Sappiamo che i videogiochi possono creare una vera dipendenza, o in generale portare via tantissimo tempo, ma per un gruppo di genitori Fortnite è l'equivalente dell'eroina.
Il battle royale più famoso del mondo, che nel frattempo è diventato un brand a tutto tondo con gadget di ogni tipo, è da sempre al centro dell'attenzione.
Anche grazie alle continue collaborazioni che Fortnite riesce ad ottenere, non ultima quella con The Witcher, che hanno reso il titolo di Epic Games sempre più popolare.
Soprattutto tra i giovani e giovanissimi, talmente tanto che l'azienda ha pensato di introdurre un account specifico pensato proprio per tutelare i giocatori più giovani.
Ma questo non ha fermato un gruppo di genitori che, nel 2019, ha fatto causa a Fortnite perché equiparato all'eroina.
Come una dipendenza vera e propria, nonostante l'OMS abbia dichiarato di recente che i videogiochi siano in realtà il contrario, per la quale hanno iniziato una lotta legale con Epic Games.
Un percorso giuridico che, come riporta PC Gamer, è stato ritenuto idoneo e sta andando avanti.
Nel 2019, lo studio legale canadese Calex Legal ha chiesto l'approvazione per intentare un class action contro Epic Games per conto di genitori che affermavano che i loro figli erano dipendenti da Fortnite. Come riportato da CTV News, un giudice del Quebec ha ora autorizzato l'azione collettiva, il che significa che la causa può procedere.
Lo studio legale ha affermato nella sua depositazione che la dipendenza da Fortnite "è simile alla dipendenza da cocaina", citando una storia del 2018 in cui uno specialista comportamentale britannico ha affermato che Fortnite "è come l'eroina".
Nella causa sono stati coinvolti numerosi esperti, così come altrettanti casi studio di giocatori giovani e giovanissimi che sarebbero stati danneggiati dal battle royale di Epic Games.
L'azione legale si fa forza anche della posizione dell'OMS pre-Covid, che coniò all'epoca il "disturbo da videogame". Posizione modificata, come accennato sopra, dopo l'avvento dei lockdown e delle ripercussioni psicologiche annesse.
L'approvazione della class action è solo l'inizio del processo, ma è un grande passo avanti, poiché il giudice ha dichiarato che i genitori coinvolti ora "hanno una causa difendibile da sostenere".
E pensare che c'è chi sostiene che giocare con i videogiochi è l'equivalente di mille addominali, per assurdo.
Se non altro è vero che i videogiochi ci fanno infuriare, come ha dimostrato uno studio che ha suddiviso anche tipologie di giochi, piattaforme e profili di giocatori.