebbe snaturata.
Invece, sotto l'egida di Square Enix, con la quale poi arrivò al divorzio, il team di IO Interactive tirò fuori dal cilindro Hitman. Siamo nel 2016 e il sicario più famoso del mondo dei videogiochi si presentò al suo pubblico con un'esperienza a episodi, che venivano pubblicati periodicamente e che andarono a comporre la prima stagione del suo nuovo universo di gioco. Gli scenari, limitati in numero, si fecero apprezzare per varietà, ricchezza, rigiocabilità: si trattava della realizzazione delle fantasie degli amanti di Hitman, che da Parigi a Hokkaido si poterono misurare con possibilità ludiche limitate praticamente solo dal loro ingegno.
IO si ripeté con Hitman 2, la seconda stagione che nel 2018 portò l'Agente 47 a proseguire il suo viaggio, anche narrativo, in sei ulteriori scenari, con qualche omaggio al suo passato e una filosofia che riprendeva pesantemente quella della stagione precedente. E ora, in questo 2021 e con la next-gen mano nella mano, è venuta la volta di Hitman 3, o se preferite Hitman III, che chiuderà definitivamente la trilogia del World of Assassination, come l'ha battezzata lo sviluppatore.
Ci siamo messi la nostra camicia e la nostra giacca migliore e, armati della proverbiale cravatta rossa, siamo partiti alla volta dei primi due scenari di Hitman 3, che abbiamo potuto giocare in anteprima grazie alla software house danese, e che parlano di un more of the same più brillante e promettente che mai.
Hitman all'ennesima potenza
Abbiamo dedicato l'introduzione dell'articolo a ricordare del tentativo di deviazione compiuto con Hitman Absolution per sottolineare che, con questo nuovo capitolo, ci troviamo di fronte a Hitman all'ennesima potenza. Anche in Hitman 3 a essere al centro non è l'esperienza guidata e, da quanto abbiamo potuto testare nei primi due dei sei scenari che troveremo nell'esperienza completa, il level design che è cuore pulsante dell'esperienza è più in forma che mai.
Stiamo ovviamente parlando solo di impressioni preliminari, che metteremo alla prova a breve di fronte all'esperienza completa, ma la sensazione avuta dai contratti con cui ci siamo misurati è che IO Interactive abbia fatto tesoro di quanto di positivo aveva messo nell'impasto di Hitman e Hitman 2, impreziosendo la sua esperienza sandbox con scenari sempre più ricchi di occasioni che aspettano solo di essere scovate e messe in pratica.
La regola, infatti, non cambia: una missione è compiuta perfettamente solo se eliminate unicamente il vostro (o i vostri bersagli) e, meglio ancora, se lo fate sembrare un incidente. Per sottolineare ulteriormente questo aspetto e strizzare l'occhio anche ai neofiti, Hitman 3 non solo propone ancora una volta tre livelli di difficoltà, che modificano anche il numero di salvataggi massimi che potete concedervi, ma vede anche il ritorno delle Storie delle missione che avevamo apprezzato nella seconda stagione. Se, quindi, volete una mano d'aiuto per ordire un piano perfetto, ci sono alcune occasioni che vi vengono segnalate direttamente dal gioco; se, invece, volete fare tutto da soli, tutto quello che dovrete fare sarà ignorarle.
Per il resto, c'è tutto quello che ha sempre reso Hitman una proposta unica nel panorama dei videogiochi: il nascondersi in piena vista in eventi mondani, il travestirsi di tutto punto per infiltrarsi, le armi improbabili come il veleno per ratti (e perfino le banane, questa volta) e il cavo di fibra/corda di pianoforte che è marchio di fabbrica di 47. Il core gameplay loop è lo stesso di sempre e IO Interactive, forte anche del fatto che questa sia la terza stagione di un'esperienza in essere, per quanto venga pubblicata standalone, ha mirato a limare, non a rivoluzionare. E, per quello che abbiamo visto fino a ora, ha fatto la scelta migliore.
Un mondo di occasioni
La struttura di Dubai dove vi troverete come primo scenario di Hitman 3 è ricca di personalità dell'alta società, che si godono l'inaugurazione del nuovo grattacielo più alto del mondo. Sarà qui che dovrete eliminare i vostri bersagli, facendo in modo che la potenziale presenza di tanti testimoni non sia un contro per i vostri piani, ma un vantaggio, come nello stile della saga.
Siamo rimasti bene impressionati da questo scenario: temevamo un po' un more of the same da Bangkok, uno degli scenari della prima stagione che era ambientato in un albergo di lusso, ma le sensazioni che abbiamo ricavato da Dubai sono di tutt'altro tipo e lo scenario è davvero ricchissimo di opportunità. Suddiviso su numerosi livelli, vi permette di sbizzarrirvi con valanghe di travestimenti e di incastri, che coinvolgono perfino una mostra dedicata a nuvole e cumulonembi e i suoi spettatori che, ignari, se la stanno godendo, proprio mentre qualcosa potrebbe andare tristemente storto per il vostro bersaglio.
