Un vero luchador non appende mai la sua maschera al chiodo, anche dopo aver salvato il mondo e riportato a casa la figlia di El Presidente. Va bene, tra una siesta e un burrito di troppo, accompagnato pure da abbondanti sorsi di mezcal, potrebbe esser apparso un abbondante giro vita e qualche rotolo di troppo penzola fuori dagli attillatissimi calzoni da wrestler. Forse pure i baffoni non sono più quelli splendenti e folti di un tempo, ma se il ring chiama non c’è scusa che tenga, soprattutto quando viene di nuovo messo in pericolo tutto il Mexiverso e una nuova minaccia si staglia all’orizzonte. Anche sulla guacamole, perché la tipica salsa messicana a base di avocado è pure più importante della stabilità delle dimensioni Mexico-spaxio-temporali. Guacamelee! 2 è ambientato sette anni dopo la dura lotta tra l’eroico Juan e Calaca – rivissuta qua in una breve sezione giocata – ma, a dispetto del tempo passato, non lascia molto spazio ai ricordi ingialliti: non c’è un minuto da perdere, bisogna indossare di nuovo gli stivaletti e la maschera e salvare vivi, morti e soprattutto i polli, perché per quanto ne dicano i complottari da quattro soldi, non può esserci una cospirazione di pennuti illuminati alle spalle del nuovo terribile pericolo.
Nel caso non l’abbiate ancora capito, il ritorno di Juan e della peculiare serie sviluppata da DrinkBox Studios, tutta a base di botte, pignatte, scheletri e mutandoni attillati, non si prende sul serio per un secondo. La storia è completamente fuori di testa, scambiando quattro chiacchiere con qualche pigro abitante fuori da un bar riceverete solo giochi di parole o battute non sense e anche il cattivo di turno, Salvador, non ha tutte le rotelle a posto, senza parlare poi della combriccola che lo circonda, tra irascibili cactus e maschere calaca narcisiste e appassionate di danza. Il recupero della sacra guacamole e dei manufatti sparsi per la mappa è un pretesto per esplorare gli anfratti del mondo di gioco e delle varie timeline, non cercate particolari colpi di scena o cliffhanger, ma nella loro totale assurdità, i dialoghi, gli incontri e i numerosi personaggi ben accompagnano il percorso del luchador.
Una menzione d’onore va poi fatta per le numerose citazioni, con i ragazzi di DrinkBox Studios che si sono divertiti a riempire la propria opera di rimandi e prese in giro nei confronti di altri videogiochi, film o libri: già nei primi minuti di gioco ci si trova così dentro ad un altro platform 2D decisamente più grigio, si attraversano i quartieri malfamati tipici dei picchiaduro a scorrimento, ci sono rimandi a guerre fra le stelle o, ancora, a gruppi rock anni ‘80. Guacamelee! 2 non rende solo omaggio ad altre produzioni ma, proprio come il suo predecessore, è uno spaccato-parodia sulla cultura popolare messicana, i livelli esplodono dei colori e del folklore centro americano e, soprattutto entrando nella dimensione dei morti, i livelli sono una cornucopia del Día de Muertos: nella sua semplicità grafica in 2D, il titolo riesce a lasciare una ricordo di sé grazie ad una direzione artistica curata e studiata fin nel più piccolo dei particolari. Una menzione d’onore va inoltre alla colonna sonora, affidata nuovamente alle sapienti mani di Rom di Prisco, autore già delle note elettro-mexicane del primo Guacamelee!.
Ora però basta con le chiacchiere, va bene il Mexiverso da salvare, però anche voi capre-santoni state un attimo in silenzio che Juan deve tornare a fare suplex e piledriver a scheletri &Co. Tranquilli, Guacamelee! 2 è ancora un concentrato d’azione, forse lo si può accusare di non aver nemmeno provato a modificare l’impianto ludico che ha contraddistinto il primo episodio, ma quando una cosa funziona alla grande non capiamo perché questa andrebbe rivoluzionata. L’avventura del luchador mascherato è quindi ancora una volta un intrigante mix fra platform e action, uniti dalla struttura tipica dei metroidvania, che gioca però su due livelli ben distinti. Nella quest principale il percorso risulta piuttosto lineare e la progressione non viene penalizzata da un eccessivo backtracking o da sezioni particolarmente diaboliche. Inoltre, l’obiettivo da raggiungere viene sempre visualizzato sulla mappa ed è quindi difficile perdere la bussola. Il viaggio è poi punteggiato da numerosi checkpoint che rendono meno frustranti le morti e non costringono a ripetere estese parti di livello, così come ritornano le pietre sacre, utili per spostarsi rapidamente da una città all’altra.
Tutte queste trovate creano una formula fresca e frenetica, dove il ritmo si mantiene costantemente elevato. Guacamelee! 2 stuzzica però la curiosità del giocatore e lo spinge spesso a tornare sui propri passi: ad un primo passaggio, molte delle aree di gioco sono inizialmente inaccessibili e solo dopo aver acquisito alcuni poteri diventano esplorabili. Il mondo è poi cosparso di segreti, scrigni e altri tesori, tutti ben celati in parti più complesse, dove il team di sviluppo si è divertito ad inserire trovate sempre più perfide per mettere alla prova i riflessi e le abilità del giocatore. I due piani, quello lineare e quello più intricato, rendono dunque il gioco fruibile ad una vasta schiera di giocatori, sia quelli che preferiscono la componente più action, sia quelli che amano sbattere la testa fra salti al millimetro e precise schivate.
