Final Fantasy IX Recensione Switch
Uno dei più grandi JRPG dell’epoca contemporanea arriva su Nintendo Switch
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a cura di Adriano Di Medio
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Square
- Produttore: Square
- Distributore: Koch Media
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH , PS3 , PSX , TECH
- Generi: Gioco di Ruolo
- Data di uscita: Disponibile - 9 febbraio 2016 (iOS e Android) - 14 aprile 2016 (Steam) - 19 settembre 2017 (PS4) - 14 febbraio 2019 Switch/XboxOne/Windows10
Strano destino, quello di Final Fantasy IX. La sua originale distribuzione del 2000 su una PlayStation ormai sul viale del tramonto venne oscurata dal suo fratello futuro, quel Final Fantasy Xche già si prefigurava come un poema epico di trionfale potenza immaginifica. Nonostante abbia avuto la sua fetta di vendite, la nona fantasia finale è stata riscoperta e rivalutata dal pubblico solo in anni recenti, a cui sono coincise due ripubblicazioni prima come classico sul PSN e infine, poco più di due anni fa, su PC e PlayStation 4. Oggi l’opera magna di Hiroyuki Itou si svincola di nuovo dalle radici Sony e approda su Nintendo Switch: seguiteci per capire com’è andata.
Il cappuccetto bianco oltre la nebbia
C’è aria di festa nel regno di Alexandria: la principessa Garnet Til Alexandros XVII compie sedici anni. In suo onore la regina Brahne ha indetto una giornata di celebrazioni, che culminerà nella rappresentazione teatrale “Sarò il tuo Passerotto” sul grandioso Scenalante fatto venire appositamente dal vicino regno di Lindblum. Ma sotto quella che sembra una semplice ed eccentrica compagnia di attori si nascondono i famigerati banditi Tantarus, con la missione di rapire proprio la festeggiata. Esecutore materiale è il biondo Gidan Tribal, ladro dal cuore d’oro che si crede un donnaiolo e con una coda di scimmia (ne scopriremo le origini nel corso della storia). Decisamente a sorpresa Garnet inverte i ruoli e chiede allo stesso Gidan di essere rapita, per poter indagare sull’improvviso cambio di atteggiamento e indole della madre, la Regina Brahne.
Ancora una volta ci fermiamo qui con la trama, e per due ragioni ben precise: la prima è che chiunque l’abbia giocato saprà benissimo di cosa stiamo parlando, la seconda è che insistere oltre sarebbe irrispettoso nei confronti di coloro che ancora non la conoscono. Perché pure se il prossimo anno compirà vent’anni è ancora stupefacente come l’opera Square riesca, sotto l’aspetto fintamente bambinesco, a smuovere tematiche imponenti e indurre a riflessioni importanti. Allontanatosi dal miscuglio magia-tecnologia che aveva dominato i predecessori e anche un po’ gli eredi, Final Fantasy IX è ancora un esempio quasi scolastico di come il fantasy altro non sia che metafora (a volte fiabesca, a volte surreale) della società contemporanea. A prescindere da quante altre volte l’avete già giocata l’avventura di Gidan e compagnia non potrà quindi che catturarvi ancora una volta, accompagnata dalla sempre magnifica colonna sonora di Nobuo Uematsu e dalla traduzione italiana creativa e filologica.
