Genshin Impact | Recensione - Quando le apparenze ingannano
Genshin Impact, finito sotto le luci della ribalta per il suo mostrarsi come un clone di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, è in realtà un regalo inaspettato
a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: MiHoYo
- Produttore: MiHoYo
- Distributore: MiHoYo
- Piattaforme: PC , PS4 , PS5
- Generi: Gioco di Ruolo , Action Adventure
- Data di uscita: 28 settembre 2020 (PC, iOS, PS4) - 28 aprile 2021 (PS5) - 20 novembre 2024 (XSX)
Dopo una settimana estremamente intensa, spesa ad esplorare lo splendido universo di Teyvat, il mondo creato dagli sviluppatori di miHoYo in cui l'alter ego del giocatore è imprigionato, siamo pronti a dirvi se vale la pena occupare circa dieci giga di spazio dell'hard disk della vostra fida PlayStation 4 per scaricare Genshin Impact, action RPG open world free-to-play. Sì, proprio quello i cui trailer iniziali facevano pensare ad uno spudorato clone cinese di Breath of the Wild: se non vi lasciate intimorire dai pregiudizi e dalle prime impressioni, potreste rimanere piacevolmente sorpresi da questo titolo.
Non avete che da continuare a leggere per scoprirne di più.
Ambizione, ma senza trucchi
Il progetto, sulla carta, era folle, ma l'ambizione e la dedizione possono fare miracoli: sviluppare un gioco cross-platform, cross-save e cross-play tra ambienti di sviluppo differenti come il PC, il mobile e le console casalinghe era già di per sé un'impresa titanica, se poi a questo aggiungiamo la vastità dell'open world realizzato e l'implementazione di una mezza dozzina di differenti sistemi tra crescita del personaggio, delle armi, dell'Adventure Rank e così via, il coefficiente di difficoltà aumentava esponenzialmente.
Eppure, con pazienza e coraggio, il team di sviluppo ha forgiato un prodotto che riesce ad essere, nel contempo, ampio e stratificato ma anche accessibile ed immediato, che manca di originalità ma compensa con una mole contenutistica notevole ed una miriade di opzioni per personalizzare la propria partita.
La storia vede il giocatore nei panni di un avventuriero proveniente da un altro mondo, i cui viaggi nello spazio/tempo vengono bruscamente interrotti da un'entità divina, che rapisce la sorella gemella (o il fratello, a seconda di quale dei due personaggi sceglierete ad inizio partita) per poi svanire nel nulla. Sperduti su un mondo del tutto alieno, saremo chiamati a fare luce sulle divinità del luogo e a scoprire il loro legame con quanto descritto poc'anzi.
Più che la trama in sé, che pure si lascia seguire nonostante tempi narrativi giocoforza estremamente diluiti, ci piacerebbe soffermarci, però, sul modello di business del gioco, che rappresenta sempre una variante importante quando si parla di free-to-play.
Genshin Impact, di fatto, è totalmente gratuito e, pur adottando un sistema gacha che include la possibilità di spendere denaro reale per accedere a personaggi, equipaggiamenti e risorse randomiche, non solo non lo rende minimamente necessario, ma si guarda anche dal pubblicizzarlo eccessivamente. Siamo stati costretti a spulciare nei menu per trovare come e dove spendere i soldi, e, con una singola eccezione, non ci sono mai comparsi avvisi a schermo che invitassero in alcun modo a spendere moneta sonante, cosa che, difatti, ci siamo guardati bene dal fare. Nondimeno, come già successo con Grinding Gear Games per Path of Exile, supportare il team di sviluppo è qualcosa che è assolutamente nella nostra lista delle cose da fare.
Dopo una manciata di ore di gioco, anche al più tirchio dei giocatori viene fornito un party di quattro personaggi, assolutamente sufficiente a progredire lungo la storyline principale senza intoppi, se non per un paio di boss fight, che sarebbero state facilitate dalla presenza di un avatar capace di utilizzare uno degli elementi a cui il nemico era vulnerabile.
Certo, ci sono scelte di game design votate a mettere alla prova la pazienza del giocatore, e Genshin Impact sa essere irrispettoso del tempo dei giocatori che non vorranno aprire i cordoni della borsa, ma con un po' di pazienza e il ricorso al caro, vecchio grinding, se ne viene fuori benone.