Lo scenario è molto convincente non solo nel level design, con IO Interactive che si dimostra sempre più matura e consapevole dei punti di forza della sua creatura, ma anche nella direzione artistica scelta per caratterizzarlo: alcuni scorci a cui vi troverete di fronte vi incoraggeranno ulteriormente a vivere Hitman come va vissuto – lentamente e soffermandovi sui dettagli, perché non capita tutti i giorni di trovarsi dentro il grattacielo più alto del pianeta.
Questo discorso è valido all'ennesima potenza per il secondo scenario, quello di Dartmoor, dove si stanno svolgendo delle esequie funebri a cui parteciperete con l'intento di... farne svolgere presto delle altre. Non vogliamo anticiparvi davvero nulla sui contenuti della missione, ma tra le due che abbiamo potuto testare è senza ombra di dubbio quella che dimostra la confidenza di IOI nei suoi mezzi e nel suo modo unico di sviluppare uno stealth game divenuto riconoscibile e peculiare. La magione britannica in cui vi muoverete è circondata da un enorme giardino in cui le opportunità sono praticamente dietro ogni angolo e anche solo seguendo le diverse Storie di missione possibili scoprirete percorsi e piani mefistofelici che è possibile seguire per avere ragione del vostro ignaro bersaglio.
Se la formula è la stessa di sempre e il level design ci è parso anche più ispirato del solito, al punto da rimandarci con il pensiero alle geniali mappe di Sapienza e Hokkaido nella prima stagione, ci sono anche delle novità di gameplay che sono state introdotte con Hitman 3, e che sono valide anche per le mappe delle stagioni precedenti, a cui questa terza season farà da contenitore, come già accaduto con la seconda.
Ora, ad esempio, l'Agente 47 sarà dotato di uno smartphone che gli permetterà di fotografare scenari e momenti, non con una modalità Foto vera e propria, ma proprio come fareste con uno smartphone. Se la meccanica vi sembra solo estetica, sappiate che gli sviluppatori sono riusciti a integrarla con il gameplay, dal momento che ci sono delle serrature elettroniche che possono essere manomesse inviando al team di 47 l'immagine del dispositivo di sicurezza.
Più interessante è probabilmente l'introduzione delle scorciatoie, che permettono di modificare in modo permanente il livello: quando giocherete la prima volta, infatti, troverete delle scale a pioli ritratte, o delle porte chiuse dall'altro lato. Gironzolando per sbloccarlo o calarle, queste vie risulteranno percorribili anche nei successivi tentativi che farete per quella missione, permettendovi di fatto di accedere a quello stesso punto con tempi e modi completamente diversi rispetto alla prima volta.
Il racconto di Hitman 3
Fin dalla prima stagione del World of Assassination, IO Interactive non ha nascosto di voler incentrare l'esperienza di gioco anche sul comparto narrativo, portandoci a scoprire nuovi retroscena sull'Agente 47 e sul suo legame con Diana Burnwood, la sua storica spalla all'ICA. In passato i tentativi non sono andati esattamente a segno, dal momento che è difficile costruire una storia appassionante basandosi sulla vicenda inquietante e a tratti grossolana che aveva sempre contraddistinto la nascita di 47 in Romania, ma di stagione in stagione IO ha tentato di fare in modo che questo aspetto, per quanto presente, non fosse mai eccessivamente preponderante, né che partisse per la tangente con storie di esperimenti pazzi non all'altezza dei toni dell'esperienza di gioco.
Anche Hitman 3, da quello che abbiamo visto per il momento, non fa eccezione, ma complice anche l'accento posto sul fatto che si tratti della "drammatica conclusione della trilogia" abbiamo osservato una maggior cura per la regia delle sequenze filmate, che tornano a essere delle vere cutscene, laddove in Hitman 2 erano invece dei momenti animati con dei dialoghi sovrapposti in montaggio.
Il potenziale per fare qualcosa di buono, sicuramente, c'è, ma come di consueto misureremo il tutto una volta che avremo in mano il gioco completo, con la consapevolezza che un comparto narrativo riuscito sarebbe un grande bonus, e non il punto nevralgico, all'interno di un gioco che sa di dover fare tanto nel level design e nel replay value più che in qualsiasi altra cosa, per mantenere il suo posto di tutto rispetto nel cuore degli appassionati del franchise.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, invece, abbiamo apprezzato la gestione delle luci e la fluidità dell'esperienza, anche quando numerosi NPC si spostavano contemporaneamente. Non ci sono, invece e almeno per il momento, integrazioni di tecnologie come il DLSS o il ray-tracing.
Versione testata: PC
- CPU: AMD Ryzen 5 3600
- GPU: NVIDIA RTX 2060 Super
- RAM: 16 GB
- SSD
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Voto Finale
Conclusioni Finali di SpazioGames
Pro
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Level design più ispirato che mai
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Interessante regia
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Il sistema di scorciatoie apre nuove ingegnose vie ai giocatori più macchiavellici
Contro
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Pur sempre un more of the same