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Giochi Olimpici Tokyo 2020 - Il Videgioco Ufficiale | Recensione

Meglio tardi che mai

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Informazioni sul prodotto

Immagine di Giochi Olimpici Tokyo 2020
Giochi Olimpici Tokyo 2020
  • Sviluppatore: SEGA
  • Produttore: SEGA
  • Distributore: Koch Media
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
  • Generi: Sportivo
  • Data di uscita: 22 giugno 2021

Finalmente, siamo alle porte delle Olimpiadi 2020 di Tokyo, evento previsto per lo scorso anno ma rimandato, ovviamente, a causa della situazione pandemica tuttora in corso. Il rinvio dei Giochi Olimpici ha avuto un impatto anche sulle produzioni ad essi connesse; un esempio è Giochi Olimpici Tokyo 2020 – Il Videogioco Ufficiale (d’ora in poi soltanto Tokyo 2020), titolo in uscita su PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch, previsto originariamente per l’autunno 2019, periodo in cui fu effettivamente lanciato nel solo territorio nipponico, prima che la pandemia globale cambiasse tutto quanto.

A quasi due anni di distanza dalla prima uscita, il gioco sbarca finalmente sul mercato occidentale, anticipando di poco l’inizio effettivo dei Giochi. Si tratta del secondo titolo – sempre a marchio Sega, peraltro – dedicato ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020, dopo il titolo con protagonisti Mario e Sonic di cui vi avevamo parlato positivamente su queste pagine.

Questa seconda uscita riuscirà a convincerci allo stesso modo? Scopriamolo insieme.

Party game olimpionici

Avviando per la prima volta Tokyo 2020, ci viene data la possibilità di creare un nostro avatar virtuale, approfittando di un editor semplice ed intuitivo. Una volta che avremo costruito il nostro personaggio, ci troveremo di fronte al menù principale, da cui potremo accedere alle diverse modalità.

Lo diciamo subito, questo Tokyo 2020 è un titolo pensato quasi esclusivamente per il multiplayer; non è presente una vera e propria modalità storia, e l’unica opzione per giocatore singolo è quella di affrontare una delle diciotto discipline disponibili sfidando la CPU. È possibile giocare in multiplayer locale oppure online, ed in quest’ultimo caso è possibile scegliere tra partite casuali e partite classificate.

Sostanzialmente, Tokyo 2020 si presenta come una collezione di minigiochi, in modo simile al cugino Mario & Sonic Tokyo 2020; e proprio alla stregua di quest’ultimo, l’approccio scelto per riprodurre le discipline olimpioniche è quello arcade, il che rende di fatto Tokyo 2020 più un party game che un titolo sportivo. Da un punto di vista tecnico, il titolo si presenta in buona forma, con uno stile cartoonesco piacevole da vedere e che viene gestito senza intoppi di sorta dal motore di gioco; non ci aspettavamo qualcosa di eclatante sotto questo profilo e così è stato, ma non possiamo neanche muovere lamentele.

La nostra prova si è svolta sulla versione PlayStation 4, ma non dubitiamo che il gioco non abbia difficoltà di sorta anche su Xbox One e Nintendo Switch.

Come dicevamo, le discipline disponibili sono diciotto: abbiamo la corsa 100m, la corsa ad ostacoli, il lancio del peso, la boxe, il judo, il basket, il calcio, il beach volley, il tennis ed altro ancora. Ovviamente, il gameplay varia molto in base alla disciplina, per cui ogni sport è dotato del suo set di comandi e di regole.

Quello che invece non cambia è lo spirito arcade che contraddistingue e penalizza questo Tokyo 2020. Diciamo penalizza perché in molti minigiochi l’animo arcade è davvero troppo preponderante, al punto da rendere vana qualsiasi idea di progressione. Questo vale, soprattutto, negli sport di squadra. Prendiamo, ad esempio, il calcio.

Nel minigioco potremo controllare tutti i nostri giocatori, eseguendo alcune azioni di base, come rubare la palla, passarla e tirarla. Le azioni possibili, però, sono davvero limitate: non si ha neanche lontanamente l’impressione di giocare ad una partita di calcio, perché manca buona parte di ciò che caratterizza lo sport. E lo stesso vale per il basket, o per il beach volley. Le mosse a disposizione sono così poche che ad un certo punto si ha quasi l’impressione che la nostra partecipazione al gioco sia minima. In questo modo, viene presto meno qualsiasi incentivo a migliorarsi, semplicemente perché è difficile farlo in un gioco così basilare.