Il principale nemico del giocatore non spendaccione, in questo senso, è l'Adventure Rank, una sorta di metalivello che funge da barriera di ingresso per tutte le missioni della campagna principale: spesso lo scarto tra una main quest e quella successiva è molto netto (parliamo di tre o quattro livelli del rango), e questo costringe, qualora non si vogliano accelerare i tempi acquistando esperienza per passare al rango successivo, a grindare missioni opzionali e a cercare con il lumicino incarichi sparsi per la mappa.
Oltre a questo, l'impiego di denaro reale può aumentare considerevolmente le scelte estetiche dei personaggi nonché il loro numero: se già proseguendo nell'avventura il ventaglio di protagonisti si allargherà notevolmente, è possibile pagare per sbloccare ulteriori personaggi da aggiungere al party, con le corrispettive capacità elementali e armi uniche.
Non c'è traccia delle antipatiche meccaniche pay-to-win viste in migliaia di titoli mobile, insomma, e il gioco non è mai parco nell'offrire al giocatore ricompense per le missioni, oggetti utili a far salire di livello i singoli eroi o armamenti da utilizzare o craftare.
Peraltro, per quanto visto finora, nessuna delle valute acquistabili con soldi reali è disponibile esclusivamente in quel modo: seppure in maniera meno generosa, tutti gli oggetti acquistabili (meno i personaggi aggiuntivi) possono essere ottenuti anche scambiando materiale che si ottiene in-game, e quindi senza alcun esborso.
Se il modello di business adottato da miHoYo è consono al vostro stile di gioco dipende da voi e solo da voi: se appartenete alla categoria dei giocatori che in un open world (per di più di stampo ruolistico) portano comunque a termine diversi incarichi opzionali ed amano perdersi per la mappa tuffandosi all'avventura, non avvertirete alcuna stanchezza nemmeno nei momenti in cui il gioco costringe a dedicarsi ad incarichi secondari. Se, al contrario, siete tra quelli che portano prima di tutto a termine la campagna e tendono ad ignorare l'ottanta per cento dei contenuti secondari di un prodotto, potreste dover mettere mano al portafogli almeno in due o tre circostanze per abbreviare tempi di attesa altrimenti consistenti.
In ultima analisi, prendendo in esame il rapporto tra quanto offerto, i progetti ambiziosi per il futuro e la gratuità del prodotto, il rapporto è evidentemente sbilanciato a favore del giocatore, e per questo il consiglio è di procedere comunque al download e provare in prima persona.
Padroneggiare gli elementi
Considerando la secondaria importanza rivestita da elementi come il crafting e la cucina, comunque presenti ma limitati a mini-giochi di semplicissima realizzazione, sono le fasi esplorative ed i combattimenti i due punti focali della produzione miHoYo, sebbene in rapporto inversamente proporzionale al già citato Breath of the Wild. Se, infatti, nella più bella delle avventure di Link l'esplorazione la faceva da padrona, con il combattimento relegato ad un ruolo secondario, la natura da gioco di ruolo di Genshin Impact capovolge la situazione, spostando l'attenzione sulla crescita del personaggio e sui combattimenti, assai più appaganti dei pochi enigmi proposti.
Per molti versi, sebbene di primo acchito possa sembrare un'affermazione blasfema, il sistema di combattimento messo in piedi dal team cinese si rivela migliore e più gratificante di quello Nintendo, proprio perché il focus della produzione della casa di Kyoto non erano le battaglie.
In Genshin Impact si rivela di fondamentale importanza imparare a conoscere e padroneggiare i sette elementi del mondo di Teyvat che, nonostante nomi esotici, rientrano a pieno nei canoni classici del genere: vento, terra, fuoco, ghiaccio e così via.
A fronte di due soli attacchi fisici, perlopiù uguali per tutti i personaggi a seconda dell'arma imbracciata, sono infatti i colpi e le combinazioni magiche a decidere l'esito degli scontri: bagnare un nemico per poi congelarlo può garantire qualche secondo di respiro tra la selva dei suoi attacchi, come appiccare il fuoco ad uno scudo di legno vorrà dire vederlo sbriciolarsi in poco tempo.
Le combinazioni possibili sono decine, perché le interazioni non si limitano ai membri attivi del party, ognuno capace di padroneggiare un singolo elemento, ma si estendono anche agli scenari, che reagiscono in tempo reale alle magie: i laghi si ghiacciano o annullano le magie di fuoco, la pioggia favorisce una bella scarica elettrica infradiciando gli avversari e l'erba secca prende fuoco danneggiando chiunque la calpesti.
