L'inclusione degli NFT all'interno dei videogiochi sembra essere un argomento destinato a far discutere ancora a lungo la community videoludica: adesso anche Square Enix sembra aver mostrato un largo interesse nei confronti della tecnologia blockchain.
Sono infatti diversi gli sviluppatori del colosso giapponese che vorrebbero lavorare all'introduzione dei token non fungibili, e tra questi c'è anche il producer di Final Fantasy VII Remake.
Ricordiamo che i videogiocatori sembrano aver reso ormai chiaro di non gradire la presenza della tecnologia blockchain nei propri videogiochi, come dimostrato dal caso S.T.A.L.K.E.R. 2, costretto a fare marcia indietro poche ore dopo il suo annuncio.
Uno dei primi publisher ad inaugurare quello che dovrebbe essere il nuovo corso videoludico è stato Ubisoft che, nonostante il flop di Quartz, vuole continuare su questa strada.
Square Enix sembra però voler seguire l'esempio proprio del gigante francese: in un'intervista rilasciata a Famitsu (via ResetEra), molti componenti chiave della compagnia hanno dimostrato il proprio apprezzamento per la tecnologia ed il suo potenziale.
Yosuke Saito, il producer di NieR, ha per esempio dichiarato di essere molto interessato, in quanto la nuova tecnologia permetterebbe nuovi modi di giocare: tuttavia è probabile che ci si muoverà in tale direzione solo in futuro, dato che ci sono ancora progetti in lavorazione non annunciati.
Anche Yoshinori Kitase, producer di Final Fantasy VII Remake, è dello stesso avviso e ha dichiarato che «sarà interessante vedere come NFT e blockchain saranno introdotti nei videogiochi».
Noriyoshi Fujimoto è invece convinto che si parlerà nuovamente di NFT fra tre o quattro anni, dato che ci sono ancora alcune questioni da risolvere, principalmente in termini legislativi, ma che quando succederà nasceranno «idee di gioco interessanti».
Insomma, che piacciano o meno, l'interesse nei confronti dei token non fungibili sembra in costante crescita nel mondo videoludico: non resta fare altro che aspettare e scoprire se effettivamente potrà essere questo il futuro.
Del resto, Peter Molyneux si è già lanciato con grande successo su questa tecnologia: non è dunque difficile capire come mai le industrie videoludiche stiano monitorando il tutto con attenzione.
L'autore del GOTY 2021, Josef Fares, ha però comunicato di volersi ribellare fortemente ai token non fungibili, dichiarando di «preferire farsi sparare» piuttosto che includerli nei suoi videogiochi. L'industria videoludica è, in altre parole, ancora fortemente divisa sull'argomento.
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