La giocatrice del meme del coniglietto di The Last of Us oggi riceve minacce di morte per cose mai fatte

Negaoryx, streamer nota per la sua sentita reazione alla scena del coniglietto di The Last of Us, racconta la sua brutta esperienza.

Immagine di La giocatrice del meme del coniglietto di The Last of Us oggi riceve minacce di morte per cose mai fatte
Avatar

a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Molti giocatori si ricordano di una sequenza all'interno del primo The Last of Us, in cui Joel ed Ellie si ritrovavano alle prese con un adorabile coniglietto che, purtroppo per lui, non aveva una sorte molto fortunata. La scena, già di per sé molto toccante, è col tempo divenuta un vero e proprio meme del web grazie alle reazioni dei giocatori che si sono filmati mentre la vivevano: è anche il caso di Emma Montgomery, nota online come Negaoryx, che ebbe una reazione molto accorata davanti alla fine dell'animaletto virtuale.

La clip della sua risposta davanti alla scena del gioco di Naughty Dog è diventata così nota da essere commentata e conosciuta perfino dagli sviluppatori, ma al di là della simpatia del momento e del fatto che molti giocatori scrivano tutt'oggi a Montgomery di sorridere davanti alla sua sentita reazione, c'è un lato oscuro della medaglia – perché, a quanto pare, su internet non poteva essere altrimenti.

A raccontarlo è stata direttamente la giocatrice che, ai microfoni del sito Kotaku, ha raccontato di come la questione del meme sia precipitata, con la community che in alcuni elementi dimostra, ancora e per l'ennesima volta, di avere parecchia, parecchia strada da fare.

Il caso del meme di Negaoryx

In un tweet sul suo account, la giocatrice aveva commentato che, dopo due anni, «sono veramente stanca delle persone che commentano dicendo 'LUL, le donne sono sempre troppo emotive!'», in riferimento al fatto che il meme che la coinvolgeva avesse appena "celebrato" il suo secondo compleanno.

Qualcuno però, al di là dei commenti fastidiosi, non si è limitato a sorridere della sua reazione accorata, ma ha scaricato la clip video, ha rimosso lo sfondo piazzandole dietro un green screen virtuale e ha reso disponibili quei dodici secondi come un vero e proprio "meme" di libero utilizzo. Dei giocatori si sono così divertiti a piazzare la sua reazione davanti ai contenuti più disparati e se l'idea di vedere Montgomery che si emoziona e si intristisce magari mentre il gioco alle sue spalle passa da The Last of UsMinecraft, c'è ovviamente qualcuno che non capisce la cosa – ossia che quella che sta vedendo non fosse la clip originale – e che si lascia andare al peggio di sé.

«Ho iniziato a ricevere minacce di morte da persone nei miei messaggi privati, che arrivavano fuori dal nulla, come 'stupida pu**ana, è solo Minecraft» ha raccontato la streamer. «E io non ho mai nemmeno giocato a Minecraft. Le persone sono convinte che io stia davvero piangendo davanti a giochi che non ho mai giocato. Ed è soprattutto in giochi che hanno un appeal sui giovanissimi, proprio come Minecraft, che ho iniziato a ricevere insulti e molestie da bambini che immagino non capiscano che è un meme. Pensano che sia davvero io che reagisco a Undertale, o Minecraft, o Five Night at Freddy's, o quello che è.»

Montgomery si è allora posta una legittima domanda: cosa accadrebbe se qualcuno dovesse sistemare la sua reaction davanti a video sconvenienti, considerando che molte persone non comprendono che si tratta di un montaggio, e non di un video originale? Cosa sarebbe successo, per fare un esempio, se non avendo lei più controllo della sua clip qualcuno l'avesse sistemata, commossa ed emozionata, davanti a un video con contenuti inneggianti al nazismo?

L'ipotesi è purtroppo tutt'altro che remota, ma le vie legali per prevenire che la situazione precipiti fanno accapponare la pelle, perché si fermano davanti al bullismo organizzato:

Hanno realizzato un avatar VR con la mia faccia e con i suoni della mia clip. Ho contattato il mio avvocato e gli ho detto 'senti, ma questa cosa si può fare? Cosa possiamo fare per contrastarla? E se qualcuno di questi tizi mettesse la mia faccia e il mio nome in qualche video con dei contenuti che inneggiano all'odio?'.

Il mio avvocato mi ha detto 'sarò onesto con te, ho già affrontato casi simili per altre persone, in passato. Puoi chiedere la rimozione dei video, ma per farla breve: ogni singola donna io abbia assistito in procedure di questo tipo, ha visto il fuoco tornarle addosso. Ti manderanno dietro le loro community.' Non mi dimenticherò mai di queste parole: 'renderanno ogni giorno della tua vita un vero inferno.'