Alternare i membri del party in battaglia, allora, diventa presto un piacere, e disfarsi dei nemici nel modo più creativo possibile restituisce una sensazione di libertà e di freschezza, che controbilancia la grande quantità di grinding richiesta a coloro i quali non volessero spendere valuta reale.
Il bestiario nemico, deludente sulle prime, si arricchisce man mano di creature che necessitano di una specifica tattica per essere eliminate, da quelle che portano pesanti scudi in battaglia a quelle che si teletrasportano, per non parlare degli odiosissimi maghi, capaci di schermarsi con un scudo elementale impossibile da abbattere senza l'ausilio degli incantesimi.
Insomma, il combat system funziona alla grande, richiedendo poco più che del semplice button mashing per iniziare a fare danni ma parecchio pensiero laterale in certi frangenti, soprattutto in presenza di nemici di livello superiore al nostro party.
A completare questo edificante quadro c'è una pioggia (letteralmente!) di loot che investe il giocatore sin dalle primissime ore, con la possibilità di sbizzarrirsi non solo per quanto concerne la tipologia di arma da impugnare ma anche per le numerose possibilità offerte dalla personalizzazione e dal potenziamento.
Peraltro, aumentare di livello il proprio equipaggiamento rappresenta l'unico modo per progredire una volta raggiunto il cap temporaneo prima del passaggio di livello del rango di avventuriero, ed è quindi sempre consigliabile tenere aggiornato il proprio strumento di offesa.
Quando non si combatte, in Genshin Impact si esplora, ci si arrampica, si scende per pendii e ci si libra nell'aria da un vetta innevata fin giù nella vallata sottostante. In queste fasi appare evidente come Breath of the Wild sia stata ben più di una fonte di ispirazione per miHoYo, eppure, ad oltre tre anni di distanza dalla pubblicazione del capolavoro Nintendo, la sensazione di già visto non è né così forte né così sgradevole.
La grande quantità di incarichi secondari, la miriade di piccoli segreti e scrigni disseminati lungo tutta l'enorme mappa di gioco, la presenza di differenti tipologie di nemici e la possibilità di cambiare potere magico in qualsiasi istante semplicemente pregando presso una delle statue dei sette dèi di Teyvat (che fungono anche da punto di trasporto rapido) aiutano a rendere l'esperienza di gioco varia e sempre interessante, soprattutto se fruita quotidianamente.
Ad ogni connessione giornaliera, infatti, sulla falsariga di molti prodotti similari, quello miHoYo offre una serie di ricompense gratuite e di quest inedite, così da tenere sempre alto l'interese e trovare qualcosa da fare anche ai giocatori più assidui.
La scommessa del team di sviluppo sta proprio qui: se Genshin Impact sarà irrorato di contenuti a cadenza regolare, prestando sempre orecchio ai feedback della community e senza esigere l'impiego di valuta reale, la strada sarà in discesa, e il gioco potrebbe presto affermarsi come un vero e proprio fenomeno di massa, com'è già in Asia, soprattutto su mobile.
Tra cel shading e fonti di ispirazione evidenti
Impossibile non fermarsi a considerare i valori produttivi e l'aspetto tecnico del prodotto, oggetto di critiche dapprima in fase di presentazione del gioco e poi durante il recente periodo di beta.
Ad onor del vero, in entrambi i casi le critiche risultavano giustificate: nel primo, la straordinaria somiglianza (ed usiamo un eufemismo) della direzione artistica con quella di Breath of the Wild, unitamente alla provenienza del team di sviluppo aveva fatto sì che la community bollasse Genshin Impact come un semplice, e spudorato, clone del capolavoro Nintendo, con il rischio di trascurarne i meriti quand'anche ci fossero stati.
Nel secondo, durante la fase di beta che ha preceduto la pubblicazione del gioco su tutte le piattaforme (che, lo ricordiamo, è avvenuta lo scorso 28 settembre anche su PC, Android e iOS, con la versione Switch in arrivo), il prodotto ha denunciato numerose problematiche relative alle performance, in particolare un framerate che scendeva spesso sotto la soglia dell'accettabile.
Specifichiamo che le nostre considerazioni si riferiscono esclusivamente alla versione PS4 da noi testata (su un modello Pro della console), non avendo avuto il tempo necessario per scaricare e testare anche le altre: sulla macchina Sony il team di sviluppo ha lavorato alacremente, e il risultato finale, che pure soffre ancora di cali sensibili nel numero di frame per secondo, è decisamente migliorato.