Più difficile a spiegarlo che a vederlo
Ancora una volta evidenziamo come Final Fantasy IX sia un videogioco di ruolo alla giapponese molto tradizionale. Ambienti a inquadratura fissa da esplorare, gruppo da gestire, world-map con veicoli pilotabili. Il sistema di battaglia a turni porta alla massima espressione il sistema di Active Time Battle introdotto ai tempi del Super Nintendo e perfezionato su PlayStation. Personaggi e nemici hanno una barra che si riempie progressivamente e che una volta piena permette di selezionare un’azione, che una volta compiuta azzera la barra. Un sistema che, per quanto ormai non più freschissimo, è ben correlato tanto alle animazioni degli attacchi quanto al sistema di professioni semplificato. Ciascuno degli otto personaggi (con il party che ne può portare fino a quattro per volta) ha infatti abilità e mosse uniche, la maggior parte delle quali andranno imparate tramite gli equipaggiamenti. Quasi ogni pezzo comprabile, recuperabile o fabbricabile (processo di “saldatura”) oltre al miglioramento delle statistiche ha infatti a corredo una o più abilità attive o passive. Equipaggiato un personaggio questi potrà utilizzare la suddetta abilità; quando avrà accumulato un sufficiente numero diAP(ottenuti in parallelo ai punti esperienza) avrà imparato l’abilità e potrà utilizzarla anche cambiando equipaggiamento. L’appagamento del tutto sta nella soddisfazione dello sviluppare adeguatamente i propri personaggi e nel divertimento di combattimento e tutti i minigiochi più o meno correlati con la storia principale.
È un sistema particolare, che per quanto differente sia dalle Materia di FFVII che dalla Sferografia (e successivi derivati) di FFX rende necessario aggiornare continuamente i propri personaggi. Anche qui emergono tuttavia i segni di “vecchiaia”, in quanto l’ottenimento degli AP spinge con un po’ di insistenza verso il farming. Ciò a modo suo porta (specialmente se non si conosce il gioco) a momenti in cui l’avventura rischia di diluirsi un po’ troppo. La natura paradossale di un simile modus operandi si genera quando la si confronta col modo in cui Square ai tempi decise di impostare la sceneggiatura. Incipit e prima parte infatti vedono il gruppo diviso in più missioni parallele, con i riflettori che passano in continuazione dall’una all’altra. Solo dopo (spartiacque simbolico era la seconda metà del secondo disco, anche se chiaramente qui non c’è più esigenza di simili cambi) si riunivano tutti insieme e la trama cominciava a divenire incalzante e tortuosa. In linea generale comunque in Final Fantasy IX la difficoltà non sarà mai un grosso problema, per quanto vi siano sacrosanti momenti, boss (e super-boss) in cui bisognerà fare molta attenzione. Possiamo però rassicurarvi sul fatto che il sistema a “turni semi-fluidi” del gioco ancora obbliga a tenere il cervello acceso anche se si ha a che fare con i mostri comuni. L’unica cosa invecchiata veramente male (e che non è stata toccata) è il gioco di carte Tetra Master, criptico e dall’aleatorietà fin troppo insistente.
Col senno di poi comunque anche in questa versione Switch sono presenti i boost, da attivare dal menu di Configurazione. Sono dei comandi che permettono di saltare la parte più “noiosa” facendo imparare automaticamente le abilità, massimizzando il livello di tutti o ottenere denaro virtuale infinito. A questo si aggiungono un altro po’ di aiuti “esterni” (come fare sempre danno massimo, velocizzare le battaglie, togliere gli incontri casuali o automatizzarli) attivabili dalla schermata di pausa con i dorsali del pad Switch. Come al solito è un modo per rendere la progressione meno ostica a coloro non abituati ai JRPG di fine anni Novanta, ma di contro i veterani non ne avranno bisogno perché già conosceranno quelle poche strategie giuste per massimizzare i propri personaggi in tempi accettabili.
Tablet o TV, chi vince?
In maniera un po’ inaspettata, Final Fantasy IX su Switch dà il suo meglio se giocato in modalità portatile. Il tablet della console restituisce una sensazione molto piacevole, con la definizione dei personaggi che ben si integra con la risoluzione generale e la font dei dialoghi sorprendentemente gradevole da leggere (cosa non da poco, vista la quantità di dialoghi). In questo senso le texture restaurate dei personaggi risaltano ancora di più nel loro riuscito effetto “pennellata” dei volti e delle pieghe dei vestiti. Sono tutte cose molto belle, che rendono ancor più giustizia alla cura commovente (e passata ai tempi sotto silenzio) che Itou e i suoi collaboratori hanno messo nell’avventura di Gidan.
