E3 2021: cosa ci aspettiamo (e cosa pensiamo deluderà)

Riflessioni, previsioni, aspettative e potenziali delusioni dall'E3 2021, in attesa della kermesse per eccellenza dedicata ai videogiochi.

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a cura di Paolo Sirio

Dopo un anno di pausa, rieccoci qui: pronti a sognare, analizzare, restarci male, arrabbiarci e godere, tutto insieme, per l’E3 2021 – il Natale dei videogiochi. Quello che sta per iniziare non è l’evento a cui siamo stati abituati negli anni, porta ancora addosso gli evidenti e marcati segni del COVID-19 che soltanto dodici mesi fa ci aveva strappato quel raro momento di gioia per fare i conti con una realtà amara e spaventosa; ma è pur sempre l’E3.

Davanti all’E3 2021, che ci aspetta lì in un piatto succulento, la parola che viene immediatamente è “fame”. Fame di novità e di momenti gloriosi in un senso o nell’altro, di cui poter parlare con gli amici ogni volta che torna in ballo il tema dei videogiochi; fame di annunci ma anche fame di quell’aggregazione che soltanto le grandi manifestazioni che mettono insieme gli appassionati, come fossero i Mondiali (o gli imminenti Euro 2020, che però si giocano nel 2021), sono in grado di generare.

All’appello ci sono praticamente tutti, anche chi si era sfilato per tempo alla fine ci ha ripensato e ha voluto lasciare l’impronta della sua zampata in questo primo passo verso il ritorno alla normalità del gaming, e tutti hanno – sono sicuro che la sentono – la responsabilità non solo di fare bene, ma di fare spettacolo; perché l’energia e l’entusiasmo dell’E3 non sono soltanto i videogiochi, sono i videogiocatori tutti insieme.

Com’è l’umore in vista dell’E3 2021

La retorica è un’arte splendida e confidiamo in lei perché crei la catarsi dei grandi eventi, ma crediamo davvero serva qualcosa di eccezionale per riaccendere il motore di un’industria che sta faticando, come le capita ciclicamente, a rimettersi in moto dopo l’avvio di una generazione. Il clima è un po’ strano innegabilmente, e del resto con quello che abbiamo passato è difficile allinearsi all’entusiasmo che i grandi player vorrebbero creare (in realtà neanche così a martello) attorno alla manifestazione.

Quello che chiedo a tutto quanto succederà nel mese di giugno è che faccia ripartire la ruota, che si è fermata lo scorso anno vuoi per il COVID, vuoi per i tempi di gestazione biblici di diversi titoli che ci siamo ritrovati a vedere ancora al centro della scena dopo essere stati annunciati sostanzialmente un decennio prima (peraltro con esiti tuttora parecchio dibattuti, come Cyberpunk 2077).

Spesso i tripla-A non riescono a stare dietro alla realtà, con i loro 3-4 anni necessari per la produzione, e questo ha comportato che, nel ciclo appena concluso, in tanti si ritrovassero in ere geologiche totalmente differenti rispetto a quando sono stati partoriti dalle menti dei loro creatori. Siccome non si smette mai di imparare, non sarebbe male prendere nota e portare a casa la lezione per il futuro.

Ora, ok i servizi, ok le acquisizioni, ok gli indie, ok i doppia-A; adesso, però, abbiamo bisogno di celebrare una next-gen dei videogiochi, dopo aver tenuto a battesimo quella delle console con i risultati alterni che conosciamo – hardware introvabile, uscite col contagocce, e la solita litania. Mai come quest’anno, quindi, l’E3 cade a fagiolo per fungere da ripartenza per la giostra videoludica, che ha esaurito dopo un lungo sprint il carburante e necessità di un nuovo impulso.

La conferenza più attesa

La mia scelta per quanto riguarda la conferenza più attesa ricade sulla Summer Game Fest che, contrariamente allo scorso anno in cui fungeva da semplice ombrello per una serie di eventi sparpagliati (e neanche troppo entusiasmanti), nel 2021 avrà una vera e propria conferenza “kick-off” che darà il via a tutti i vari tasselli della manifestazione in arrivo lungo la prossima estate.

