Final Fantasy VII: The First Soldier | Recensione - Il battle royale che nessuno aveva chiesto
Il battle royale in chiave Final Fantasy non riesce a risolvere i dubbi sorti fin dall'annuncio.
Advertisement
a cura di Nicolò Bicego
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Square Enix
- Produttore: Square Enix
- Distributore: Square Enix
- Piattaforme: MOBILE
- Generi: Sparatutto , Multiplayer Online
- Data di uscita: 17 settembre 2021
Non è un mistero che Final Fantasy VII sia uno dei capitoli più popolari della famosissima serie targate Square Enix; il gioco, successivamente al suo fenomenale debutto sulla prima PlayStation, riuscì a generare un interesse tale da garantirgli una sequela di continuazioni in diverse forme mediatiche, tra prequel, spin-off, side story e un vero e proprio sequel con il film Advent Children (il progetto, all’epoca, prese complessivamente il nome di Compilation of Final Fantasy VII).
Dopo diversi anni di silenzio, Final Fantasy VII Remake sembra aver riacceso la passione dei fan per questo episodio, e Square-Enix ha già annunciato diversi progetti in lavorazione legati all’universo di Midgar.
Tra questi abbiamo Final Fantasy VII: The First Soldier, titolo mobile appena uscito sugli store occidentali dopo un breve periodo di prova in terra nipponica. I dubbi non erano pochi, a cominciare dalla scelta del genere: un Final Fantasy VII in chiave battle royale, in effetti, non è il primo pensiero che viene in mente quando si pensa alle avventure di Cloud e soci.
Eppure, il gioco ha superato ogni nostra aspettativa: in peggio, s’intende.
Trent’anni prima di Final Fantasy VII
Trattandosi di un battle royale, la narrazione ricopre un ruolo davvero minimo in Final Fantasy VII: The First Soldier (solo The First Soldier d’ora in poi). Un breve filmato iniziale ci mostra come le vicende abbiano luogo trent’anni prima delle avventure di Cloud e compagnia, negli anni in cui la Shinra sta ultimando i suoi lavori sui famosi SOLDIER, di cui anche noi faremo parte.
Ora, tagliare completamente la componente narrativa è un’arma a doppio taglio – perdonando il gioco di parole. Da un lato, sicuramente la scelta è sensata, soprattutto nell’ottica di evitare un effetto Kingdom Hearts.
L’errore di Square Enix, in quel caso, era stato quello di spalmare la storia della saga attraverso un numero esagerato di titoli, arrivando ad inserire dettagli importanti ai fini della narrazione anche in oscuri titoli pensati esclusivamente per il mercato mobile (e magari neanche destinati a raggiungere l’occidente, almeno prima delle recenti re-release).
Fare un errore grossolano del genere con un marchio importante come quello di Final Fantasy VII sarebbe stato imperdonabile, considerando quanti fan è stato in grado di raccogliere il recente Final Fantasy VII Remake. Se tutto questo è vero, però, è vero anche che togliere qualsiasi elemento narrativo ad un gioco che porta Final Fantasy VII nel nome rende questo legame molto labile.
Certo, il gioco è inserito nel contesto narrativo generale della saga, riportando in scena i SOLDIER e mostrandoci luoghi familiari, ma serviva questo legame, oltre che per trainare i download? Onestamente, avremmo preferito che gli sviluppatori optassero per una via di mezzo. Sarebbe stato interessante raccontare una storia secondaria, o almeno provarci per quanto possibile in un battle royale; questo avrebbe sicuramente dato un po’ di personalità in più ad un titolo che ne ha davvero poca, anche sotto il profilo del gameplay (piccolo spoiler, ma ci arriveremo a breve).
Fortunatamente, The First Soldier si risolleva un po’ nella presentazione, grafica ed acustica. Il gioco è davvero bello da vedere e, tolto qualche sporadico rallentamento, non abbiamo incontrato particolari difficoltà (lo abbiamo testato su un Galaxy S20 FE).
La direzione artistica, invece, ci è apparsa piuttosto anonima e scialba, soprattutto considerando gli standard della serie. C’è il ritorno di diversi luoghi conosciuti, è vero, ma tolto l’effetto nostalgia dovuto a questi ambienti il resto è piuttosto dimenticabile.
Il comparto audio, invece, risulta buono, senza pretendere di raggiungere le vette qualitative a cui la serie ci ha abituati nei suoi episodi principali. Chiaro, istituire un paragone del genere è ingiusto, visto che si tratta di un titolo mobile, ma è comunque inevitabile visto che si tratta di un gioco appartenente alla saga di FF VII. In ogni caso, la presentazione estetica del titolo è sicuramente il suo punto forte: i problemi, purtroppo, arrivano altrove.
Erano così preoccupati di poterlo fare che non hanno pensato se lo dovevano fare
Ian Malcolm pronuncia questa battuta nel primo Jurassic Park, riferendosi alla possibilità di creare dinosauri, sfruttata senza pensare se fosse davvero opportuno farlo. Ecco, una domanda simile può essere posta in questa occasione: c’era davvero necessità di un Final Fantasy in chiave battle royale? Avremmo detto di no prima della release, e purtroppo lo ribadiamo con più forza dopo averci giocato.
