Finalmente in USA si sono accorti che no, gli italiani non trovano Mario offensivo

Con l'arrivo di Super Mario Bros. nelle sale, in USA si è discusso di nuovo del fatto che possa essere offensivo per gli italiani. Quindi, Kotaku lo ha chiesto direttamente agli italoamericani di New York.

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

C'è un dibattito per noi abbastanza curioso, che di tanto in tanto prende piede oltreoceano, che riguarda il fatto che Mario e Luigi – i due iconici personaggi di casa Nintendo – siano intesi a loro modo come italiani.

Ci si domanda, quindi, se la loro rappresentazione in qualche modo stereotipica non possa risultare fastidiosa o offensiva per gli italiani, al punto che, se gironzolate per il web (provate a vedere qui o qui) potete trovare vere e proprie conversazioni che partono dallo spunto "gli italiani amano Mario o lo trovano offensivo?", o da "Mario ha successo in Italia? Lo trovate razzista?".

La cosa è tornata più che mai sugli scudi in virtù del lancio di Super Mario Bros. - Il film, con Chris Pratt (Mario) che di tanto in tanto (ricorderete nei trailer) tentava di scimmiottare con non troppo successo un accento italiano.

Questa scelta aveva riportato la questione sotto i riflettori e Kotaku ha deciso di provare a indagare con un curioso video (con tanto di tarantella), in cui ha chiesto agli italoamericani di Little Italy a New York se si sentono offesi o ben rappresentati da Mario.

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Come noterete, la risposta è stata quella che noi italiani ci saremmo aspettati, dal momento che generalmente sì, amiamo molto Mario e tutta la sua compagnia e no, non li troviamo offensivi. Penso però che i numeri al botteghino italiano, che hanno segnato un record sia per l'animazione che per gli adattamenti dai videogiochi, fossero già a modo loro una risposta arrivata direttamente dal Belpaese.

Il primo intervistato del video, Giuseppe, tra il serio e il faceto ritiene che Mario sia una buona rappresentazione italiana perché «noi italiani inseguiamo i nostri sogni, per questo sono negli USA» e anche perché, con Luigi che supporta suo fratello, i due personaggi ricordano che «in Italia la famiglia è tutto».

Intervistata in merito all'accento di Chris Pratt, una donna ha detto che «è ok, è un accento italoamericano, è ok», mentre in merito Giuseppe si è mostrato stupito dicendo «pensavo fosse [la voce] di mio zio!».

Insomma, il video probabilmente risponderà a chi si domandava se gli italiani (italoamericani inclusi) non si sentano in qualche modo scimmiottati da Mario, i suoi baffi, il suo modo di parlare e di vivere, che ricalca gli stereotipi dell'italiano tutto famiglia e spaghetti. La risposta, ma era già palese da molti altri segnali, è che in realtà noi a Mario vogliamo un gran bene.

Se siete indecisi se andare al cinema in questo weekend di Pasqua a vedere Mario, potete farvi un'idea dando un'occhiata alla nostra recensione del film firmato da Illumination, Nintendo e Universal.

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