In pratica, come conferenza più attesa dell’E3, ho scelto una conferenza che non è dell’E3. L’ho scelta perché, diversamente dai singoli player, questa è – in stile The Game Awards – potenzialmente un coacervo di grandi nomi, dunque con chance maggiori di servire un pubblico dalle aspettative delle più variegate, ma anche uno show che è probabile sappia più di E3 di ogni altra conferenza sia stata allestita.

La Summer Game Fest mi sembra quella più in grado di raccogliere l’eredità di PlayStation, l’etichetta che più incarna il concetto originale dell’E3 come teatro dei sogni: dove l’impossibile, come per magia (e con poche responsabilità di riguardo alle conseguenze di annunci, in ogni caso, senza tempo), diventa possibile nel giro di 90 minuti o giù di lì di appuntamento trasmesso in streaming – stavolta, circa due ore.

Non mi aspetto particolari bombe ma potrebbe esserci della “ciccia”, sulla stregua del reveal (già anticipato) del prossimo titolo di Gearbox Software – tale Wonderlands – che dovrebbe avere a che fare, in forma di spin-off con Tiny Tina, con il ben noto Borderlands. Insomma, ce ne fossero delle altre di presentazioni così non ci lamenteremmo affatto, ma l’asticella può essere forse alzata ancora di più.

L’americanata stile E3 più grande sarà paradossalmente l’unica che non ne farà parte, e presumibilmente in questo senso si è perpetrato il fallimento maggiore dell’ESA nell’organizzazione della manifestazione da qualche anno a venire: una struttura del genere allontana, anziché attirare, player dalla potenza mediatica come Geoff Keighley (che piaccia o meno, è così) e Sony, “costringendoli” a cercare fortuna altrove – poveri. Qualche domanda potrebbe essere il caso di porsela.

Ci saranno, manco a dirlo, sia PlayStation che Xbox, perché ad un evento del genere non vuole mancare proprio nessuno – nemmeno quelli che una conferenza all’E3 2021 ce l’hanno già. Alla scorsa Gamescom Opening Night Live, Sony aveva regalato un lungo gameplay di Ratchet & Clank Rift Apart, adesso non sappiamo cosa potrebbe avere ancora in serbo dopo aver discusso in lungo e in largo Horizon Forbidden West.

Ma qualcosa, magari pure per rimettersi in pari con Microsoft che all’ultimo The Game Awards in praesentia aveva esibito Xbox Series X e Senua’s Saga Hellblade II, potrebbe tirarlo fuori a sorpresa. Quanto alla casa di Redmond, si è già visto come Phil Spencer e i suoi ritengano i palcoscenici di Keighley un’occasione per “sfondare” il muro della bandiera boxara, per cui non è detto che in quell’occasione non venga issata un’altra bandiera per cercare lustro mainstream (Hellblade II? Magari la già chiacchierata data d’uscita di Psychonauts 2, visto che Summer Game Fest ingloberà Day of the Devs con Tim Schafer, tra gli altri…).

Tuttavia, non ho nomi in particolare come giochi: l’improntante è che tutti, tutti indistintamente facciano ripartire il carrozzone del gaming, in una situazione un po’ stagnante nonostante sia appena iniziata una generazione. Proprio per questo, una grande ammucchiata al posto delle performance individuali (saggia la scelta di accorpare Xbox Game Studios e Bethesda, in tal senso), che penso non saranno brillantissime, può fare bene.

La conferenza che deluderà

Non è mai bello tirarla a qualcuno, tantomeno quando si parla di conferenze che vorrai seguire e per le quali vorrai esultare. Spero ovviamente di essere smentito al più presto dai fatti, che tutti esibiscano performance straordinarie e che ci ritroviamo a commentare l’E3 più roboante che sia mai stato messo in scena – e ne approfitto per fare un augurio sincero a quanti saranno coinvolti nella “partita”, davanti e dietro le quinte, e pure un ringraziamento, che ogni tanto male non fa.