Quello che è meno piacevole da ricordare è che tutto ciò è esattamente lo stesso che avevamo visto sia su PC che PlayStation 4 un paio d’anni fa. Anzi, ciò che forse da più fastidio è come non si sia impiegato il tempo a disposizione da tali due versioni per migliorare o quantomeno limare quelli che ai tempi furono visti come i difetti della remaster. Gli sfondi pre-renderizzati non sono stati infatti di nuovo toccati, e la loro trasposizione dall’originale tubo catodico ai pannelli moderni sfocia in pesanti sgranature. Non è una considerazione da intendere in maniera assoluta, visto che vi sono sfondi che riescono a reggere assai meglio l’upscaling. Ma specialmente in quelli di più ampio respiro l’immagine rischia sempre di “appiattirsi” un po’ troppo, vanificando in parte l’oggettiva alta qualità delle scenografie. Di nuovo però non possiamo che plaudere alle grandiose grafiche del gioco, alla costante ricerca della delicatezza del dipinto a olio.
Restauro sì, macchie anche no
Proseguendo con i paradossi, il momento in cui Final Fantasy IX è più uniforme a livello estetico è quando sfrutta solo i poligoni, cioè durante le battaglie. In questo caso l’amalgama delle ambientazioni ristrette e la spettacolarità (pure se oggi un po’ “rozza”) degli effetti visivi di magie e abilità è ancora una delle più creative mai fatte da Square. In tal senso il culmine lo raggiungono gli incantesimi di evocazione (Eidolon), incredibilmente dettagliati, fluidi e belli da vedere. Stesso discorso per i grandiosi filmati in computer grafica, che specialmente in modalità portatile non lasciano trasparire di andare a un frame-rate oggettivamente più basso di tutto il resto.
Quello che tuttavia lascia un po’ di amaro in bocca è come purtroppo questa versione Switch di Final Fantasy IX sia piuttosto altalenante. Le texture restaurate non sono state infatti applicate a tutti i personaggi, e pertanto quelli meno importanti rimangono con quelle a bassa definizione della PlayStation. Può sembrare qualcosa di marginale, ma vi assicuriamo che lo stacco si nota e non poco, specialmente a inquadrature avvicinate. Vi sono poi delle volte in cui i modelli poligonali dei personaggi non si posizionano correttamente nello spazio, mentre durante gli incontri casuali capita che la console fatichi a caricare i modelli e l’ambiente, cosa che prolunga per qualche secondo di troppo lo schermo nero prima della visuale di battaglia. Capiamo che si tratti di difetti chiaramente dovuti all’inesperienza del lavoro su Switch, ma si tratta anche di cose che potevano essere evitate anche solo facendo un po’ di attenzione o prendendosi un po’ di tempo in più.
+ Arguto, divertente, dipinto a olio
+ Modalità portatile piacevolissima
- Niente di differente da quanto visto due anni fa su PS4 e PC
- Qualche magagna tecnica
7.7
L’abbiamo detto più volte e continueremo a ribadirlo: Final Fantasy IX è un capolavoro senza tempo, e questo a prescindere dal sistema su cui lo state giocando. Contemporaneamente però non possiamo chiudere gli occhi di fronte al fatto che la riedizione per Switch è pressoché uguale a quella che già da un paio d’anni circola su PC e PlayStation 4. A un comparto grafico non migliorato (specialmente in fatto di scenografie) si aggiunge poi un po’ di “affaticamento” nella gestione delle risorse, che si traduce in qualche caricamento di troppo. Il consiglio a prescindere vale solamente se non lo avete ancora giocato oppure se su current gen possedete solo la Switch; in tal senso siamo solo felici del successo che ha avuto nei primi giorni di distribuzione. Se invece già lo possedete su PC, PS4 o Xbox One non riusciamo veramente a trovare una ragione (al di fuori del collezionismo) per cui valga la pena ricomprarlo.
Voto Recensione di Final Fantasy IX - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Tutta la bellezza dell’ultimo Final Fantasy per PSX
-
Arguto, divertente, dipinto a olio
-
Modalità portatile piacevolissima
Contro
-
Rimangono i limiti intrinseci di grafica e design
-
Niente di differente da quanto visto due anni fa su PS4 e PC
-
Qualche magagna tecnica
Commento
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