FIFA 20 insegue PES: la prova della demo
Segnali di cambiamento avvistati nella demo di FIFA 20, che sembra ammiccare al pubblico delle simulazioni... e del suo concorrente
Advertisement
a cura di Paolo Sirio
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: EA Sports
- Produttore: Electronic Arts
- Distributore: Electronic Arts
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
- Generi: Sportivo
- Data di uscita: 27 settembre 2019
Come ogni anno, la liturgia videoludica impone l’arrivo delle demo dei titoli calcistici, con Pro Evolution Soccer (eFootball PES da quest’anno) che ha bruciato le tappe arrivando già nei negozi di tutto il mondo e FIFA che invece si accontenta di esercitare la sua posizione di forza da una finestra di fine settembre più comoda sia per le uscite, sia per l’ingresso nel vivo della stagione sportiva.
Oggi parliamo di FIFA 20, e non lo facciamo certo per la prima volta sulle pagine di Spaziogames: il gioco lo abbiamo infatti provato a più riprese, nella sua nuova modalità Volta, che non a caso non approfondiremo, così come nella controparte più attesa perché più tradizionale, l’11 contro 11 da sempre al centro delle passioni degli italiani e non.
La versione dimostrativa ci ha permesso di avere un’infarinatura iniziale di quello che sarà il prodotto di EA Sports a cavallo tra il 2019 e il 2020, e ci ha già fatto capire come in una sola mossa la software house di Electronic Arts abbia tentato di porre rimedio alle scelte molto discutibili della passata iterazione e cercato dei punti di contatto con quei giocatori che nella concorrenza vedono un titolo dall’approccio più simulativo e realistico.
Dopo anni e anni di richieste, avanzate a dire il vero da quegli utenti amanti dello sport più che del videogioco, FIFA 20 propone infatti un abbassamento complessivo del ritmo di gioco, palpabile nelle primissime partite e poi progressivamente, com’è ovvio, diluito e digerito col passare delle ore pad o mouse e tastiera alla mano.
Lo sviluppatore ha provato ad ottenere questo rallentamento senza snaturarsi troppo, mettendo sul piatto un titolo che cercasse di mantenere la sua natura spettacolare e al contempo la smettesse di inseguire così palesemente delle velocità da flipper soprattutto nell’amata (e allo stesso modo odiata) modalità FIFA Ultimate Team.
Ciò si traduce, passando dalla teoria alla pratica, in un incremento del numero delle animazioni dei calciatori e in un loro contestuale rallentamento, che consegna ai giocatori a casa di avere più tempo a disposizione per scegliere le proprie mosse e spinga quelli in campo a movenze più massicce, magari forzate ma meno innaturali e indotte per il semplice gusto di far scivolare il pallone alla velocità della luce sul manto erboso.
Il risultato, sia visivamente che fattualmente, non è brillantissimo al primo impatto: sembra accentuato quel distacco tra la palla che pare andare da una parte e il corpo del calciatore, scollegato dalla sfera, dall’altra; l’utente ha come l’impressione di dover compiere spesso uno sforzo sovrumano nel cercare di tenere queste due entità l’una vicino all’altra, e ad un certo punto la cosa può diventare anche frustrante (specie con i meno dotati in campo).
Gli effetti di tali mosse andranno studiati per bene in fase di recensione e lungo il corso della stagione, ma è evidente fin da adesso l’intento di avvicinarsi ad un concetto di calcio più simile a quello di Konami e ai desideri degli appassionati dopo anni di abbuffate (e, almeno questo è il sentito del sottoscritto e delle persone con cui si è accompagnato negli anni di gameplay su FIFA) a base di FUT.
C’è qualche annotazione interessante che possiamo fare persino adesso, ovviamente, come ad esempio quella relativa alla maggiore difficoltà nel passare la seconda linea di difesa, ovvero il centrocampo avversario.
Non sappiamo se questo sia dovuto alla presenza in demo di squadre tutte schierate con centrocampi folti e atleti dalle lunghe leve o ad una precisa volontà dello studio canadese, ma quel che è certo è che si fa davvero fatica a penetrare per vie centrali, laddove per vie centrali intendiamo il solo farsi largo tra i centrocampisti, neanche l’arrivare a tu per tu con i difensori o il portiere. E lasciare la palla scoperta per provare a lanciarsi equivale in buona parte dei casi a farsi infilare in contropiedi sanguinosi.
Questo induce spesso a tre comportamenti: il primo lo abbiamo descritto già, ovvero una maggiore riflessione nel muovere la palla e le proprie pedine in campo, esattamente come avviene da una generazione a questa parte con PES; il secondo è il ricorso frequentemente al cambio di gioco, perché capita tante volte di vedere un terzino che stia troppo attaccato ai suoi centrali e lasci una delle due ali scoperte per la prima ricezione di palla; il terzo, infine, è collegato a quest’ultimo, ossia il ricorso alle ali.
FIFA ha una lunga storia d’amore con le ali, e dal poco che abbiamo provato in questa demo l’impressione è che pure quest’anno tale relazione sia destinata ad andare avanti proficuamente.
Teoricamente non siamo ai livello dell’allungo e del passaggio al centro alle spalle della difesa che ha piagato diverse edizioni del franchise – il rischio di un revival ci è parso scongiurato – ma abbiamo siglato almeno due reti, e un’altra ci è capitata di prenderla, entrando dall’esterno fino a due passi dall’estremo difensore per poi calciare blandamente in rete senza che questi potesse fare granché per respingere la conclusione.