Quella che ho messo nel mirino, con tutta l’intenzione di sbagliarmi visto l’affetto per la casa giapponese, è Square Enix. Si tratta di uno dei pochi publisher che ha fornito una mini-lista con i protagonisti “sicuri” per impostare il tono e le aspettative dell’evento, e questo primo elenco – seppur dia ampiamente notifica del fatto che ci sarà dell’altro – ci è parso tutt’altro che significativo nell’economia di uno show E3.

Il nuovo gioco di Eidos Montreal deluderà parecchio quelli che si aspettano un gioco di Eidos Montreal, poiché secondo i rumor che da tempo circolano si dovrebbe trattare di un tie-in di Guardiani della Galassia. Non è chiaro se si tratti di un altro service game ma, dopo l’esperienza di Marvel’s Avengers (cui ha peraltro partecipato pure la software house di Deus Ex Mankind Divided), tornare già alla carica con qualcosa di anche vagamente assimilabile potrebbe non essere una scelta a fuoco.

Life is Strange True Colors sarà nuovamente in campo, a pochi mesi dal primo Square Enix Presents che ne aveva svelato vita, morte e miracoli (letteralmente); più che un nuovo gameplay con qualche particolare su questa o quella dinamica di gioco sarebbe ingiusto aspettarsi. Babylon’s Fall, invece, è all’ennesimo ritorno e, dal momento che mi ingolosiva non poco, spero sia la volta buona per fissare una data d’uscita – giusto per liberare PlatinumGames che ci sta passando i migliori anni della sua esistenza senza cavarne un ragno dal buco.

Lo slot per Marvel’s Avengers è comprensibile, hai un prodotto che vuoi rilanciare a tutti i costi ed è normale che lo porti laddove pensi di avere la cassa di risonanza più grande (per un comeback dovresti giocarti la famigerata espansione di Spider-Man e una bomba sul tema della fruizione, come una gratuità di qualche tipo, fosse pure una prova); è normale pure che non entusiasmi, però, e venga visto quale la lunga parentesi dei GaaS nelle conferenze di Ubisoft, una sorta di pausa per tirare il fiato.

Insomma, quelli avvistati saranno anche solo l’inizio, ma si tratta di giochi di cui siamo già a conoscenza e/o che ci dicono poco. L’auspicio è che Eidos Montreal non sia chiamata a reggere tutto il peso dell’esibizione sulle proprie spalle perché, a rumor confermati (e francamente non abbiamo idea se lo saranno o meno), potrebbe scapparci la delusione importante; soprattutto se consideriamo che questo è l’editore non tanto di Forspoken, che il suo l’ho avuto pochi mesi fa, quanto di Final Fantasy XVI – che non sarebbe male se battesse un colpo.

In conclusione

Questo primo giro solo digitale sarà molto particolare per l’E3 2021 e, come abbiamo osservato in un articolo in tempi non sospetti, ci dirà parecchio dell’importanza o meno che continui ad esistere una manifestazione qual è questa. Sarà interessante capire come funzionerà, se ci sarà, l’infrastruttura sotto la quale andranno ad innestarsi le singole conferenze, fosse pure solo per vedere quanto i grandi publisher ci si affideranno o se cominceranno a tastare il terreno per prendere iniziative di testa propria.

Il fatto che a pochi giorni dall’inizio tanti aspetti, in primis quello degli accrediti stampa che non si è capito bene che vantaggi diano (pare non ce ne siano, a dire il vero, a parte il solito vizietto della sicurezza balorda), siano tutt’altro che definiti e chiari rende bene l’idea della novità di un evento tanto grande ritrovatosi così piccolo – quanto lo schermo di un utente seduto in poltrona nella sua camera, più o meno.

Quello che chiedo, però, è che questa non sia la sola novità. Buon E3 2021.

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