E lo stesso vale anche per gli sport singoli. Il lancio del peso, ad esempio, si limita ad un quick time event in cui dobbiamo premere il pulsante nel momento migliore, senza possibilità di indirizzare in qualche modo il tiro o di influire sulla traiettoria del peso se non per quel singolo QTE. A questo poi si aggiungono alcuni minigiochi semplicemente meno riusciti, come il baseball, fin troppo soporifero.

Insomma, ci è sembrato che, al di là dello spirito arcade, sicuramente benvenuto, il gioco punti davvero troppo sul semplificare il più possibile le meccaniche delle discipline olimpioniche, al punto da togliere da esse qualsiasi mordente. Certo, questo non significa che tutti i giochi non sono divertenti: alcune discipline, come il tennis o il pugilato, riescono comunque a regalare qualche momento di divertimento, nonostante valga anche qui il discorso dell’eccessiva semplificazione delle discipline.

La festa dura poco

Ormai è chiaro, la selezione di minigiochi proposta da Tokyo 2020 non ci ha convinti. Non ci ha convinti anche perché, come dicevamo, un’alternativa dedicata alle Olimpiadi di Tokyo 2020 esiste già, ad opera della stessa Sega: Mario & Sonic Tokyo 2020 centra il bersaglio, riuscendo a proporre minigiochi ispirati alle discipline olimpioniche che siano sì semplici ma non per questo privi di sfida e di mordente.

Sembra quasi incredibile che Sega abbia potuto compiere un tale passo indietro. E purtroppo i passi indietro diventano due quando andiamo a vedere il pacchetto di contenuti qui offerto. Come vi dicevamo, è assente qualsiasi forma di campagna per giocatore singolo; l’unico incentivo a sfidare la CPU è l’ottenimento di medaglie e punti che ci permetteranno di acquistare nuovi capi di abbigliamento per il nostro avatar. Una ricompensa gradita, certo, ma che sicuramente non basta per invogliare a giocare quando i minigiochi sono così piatti.

Passando al fronte multiplayer, qui troviamo l’unica vera grazia del gioco: Tokyo 2020 può essere divertente se giocato in compagnia, e può dunque essere un buon party game per qualche serata, soprattutto per chi non possiede un Nintendo Switch. Soltanto in tal caso, complice il prezzo budget di 29,98€, il gioco potrebbe valere la pena di essere acquistato.

Se però avete già giocato Mario & Sonic Tokyo 2020 o avete modo di recuperarlo, anche questa motivazione cade, perché pure sotto il profilo delle modalità, la prima offerta di Sega è decisamente più ricca, tra una campagna single player vera e propria, eventi sogno, eventi in 8-bit ed altro ancora.

Purtroppo, questo Tokyo 2020 risulta un gioco troppo semplicistico e spoglio per essere promosso con valutazioni altisonanti; non è tanto l’idea di sviluppare un gioco arcade ispirato alle discipline olimpioniche a non funzionare (la serie di Mario & Sonic sta lì a dimostrarlo), quanto il non aver saputo trovare un equilibrio tra accessibilità e profondità, tra titolo sportivo e party game vero e proprio.

Se la scarsità di contenuti viene in parte compensata dal prezzo budget, questa enorme falla strutturale è un difetto sopra il quale è difficile passare, e di cui vi invitiamo caldamente a tenere conto prima di valutare l’acquisto del gioco.

Versione recensita: PS4

Qualora voleste recuperare il Videogioco Ufficiale dei Giochi Olimpici Tokyo 2020, vi consigliamo di approfittare della migliore offerta disponibile a questo indirizzo.

Voto Recensione di Giochi Olimpici Tokyo 2020 - Recensione


6

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Alcuni minigiochi divertenti

  • Prezzo budget

Contro

  • Scarse opzioni di gioco

  • Minigiochi troppo semplificati e non sempre riusciti

Commento

Il Gioco Ufficiale di Tokyo 2020 è una raccolta di minigiochi privi di mordente, fin troppo semplificati per essere in grado di appassionare. Il gioco può però riempire qualche serata con gli amici facendovi divertire per un po', anche se non ha niente più da offrire che questo.
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