Il gioco si apre con un tutorial, che ci insegna le basi del gameplay. Se avete giocato un qualsiasi battle royale non avrete molto di nuovo da imparare. Il concetto di base è sempre lo stesso, veniamo catapultati in una location (Midgar in questo caso), dove dobbiamo lottare per la sopravvivenza (a squadre o in singolo) contro numerosi avversari, raccogliendo armi e oggetti presenti sul terreno di gioco, mentre la mappa disponibile si restringe sempre di più col passare del tempo.
Le regole di base, lo vedete, sono le stesse: non vale la pena insistere ancora una volta su come funziona un battle royale. La parte interessante, invece, è vedere cosa porta di nuovo questo The First Soldier nel panorama del genere. Il titolo, in effetti, prova a portare diversi elementi tipici della saga di Final Fantasy nella sua visione di battle royale. Prima di iniziare una partita, ad esempio, potremo scegliere tra quattro diverse classi di combattenti, ciascuna caratterizzata da sue abilità specifiche e da una propria barra di progressione, che consentirà di migliorare sempre di più le sue statistiche.
Le classi presenti sono guerriero, mago, monaco e ranger. Il guerriero fa del combattimento melee il suo punto forte, può utilizzare un fulmineo dash in avanti ed i suoi attacchi coprono un raggio maggiore; il mago, ovviamente, possiede un maggiore quantitativo di mana ed è in grado di creare delle zone di ricarica; il monaco è in grado di creare uno scudo e di riprendere salute dopo essere stato in punto di morte; il ranger, infine, può marcare nemici ed osservare il terreno di battaglia in cerca di nemici e magie attive.
Non c’è solo questo a ricordare Final Fantasy: nella mappa si possono trovare diverse Materia, tra le quali le celeberrime Summon, volte ad evocare potenti creature pronte a darci man forte. Ci sono i Chocobo, pronti a trasportarci quando ne avremo abbastanza dei normali mezzi di locomozione. E ci sono numerosi altri rimandi a Final Fantasy VII, soprattutto nelle ambientazioni di gioco.
Il problema, però, è che tutto questo sistema non si regge in piedi. Innanzitutto, c’è il grande, enorme, problema del sistema di controllo. Estremamente impreciso, poco funzionale e davvero scomodo. Che si tratti di sfruttare un attacco melee, di lanciare una magia o di sparare verso un nemico, nessuna di queste azioni risulta precisa e pulita, e spesso e volentieri è la fortuna a decidere chi uscirà vincitore da un duello ravvicinato con un avversario.
Non parliamo, poi, dei comandi dei mezzi: si ha l’impressione di essere guidati dal veicolo piuttosto che di essere effettivamente in controllo di esso. Può sembrare poco, ma un sistema di controlli così disastroso va ad inficiare enormemente l’esperienza in negativo, direttamente e indirettamente. Direttamente perché, in sintesi, il gioco è scomodo da giocare; indirettamente perché il sistema a quattro classi va a farsi benedire, dato che ciascuna di esse (tranne il monaco) si basa su degli elementi di gioco che funzionano poco.
A che serve il guerriero se gli attacchi melee mancano spesso il bersaglio di una manciata di metri? A che serve il mago se servono decine di secondi per mirare l’avversario e lanciare l’incantesimo?
Vedete quindi come da un problema apparentemente isolato la falla cominci ad allargarsi. E a questo punto viene spontanea un’altra domanda: perché giocare The First Soldier, con i suoi difetti, piuttosto che un altro dei (migliori) battle royale disponibili sugli store? La risposta, banalmente, non c’è.
Avendo rinunciato all’elemento narrativo, The First Soldier non ha più nient’altro a distinguerlo dalla massa di battle royale già presenti, visto che i pochi elementi inediti non funzionano o comunque risultano problematici. Certo, rimangono le ambientazioni evocative di Final Fantasy VII, ma può davvero bastare questo per giocare un titolo che, al momento, non va oltre la mediocrità?
La nostra risposta, lo avrete capito, è ahinoi no. Final Fantasy si presenta all’appuntamento dei battle royale senza che nessuno l’abbia davvero chiesto, per di più con un notevole ritardo rispetto all’inizio di questo trend. La mancanza di idee originali (che funzionino) per il genere rende The First Soldier soltanto uno tra i tanti battle royale presenti – per giunta non tra i migliori, anzi.
Se ancora non avete recuperato la recente versione Integrade di Final Fantasy VII Remake, vi consigliamo di approfittare di questa offerta.
Voto Recensione di Final Fantasy VII: The First Soldier - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Ritorno di location storiche
-
Graficamente si difende bene
Contro
-
Sistema di controllo indecente
-
Non aggiunge nulla di nuovo al genere
-
Ce n'era davvero bisogno?
Commento
Advertisement