Il CEO di Google, Sundar Pichai, ha annunciato da poco la decisione di licenziare 12mila dipendenti, pari a circa il 6% della forza lavoro globale dell'azienda.
Si tratta, di fatto, dell'ultima grande azienda ad annunciare una grande serie di licenziamenti dopo che già Microsoft, Amazon e Meta hanno annunciato rispettivamente migliaia di tagli di posti di lavoro.
Nella nota ai dipendenti di Google inviata oggi (via Thurrott), Pichai ha fornito più o meno la stessa spiegazione degli altri amministratori delegati del settore tecnologico che hanno recentemente annunciato dei licenziamenti.
La motivazione è semplice: la forza lavoro di Google è cresciuta troppo velocemente durante la pandemia ed è arrivato il momento di fare alcuni difficili aggiustamenti.
«Negli ultimi due anni abbiamo assistito a periodi di crescita drammatica. Per soddisfare e alimentare questa crescita, abbiamo assunto per una realtà economica diversa da quella attuale», ha spiegato Pichai.
A seguito di una revisione delle sue priorità principali, Google eliminerà ruoli in varie aree di prodotto, funzioni, livelli e regioni. Pichai ha sottolineato che questo è un momento importante «per affinare la nostra attenzione, riorganizzare la nostra base di costi e indirizzare il nostro talento e il nostro capitale verso le nostre priorità più alte».
Lunedì 23 gennaio Google terrà un incontro con i dipendenti per condividere ulteriori dettagli sulla riduzione dei posti di lavoro. Nel frattempo, l'azienda ha dichiarato che offrirà una buonuscita a partire da 16 settimane di stipendio più due settimane per ogni anno in più di lavoro.
L'azienda pagherà anche i bonus del 2022 e le ferie residue, oltre a 6 mesi di assistenza sanitaria, servizi di collocamento e supporto all'immigrazione per i dipendenti statunitensi colpiti dai licenziamenti.
Anche se il rallentamento dell'economia ha avuto un impatto notevole su Google e su altre grandi aziende tecnologiche, Pichai ritiene che la scommessa iniziale della compagnia sulle Intelligenza Artificiali dovrebbe continuare a dare i suoi frutti. «Abbiamo un'opportunità sostanziale davanti a noi con l'IA in tutti i nostri prodotti e siamo pronti ad affrontarla con coraggio e responsabilità», ha dichiarato il dirigente.
Vero anche che, a meno di 24 ore dalla morte di Stadia, c’è (almeno) una nuova, bella notizia, ossia un tool per poter riutilizzare il controller bluetooth della piattaforma.
Per quanto riguarda l’addio di Stadia, la nostra Stefania Sperandio ha pubblicato un importante speciale in cui ci ha spiegato che la piattaforma «è il risultato di un progetto contraddittorio che pensava che la tecnologia vincesse anche sulle idee. E che ha dimenticato di capire a chi voleva rivolgersi.»