Insomma, se una volta si correva sul fondo vicinissimi al primo palo e si finiva col passarla al centro dell’area, l’idea che ne è uscita dalla demo è che ora convenga persino di più il tiro, e per quanto ben congegnato (abbiamo segnato appoggiando la palla direttamente tra le gambe di Lloris in un’occasione) pure questo sarebbe un ritorno e pure alquanto sgradito.
Il tiro è stato di per se parecchio depotenziato, misura che rientra senza dubbio nel pacchetto di contromosse alla debacle di quel FIFA 19 in cui si sarebbe potuto tirare anche da casa propria per segnare a portieri dalle dubbie qualità atletiche (o cogliere un legno, a seconda dei casi). Non è troppo piacevole vedere un calcio che si pensava sarebbe stato esplosivo spegnersi con una ciabattata ma, se doveste chiederci quale dei due estremi preferiamo, risponderemmo assolutamente questo.
Ugualmente, rimangono da verificare gli ennesimi rimaneggiamenti dei calci di rigore, che abbiamo già digerito perché se non altro all’apparenza più naturali degli ultimi ritocchi, e i calci di punizione, che sono stati resi ancora più complessi e dunque andranno analizzati nel dettaglio per capire se si tratti di una pista cervellotica o di una buona intuizione. Curiosamente, non è stata recepita la normativa che permette al portiere di passare la palla al calcio di rinvio ai suoi difensori all’interno dell’area di rigore.
In generale, ad una prima prova, sembrerebbero non esserci grossi svarioni diversamente dallo scorso anno: i portieri funzionano, gli arbitri pure (forse giusto un paio di gialli troppo severi ma niente che richieda un intervento emergenziale), e non dovrebbero essere state poste delle calamite nei pali e nelle traverse delle porte, almeno a quanto abbiamo assaggiato. Ci conforta l’esiguo numero di gol realizzati nel primo giorno di gameplay.
La fase difensiva è stata quindi oltremodo blindata, perlomeno tra giocatore in carne ed ossa e CPU; con la difficoltà Leggenda è seriamente difficile saltare un Van Dijk, non solo per le sue dimensioni colossali e per la sua velocità ma anche per come la difesa di quel Liverpool riesca ad agire di concerto, con se stessa e con i centrocampisti di copertura.
Lo stesso si potrebbe dire delle difese controllate dai giocatori, sebbene alcuni limiti storici della serie permangano come ad esempio l’indecisione della prima uscita, che non si capisce mai a chi debba spettare e succede che si scommetta sul difensore sbagliato (e se succede la regola è ancora che si prende gol senza colpo ferire).
Capita, ancora, di ritrovarsi a gestire lanci lunghi dell’avversario che arrivino sui piedi di uno dei loro mentre i nostri calciatori rimangono imbambolati a distanze siderali difficili da colmare, giusto perché l’IA non si prende la briga di inseguirli almeno nello scatto iniziale prima di lasciare il controllo a noi (che per ragioni pure di inquadratura non avremmo potuto farlo tempestivamente).
Tuttavia, appare abbastanza chiaro l’intento di EA Sports di dare una natura collegiale alla difesa, il che si avverte, per dirne una, quando ci si ritrova tutti a scappare verso la porta per evitare un contropiede e si nota che i tre o i quattro della difesa si muovano all’uniscono per non lasciare fette di campo sguarnite oppure per tendere la più tradizionale delle trappole del fuorigioco.
La qualità, in ultima analisi, paga sia in mezzo che sugli esterni e, a prescindere dalle dimensioni (che hanno inciso in maniera preponderante nelle scorse edizioni), l’impressione è che complice il rallentamento complessivo la tecnica sia destinata a primeggiare, o quantomeno a spiccare di più. Per sbilanciarci sull’argomento aspetteremo la release completa, se non altro perché grossi mismatch, del tipo Insigne contro Chiellini, qui non ce ne sono e saranno sicuramente indicativi in tal senso.
Un aspetto che ci ha fatto piacere cogliere è però il riconoscimento del fatto che un centrocampista muscolare come Casemiro non possa avere incarichi di impostazione del gioco, se non marginali: giocando con il Real Madrid abbiamo notato che i due colleghi più dotati qualitativamente si abbassassero con maggiore frequenza e si avvicinassero di più al metodista in modo da farsi dare il pallone e avviare l’azione, così come nel PSG questo compito venga assegnato a Neymar Jr. che nella formazione predefinita agisce da trequartista.
Questo è piacevole perché è realistico, e perché paga davvero non far passare la sfera per i piedi di quanti siamo meno dotati, pena palloni pericolosissimi persi in mezzo al campo e tocchi scadenti.
Il primo incontro della stagione con FIFA 20 ci ha restituito sensazioni alquanto sorprendenti, perché testimoniano la volontà di contaminare una formula che sembrava ormai affermata, per il dispiacere degli amanti più tradizionalisti del calcio videoludico, e di accontentare quanti non si siano rassegnati alle velocità stratosferiche delle ultime iterazioni il cui passo è stato palesemente dettato dal successo di FIFA Ultimate Team. Permangono dei dubbi sui punti che questa coperta potrà lasciare scoperti sulla versione completa, ma aspettiamo – ora con forse inattesa curiosità – di capire se, quanti e di quale entità ce ne saranno alla fine.