Final Fantasy XVI, Yoshida chiede ai fan di non chiamarlo JRPG: «È discriminatorio»

Il termine JRPG avrebbe origini discriminatorie per gli sviluppatori giapponesi, secondo Naoki Yoshida.

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a cura di Francesco Corica

Staff Writer

Il termine JRPG è ormai comunemente noto tra i giocatori per descrivere un gioco di ruolo di stampo giapponese, tipicamente con meccaniche a turni: una definizione tuttavia non gradita a Naoki Yoshida, autore di Final Fantasy XVI, per descrivere questo e altri titoli videoludici.

Lo sviluppatore del sedicesimo capitolo della saga prodotta da Square Enix (potete prenotare la Deluxe Edition su Amazon) ha detto infatti chiaramente di non essere esattamente un appassionato di questa definizione, ritenendo che abbia addirittura origini dispregiative.

La richiesta del director arriva dunque non solo per via di una trasformazione puramente action della serie — come vi abbiamo raccontato nel nostro provato — ma anche per via di ciò che implicherebbe la nascita del termine stesso.

In un'intervista rilasciata allo youtuber Skill Up (via ComicBook), Naoki Yoshida e Koji Fox — che ha fatto da interprete per il director — hanno inoltre sottolineato che il termine JRPG risulta offensivo non soltanto per loro, ma anche per tanti altri sviluppatori giapponesi.

Yoshi-P ha infatti fatto un commento molto interessante, sottolineando che tale termine era stato inizialmente disegnato come tentativo di discriminare i giochi di stampo giapponese ed evidenziare quanto fossero "diversi" da quelli occidentali:

«Dipende da chi chiedi, ma c'era una volta quando questo termine apparve 15 anni fa: non appena noi sviluppatori l'abbiamo sentito era come fosse un termine discriminatorio».

Diversi anni fa, proprio quando il termine venne coniato, c'era infatti una generale diffidenza verso i giochi che venivano creati dal Giappone: secondo il resoconto di Yoshida, la definizione JRPG, anche se ormai ha assunto connotati molto più positivi, sarebbe nata proprio per distinguerli dalla massa e descriverli come fossero inferiori solo per la loro origine.

Un punto di vista sicuramente molto interessante e un argomento delicato che sta già generando discussioni sui social media. Insomma, chiamate Final Fantasy XVI soltanto «gioco di ruolo», se proprio dovete, senza sottolineare necessariamente che arrivi dal Giappone.

Yoshida ha recentemente chiarito anche che una versione PC effettivamente uscirà dopo l'edizione PS5, ma che ci vorranno più di 6 mesi per riuscire a realizzarla. Il suo desiderio, pertanto, è che i fan interessati lo giochino sulla console PlayStation.

Recentemente gli sviluppatori hanno svelato che si sono ispirati al quinto Final Fantasy per il combattimento, nonostante FF XVI abbia uno stampo molto più action.

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