E se non c'è da diventare migliori su una cosa del genere – vie legali scoraggiate dal fatto che si organizzi dello squadrismo quando viene ricordato che ci sono delle regole, e delle persone, da rispettare – non sappiamo allora su cosa ci sia.

Il rispetto online fa la differenza

Proprio in occasione del secondo anniversario della sua clip di The Last of Us, Montgomery ha vissuto un episodio, mentre streammava sul suo canale, che è finito sotto i riflettori, quando uno dei suoi spettatori si è sentito particolarmente brillante nel domandarle «di che colore è il tanga che indossi oggi?», mentre lei videogiocava.

La streamer ha deciso di rispondere direttamente a questo individuo, spiegandogli faccia a faccia tutto quello che non vada nel sentirsi legittimati nel rivolgere questo tipo di domanda spacciandola per una battuta:

No, tutti noi possiamo ancora scherzare. Tu non puoi, perché non stavi scherzando nemmeno all'inizio. Stavi solo facendo il sessista misogino pezzo di me**a. È una cosa che non ti piace sentire, perché qualcuno ti sta tenendo davanti uno specchio e la cosa ti mette a disagio. Perché tu ti conosci, e sai che c'è del buono in te. Nel tuo cuore, devi trovare un modo per raccontarti qualcosa che ti faccia sentire meglio, di fronte al fatto che qualcuno ti stia chiedendo di confrontarti con le parti di te stesso che odi di più. E io che ti dico 'non stavi scherzando' sono io che ti dico di prenderti la responsabilità di essere una persona migliore, perché ora come ora non lo sei. Mi dispiace se è difficile, per te, sentirtelo dire, perché pensi di essere l'eroe della tua storia, ma sei solo una nota a pie' di pagina in quella di chiunque altro.

Cannot get X.com oEmbed

La sua risposta ha destato grande clamore e condivisione tra le altre giocatrici che vivono episodi simili, e Montgomery ha dichiarato «se proprio devo diventare virale con qualcosa, sono felice che sia con il momento in cui ho parlato di come le donne si meritano di essere trattate. Penso che molte persone usino l'immagine del troll per cercare di sentirsi meglio. Forse sono solo dei perdenti nel seminterrato della casa di mamma che non hanno amici, non hanno niente di buono nella loro vita, e cercano solo di sentirsi meglio. Penso però che sia una cosa dannosa.

Quando le persone che hanno questi atteggiamenti vengono messe di fronte al loro comportamento, ti dicono 'no, io non sono così, non sono quel tipo di persona'. [...] Spero che quella clip mostri agli streamer che magari sono esitanti sull'iniziare a trasmettere, o che si sentono poco sicuri su come moderare il canale – ecco, spero che gli dia la forza. Spero gli mostri che anche i troll sono persone. Gli strumenti di moderazione hanno un valore enorme, ma alla fine dobbiamo vedere il cambiamento nelle persone che si prendono le responsabilità di come si comportano online.»

Il commento di Naughty Dog

Potete leggere a questo indirizzo la testimonianza completa della giocatrice, che ha suscitato anche la reazione di Kurt Margenau, co-game director di The Last of Us - Parte II, che ha a sua volta "invitato" i giocatori a smetterla di avere comportamenti tossici con le persone che percepiscono come diverse o lontane da loro.

Margenau racconta:

Ai miei vent'anni, ero preoccupato dal dire in giro che lavorassi con i videogiochi, perché era una cosa troppo nerd per impressionare le ragazze. Oggi sono preoccupato a causa dell'immagine che il pubblico di 'gamer' dipinge di sé nel mondo. Non potremmo mai sovrastimare quanto sia difficile essere una donna in un'industria come questa.

Non ho mai ricevuto minacce di morte su Twitter. Mai. Ed ero parte di un gioco che ha reso tantissime persone MOLTO arrabbiate. Mai avuta una minaccia di morte in vita mia. Chi le ha ricevute? Le donne coinvolte nel progetto, LGBTQ, BIPOC, o gli ebrei. Questa è solo una parte della loro vita ed è un ca**o di schifo. Siate migliori.

E Margenau, semplicemente, ha riassunto tutto: siate migliori. Non ci sono scuse né motivi per non iniziare a esserlo da ora.

Se volete vivere in prima persona la scena del coniglietto, potete recuperare The Last of Us a un prezzo conveniente su Amazon.
Leggi altri articoli