Expeditions: Rome | Recensione - Il destino della Res Publica è nelle nostre mani
Expeditions: Rome ci riporta indietro nel tempo, negli ultimi anni della Repubblica Roma, alle prese con la conquista del Mediterraneo e con gli intrighi di palazzo.
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a cura di Daniele Spelta
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Logic Artists
- Produttore: THQ Nordic
- Distributore: THQ
- Piattaforme: PC
- Generi: Strategico
- Data di uscita: 20 gennaio 2022
Una nostra opinione impopolare: gli ultimi anni della Repubblica Romana sono molto più interessanti della successiva epoca imperiale - le popolazioni di mezza Europa e dell’Asia Minore avrebbero forse usato l’aggettivo terrificanti - un’età caratterizzata da lotte sociali, conquiste, intrighi di palazzo e dall’eterno scontro tra la classe senatoriale e gli altri ceti.
Tutti questi ingredienti trovano ampiamente spazio in Expeditions: Rome, il nuovo gioco di ruolo tattico targato Logic Artists. Dopo aver raccontato le epopee dei coloni in Expeditions: Conquistador e dopo la saga scandinava di Expeditions: Viking, il team di sviluppo ha deciso di spostare le lancette della loro serie nel primo secolo avanti Cristo e di dar vita ad una lunga avventura in cui si intrecciano i fatti storici della Res Publica e le vicende personali di un giovane legatus, caduto in disgrazia a causa di una cospirazione di palazzo e dell’omicidio di suo padre.
Da qui ha inizio un viaggio che si dipanerà lungo le coste dell’attuale Turchia, nelle dune dell’Egitto e nella piovosa Gallia - senza disdegnare intermezzi anche nell’Urbe - sostenuto da un gameplay sfaccettato che si sposa in modo sapiente con la doppia natura di un racconto sospeso tra la vendetta privata e le conquiste di Roma. Purtroppo, non tutti i pilastri ludici sostengono in modo adeguato le vicende narrate.
A spasso nel tempo
Se avete provato le precedenti iterazioni della serie, già saprete come il team di sviluppo ami pescare a piene mani dalla Storia, quella con esse maiuscola. Expeditions: Rome non fa differenza e, con le sue inevitabili licenze poetiche, ripercorre alcuni dei passaggi più affascinanti dell’ultimo periodo della Repubblica Romana, come la lotta contro Mitridate, re del Ponto, l’intervento nella guerra civile del regno d’Egitto tra Cleopatra e Tolomeo, fino alla turbolenta situazione nella Gallia.
Gli amanti dell’epoca sicuramente apprezzeranno questo focus storico, che non si ferma ad un mera superficialità. Fra una guerra e un’altra, appaiono sul palcoscenico digitale svariati personaggi secondari di questi passaggi chiave, assieme anche ad alcuni volti decisamente più noti, come la già citata Cleopatra o Catone.
Inoltre, senza troppe diramazioni, colpi di scena inaspettati o decisioni drammaticamente morali, Expeditions: Rome si è dimostrato un buon GDR, capace di cambiare di volta in volta percorso - e anche alleati o nemici da fronteggiare - in base alle scelte intraprese, alle risposte date e, ovviamente, se si è preferito eliminare sul posto un prigioniero di guerra oppure se si è optato per tenerlo in catene.
Il risultato è decisamente piacevole e disegna un contesto sempre interessante e indispensabile per sostenere anche le vicende private che, purtroppo, sono forse l’elemento meno riuscito del racconto, per via di un ritmo non sempre perfettamente calibrato.
In cerca di vendetta
Il percorso di crescita e la rivalsa personale del protagonista vengono infatti diluiti fin troppo e, pur restando la sua vendetta il motore di ogni spostamento lungo tutte le coste del Mediterraneo, spesso queste motivazioni finiscono nel dimenticatoio quando si è alle prese con la conquista dell’intera penisola anatolica.
Complessivamente è tutto il tenore dei dialoghi ad essere altalenante e si passa senza soluzione di continuità dal parlare dei massimi sistemi con Cicerone allo scambiare lineari battute con qualche legionario sparso qua e là. Il doppiaggio non favorisce poi l’immersività e l’accento british - non è presente la traduzione italiana, nemmeno dei testi - ha la perversa abilità di storpiare ogni singola parola latina, con un effetto tragicomico involontario.
Ci sarebbe poi una terza componente del racconto, ossia le storie personali dei cinque compagni di viaggio che seguono le orme del giovane senatore. Anche in questo caso, Expeditions: Rome risulta però un gioco di ruolo più incentrato sul momento dell’azione che non sui dialoghi.
Le singole storie del mentore greco Syneros, della guerriera amazzone Deianeira o, ancora, del centurione Caeso Quinzio Aquilino sono poco più che delle quest secondarie, che si esauriscono dopo un paio di missioni tutt’altro che indimenticabili e che di certo non creano quello spirito di squadra o quella empatia verso i propri compagni. Questo non vuol dire che gli aiuti dati dai fendenti del gladio di Caeso o dalle frecce avvelenate della spia Julia Calida non siano stati apprezzati, perché è sul campo di guerra che si vede il loro vero valore.
La macchina bellica romana
Expeditions: Rome è un degno erede della serie e, quando si concentra sulle battaglie, ha davvero pochissimi rivali, soprattutto durante gli scontri chiave. Per fare un paragone, stiamo parlando di un tattico a turni in stile X-COM, con le mappe divise in esagoni su cui muovere le proprie pedine, spendendo i punti azioni per eseguire spostamenti, attacchi e attivare le numerose abilità speciali.
