Negli scorsi mesi si moltiplicavano a dismisura i publisher che dichiaravano di voler puntare fortemente sul metaverso e sulla tecnologia blockchain nei videogiochi, tra lo scetticismo generale di molti utenti: gli ultimi risultati testimonierebbero però un profondo cambiamento.
Dopo gli ultimi tentativi andati clamorosamente a vuoto, come il caso eclatante degli NFT di Ubisoft su Ghost Recon Breakpoint (lo trovate su Amazon), molti sviluppatori sono ormai convinti che questi concept e tecnologie non solo non servano, ma che non offrano nulla di rilevante per i giocatori.
A svelarlo è il sondaggio State of the Game Industry del 2023, al quale hanno risposto oltre 2300 sviluppatori: in una delle domande proposte all'interno del questionario, si chiedeva infatti ai developer quale fosse la piattaforma che ritenevano più indicata per la crescita del metaverso.
Come riportato da IGN.com, un impressionante 45% ha risposto con nessuna delle scelte, segnalando che «il metaverso non manterrà mai le promesse»: una differenza impressionante dalla prima tra le scelte "positive", ovvero Fortnite con un 14%.
GDC e Game Developer hanno poi svelato una delle risposte più longeve sul tema che, stando a quanto riportato, rappresenterebbe l'opinione della maggior parte degli intervistati: il commento è estremamente critico sul potenziale del metaverso, sottolineando che «la promessa del metaverso, così come è presentata, è il nulla».
«Le persone che provano a venderlo non hanno idea di che cosa sia, e non ce l'hanno nemmeno i consumatori.Ricordate cosa è successo, e cosa sta continuando ad accadere, con il cloud gaming lo scorso decennio?».
Il commento sul cloud gaming diventa ancora più di attualità, se pensiamo che proprio nelle scorse ore, tra la quasi totale indifferenza generale, Google ha chiuso ufficialmente i server dell'ambizioso Stadia. Altri sviluppatori hanno poi aggiunto che in realtà il metaverso «esisteva già» e alcune compagnie starebbero solo cercando di fare un rebrand, con scarsi risultati.
Ma le critiche degli sviluppatori non si fermano qui, diventando ancora più feroci quando il sondaggio chiede se siano interessati alla blockchain: il 75% ha risposto di non essere affatto interessato, e di questi il 56% si è addirittura opposto a una sua eventuale implementazione.
Risposte che vanno decisamente in controtendenza con gli interessi di alcuni grandi publisher, dopo che Konami ha ammesso di guardare al metaverso e, soprattutto, dopo che Square Enix ha annunciato di aumentare gli investimenti sui giochi in blockchain, ma che testimoniano come, nel loro stato attuale e se non cambierà qualcosa, questi concept difficilmente potranno avere un futuro nei videogiochi.
Tra i volti noti più critici nei confronti del metaverso ricordiamo esserci anche Phil Spencer, il capo di Xbox che è arrivato addirittura a definirlo come «un videogioco brutto».