Il risultato è un affascinante mondo di gioco diviso fra macro aree da scoprire passo dopo passo, collegate da percorsi intricati e da esplorare. Il level design è il vero fiore all’occhiello di Guacamelee! 2. Le regioni del Mexiverso si suddividono in sezioni spiccatamente platform, impreziosite anche da qualche enigma ambientale dove sfruttare anche le due differenti dimensioni – quella dei morti e quella dei vivi – e in mini-arene incentrate interamente sul combattimento, dove respingere ondate di nemici differenti, utili anche per apprendere le numerose tecniche e che culminano in boss fight intense ed appaganti. Il ritorno del mascherato lottatore è accompagnato da una maggiore varietà di avversari, ovviamente tutti facenti parte di quel vasto corollario di tradizione messicana: ci sono i classici scheletri, demoni aztechi dotati di lancia, tartarughe spinose e non mancano i nemici più coriacei, difesi da differenti tipologie di scudi e che possono essere abbattuti solo eseguendo certe tipologie di mosse.
L’arsenale a disposizione di Juan è davvero vasto, e naturalmente fuori cabeza: partendo da semplici colpi diretti, avanzando nell’avventura le combo si fanno sempre più complesse ed appaganti, fra schivate, doppi salti, uppercut, prese sulle pareti, testate, pugni volanti e una sorta di rampino invisibile, novità di Guacamelee! 2. Quando l’azione si fa più concitata il titolo rivela a pieno la sua anima da beat’em up tecnico, dove far salire vertiginosamente la conta dei colpi inanellati. Eseguire un suplex perfetto è inoltre utile per ottenere il denaro da spendere nei sei alberi delle abilità, legati ad altrettanti bizzarri allenatori e che sono una delle principali novità di questa seconda avventura: si va dai classici potenziamenti per la salute e per l’energia fino ad alcune mosse prese direttamente dal mondo del wrestling, senza dimenticare le abilità del pollo. Sì, perché come nel primo capitolo, Juan è in grado di trasformarsi in un fastidioso pennuto ed avere così accesso a cunicoli e passaggi più stretti, ma in Guacamelee! 2 anche da volatili ci si difende alla grande, con beccate, planate, combo e colpi speciali dedicati.
Le abilità non vanno sfruttate solo nei combattimenti, ma giocano un ruolo fondamentale anche nelle fasi platform, in cui prodursi in poderosi montanti cedrone – che poi non sarebbero altro che degli uppercut – per eseguire un salto più alto o, ancora, trasformandosi in un pollo per colpire alla massima potenza un blocco viola e mandarlo in mille pezzi. Le numerose combinazioni indispensabili per superare alcune zone più ostiche vengono adeguatamente rivelate in una progressione onesta, con una curva di apprendimento che si sviluppa senza brusche impennate. Va comunque segnalato che soprattutto nel finale, quando convergono tutte le mosse a disposizione e in particolar modo per scovare i segreti meglio nascosti, Guacamelee! 2 potrebbe scoraggiare i meno pazienti e avvezzi al genere: nulla di davvero preoccupante, perché come già detto in precedenza il team di sviluppo è riuscito a calibrare un giusto tasso di sfida grazie ad una missione principale con un buon livello di difficoltà, ma mai veramente sconfortante.
Ritornano infine le brevi sub-quest, semplici diversivi utili per ottenere qualche lauto bottino da spendere per migliorare le proprie abilità. Come per il passato, il titolo può essere giocato fino ad un massimo di quattro giocatori ma esclusivamente in locale, senza quindi condividere calci, pugni e salti con qualche altro luchadores sparso in chissà quale altra dimensione.
– Ottimo level design
– Poco backtracking
– Tante combinazioni e mosse
– Difficile e appagante, ma mai frustrante
– Mantiene la qualità del primo capitolo…
– La co-op online sarebbe stata la ciliegina sulla torta
– … Ma non aspettatevi stravolgimenti
9.0
Guacamelee! 2 si presenta come un sequel piuttosto conservatore, ma questa volta il tradizionalismo è più un pregio che un difetto. Il team di sviluppo ha infatti compiuto i maggiori sforzi per allargare l’offerta ludica ampliando il mondo di gioco, la varietà dei nemici e aggiungendo qualche altro tassello all’elenco delle mosse di Juan, senza però stravolgere le solide basi fatte di esplorazione, platform e azione. Se avete amato il primo non temete, perché ritroverete ancora il vostro caro e assurdo Mexiverso, fatto di wrestling, saggi che si trasformano in capre e zeppo di citazioni; se siete invece timorosi di sbattere la testa contro il backtracking tipico del genere, Guacamelee! 2 potrebbe essere il metroidvania che fa per voi, visto che i passaggi più complessi sono limitati a sezioni opzionali, mentre l’avventura principale scorre via su ritmi sempre sostenuti.
Ora vado su Change.org per aprire una petizione affinché venga sviluppato il multiplayer online.
Voto Recensione di Guacamelee! 2 Recensione: Il ritorno del luchador mascherato - Recensione