Descritti così, gli scontri sembrerebbero dei banali dejà-vù, con poche differenze rispetto alla concorrenza, ma fidatevi quando vi diciamo che le variabili tattiche sono davvero numerose - per non dire infinite - che le sinergie fra le varie unità sono la chiave per la vittoria e che, a livelli di difficoltà più elevata, serve parecchio ingegno per salvare la pelle in duelli sempre in inferiorità numerica.
Partiamo dalle mappe. Che si tratti di un passo di montagna, di una città classica o di un forte nemico, gli scenari sono sempre un valore aggiunto, sono ampi, si caratterizzano per una spiccata verticalità, offrono molti spunti per accerchiamenti, tattiche in stile martello e incudine e hanno una discreta interagibilità, con barili d’olio da infiammare lanciando torce o frecce, trappole da posizionare e giare d’acqua per salvare quel compagno circondato da un incendio che sta per divampare.
Non aspettatevi situazioni estreme - spesso anche troppo - in stile Divinity: Original Sin II o molteplici approcci alla battaglia come un gioco di ruolo alla Baldur’s Gate 3, perché Expeditions: Rome è un tattico a turni più tradizionalista e il suo vero punto di forza sono le possibili combinazioni tra le differenti classi, le armi e armature a loro disposizione e le abilità uniche che si sbloccano salendo di livello.
La personalizzazione del proprio party
I ruoli - rappresentati inizialmente dai cinque compagni e che poi andranno a suddividere le altre truppe reclutabili - riprendono le differenti unità dell’esercito romano, come i sagittari, gli hastati o, ancora, i triarii e ciascuna di esse può usare solo certi equipaggiamenti, a cui sono collegate le varie tipologie di attacchi.
Ad esempio, le spade corte spesso procurano danni da taglio e sanguinamento, le lance colpiscono a più caselle di distanza, gli archi possono essere dotati di frecce infuocate o velenose, ma è davvero impossibile fare l’infinito elenco di tutte le combinazioni e sinergie che si vengono a creare grazie ad un armamentario ricco e che può sempre essere potenziato ed espanso presso il fabbro.
Ai vari ingredienti si sommano poi gli oggetti consumabili, le bende per tamponare le ferite e abilità indispensabili per prolungare i movimenti, sfuggire agli attacchi di sorpresa o buttare a terra un nemico.
Tutti questi elementi trovano la loro massima espressione durante le missioni che concludono i vari atti, veri e propri assedi suddivisi in più zone e con obiettivi concatenati, dove trovano spazio decine di unità, truppe avversarie di ogni genere, alleati e anche attacchi con le catapulte. Queste intense battaglie hanno però un corrispettivo negativo, ossia quelle numerose missioni secondarie che ripropongono sempre le solite sfide, come eliminare tutti i nemici o sabotare qualche cargo di rifornimento.
Piani di guerra
Expeditions: Rome rappresenta insomma tutto ciò che un amante dei tattici a turni vorrebbe ma, rispetto ai precedenti capitoli, fa un passo più in là. Per un manipolo di vichinghi o qualche conquistadores, delle battaglie a turni fra una manciata di unità erano più che sufficienti, ma ora è coinvolta tutta la macchina bellica romana, alle prese con la conquista di intere regioni. Per simulare l’espansione della Repubblica, il team di sviluppo ha aggiunto una componente strategica, che però a conti fatti risulta meno riuscita della controparte tattica.
Durante i vari atti, oltre alle missioni in stile GDR e alle schermaglie a ranghi ristretti, ci si ritrova a dover gestire lungo una mappa stilizzata le legioni di Roma, da spedire contro insediamenti principali e da usare per presidiare le città occupate per respingere gli assalti nemici. Inizialmente questi momenti sembrano un piacevole diversivo, ma alla lunga finiscono con l’allungare inutilmente la campagna e rallentano eccessivamente il ritmo quando ci si ritrova a dover conquistare ad esempio una decina di regioni ripetendo sempre la stessa routine.
Le battaglie su larga scala vengono poi simulate attraverso un mini-gioco, dove utilizzare alcune tipologie di carte a cui sono legati certi effetti, ad esempio malus al morale nemico, l’utilizzo delle macchine d’assedio o assalti con la cavalleria.
Tenete valido il discorso fatto poco prima, con un effetto sorpresa che finisce dopo poco e con una profondità strategica appena abbozzata. L'utilizzo delle legioni resta comunque indispensabile per conquistare miniere, falegnamerie e altri insediamenti minori, che rappresentano le risorse con cui migliorare i propri accampamenti, per aver accesso a nuove armi, nuove strategie - cioè carte da usare durante le battaglie - e per potenziare l’infermeria, che spesso sarà piena di legionari e pretori infortunati.
Una conquista senza intoppi tecnici
Una piccola nota tecnica che di certo farà felici gli appassionati della serie. A differenza di Expeditions: Viking, questa volta non siamo incappati nei frequenti crash e bug che avevano caratterizzato il precedente capitolo, al punto quasi da renderlo ingiocabile nei primi giorni successivi alla pubblicazione.
Non crediamo infine di dover spender più di un paio di righe sull'aspetto grafico di Expeditions: Rome, che non fa dell'estetica il suo punto di forza, soprattutto nel riutilizzo eccessivo dei modelli per gli eserciti nemici, costituiti spesso da sosia tutti identici fra loro.
Se volete avvicinarvi al mondo del gaming su PC, che ne dite di questa proposta economica?
Voto Recensione di Expeditions: Rome - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Alcune battaglie tattiche potrebbero rappresentare l'eccellenza del genere
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Tantissime opzioni per personalizzare le proprie unità
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Interessante utilizzo del background storico
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Le vicende mutano davvero in base alle proprie scelte
Contro
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La componente strategica risulta alle volte quasi eccessiva
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La storia del protagonista fatica a catturare l'attenzione
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Il doppiaggio ha delle pesanti cadute di stile