In concomitanza con i combattimenti più concitati e con determinate istanze, Genshin Impact rallenta ancora, sia chiaro, ma nella stragrande maggioranza delle fasi di gioco, e in particolare in quelle esplorative, la situazione è di gran lunga migliore di quanto si potesse sperare, e siamo convinti che un paio di patch mirate potrebbero stabilizzare ulteriormente il framerate, ancorato, al momento, ai trenta frame per secondo.
L'altro aspetto meno piacevole del comparto grafico è rappresentato dalla frequenza con cui si verificano fenomeni di pop-up durante la navigazione del mondo di gioco, e in particolare mentre si plana utilizzando le ali: alberi, vegetazione e piccoli accampamenti compaiono quasi dal nulla in certe zone, mentre i nemici, quantomeno, rimangono sempre ben visibili sulla mappa , tanto che non ci è mai capitato di ricevere colpi gratuiti da essi per colpe non nostre.
In compenso, tolte queste due spine, la rosa di Genshin Impact è di rara bellezza: sebbene l'originalità, come per molti aspetti del gameplay, non sia esattamente di casa, è difficile non innamorarsi di alcuni scorci, resi ancora più magici da un uso accorto del cel shading, capace di mascherare qualche deficienza a livello di mole poligonale. Il rosso dei tramonti, il blu dei cieli tersi, le luci dei falò sparsi per la mappa di notte contribuiscono a creare un'atmosfera magica, che alterna meriti propri all'imperituro ricordo impresso nella mente di chi ha avuto la fortuna di giocare a Breath of the Wild.
Rispetto al capolavoro Nintendo, il prodotto miHoYo vira pesantemente verso l'anime, richiamando topoi tipici dell'immaginario nipponico senza dimenticare le proprie origini, se è vero che il porto di Liyue è un omaggio alla cultura ed alla musica cinesi: anche i giocatori più navigati, non sapendolo, avrebbero potuto facilmente scambiare questo action RPG online per un prodotto proposto sul mercato a prezzo pieno, o quasi.
Concorrono a questa promozione a pieni voti anche un comparto audio degno di produzioni tripla A, con musiche sempre sul pezzo e molto varie, ed un doppiaggio inglese la cui unica colpa è di non essere in sincronia con il labiale dei personaggi, le cui labbra seguono la traccia originale asiatica.
Tutti gli avvenimenti principali vengono mostrati attraverso cutscene girate con il motore di gioco, con una regia un po' scolastica ma efficace, e tutti i personaggi giocabili (nonché la maggior parte dei comprimari di maggiore importanza) godono di un doppiatore dedicato e di centinaia di linee di dialogo interamente doppiate.
Manca la localizzazione nella nostra lingua, com'era forse lecito attendersi vista la natura free-to-play del gioco, ma il team di sviluppo, in numerose interviste, non ha escluso a priori l'arrivo di nuove lingue in un secondo momento, qualora il gioco riscuotesse il successo sperato anche in paesi non coperti dalle attuali opzioni di localizzazione.
Ma dove Genshin Impact vince a mani basse è nel rapporto tra il prezzo (nullo) e la quantità: un po' come in un ristorante fusion all-you-can-eat, le portate si susseguono senza soluzione di continuità, e, sebbene non tutte le pietanze abbiano un sapore indimenticabile, la media rimane buona e alla fine del pasto i ricordi positivi prevalgono su quelli negativi.
Le due aree sbloccate al momento di redigere questo pezzo sono bastate per farci divertire per una quarantina abbondante di ore, sebbene, come detto, non tutte di qualità a causa di un grinding a tratti eccessivo, con la promessa degli sviluppatori di rendere disponibili presto nuove zone del mondo di Teyvat.
A questo si aggiungono lo Spiral Abyss, composto di decine di piani densi di nemici e combattimenti dalla difficoltà crescente, la modalità multigiocatore (con tanto di cross-save e cross-play tra piattaforme) e una miriade di missioni opzionali per tutti coloro che non ne hanno avuto ancora abbastanza.
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Voto Recensione di Genshin Impact - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Gratuito, e non tenta di mettere le mani nel portafogli del giocatore
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Con due sole mappe sbloccate, c'è già da giocare per decine di ore
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Combat system semplice da imparare ma profondo e creativo
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Valori produttivi degni di nota
Contro
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Costringe al grinding in più punti
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L'originalità non è proprio di casa